Mi chiedo: se il Milan avesse saputo approfittare dei tantissimi regali fatti a turno dalle varie concorrenti per un posto in Champions League, a quanti punti di vantaggio dalla quinta o addirittura dalla quarta in classifica si troverebbe?

È una domanda alla quale bisognerebbe rispondere con un'altra domanda: una dirigenza che si limita ad osservare un allenatore che non approfitta dei vari regali delle squadre avversarie, senza intervenire per imporre un cambio di mentalità o magari per esonerare l'incapace, può definirsi una società degna di essere ancora annoverata tra le più importanti in Europa e nel Mondo?

Per l'ennesimo anno non entreremo in Champions League e sarà stata colpa dell'allenatore e della società che non ha saputo imporre una linea ferma e decisa. Al caro Gattuso, persona perbene ed onesta, ma allenatore dalle dubbie qualità e dalla mentalità prettamente italiana, fautore del "non gioco", si sarebbe dovuto far capire sin dall'inizio del campionato che giocare per non buscarle e per tentare di fare il punticino che possa dare fiducia ai giocatori è roba da Pizzighettone, con tutto il rispetto per il Pizzighettone.

Quando capirà, semmai lo capirà, il signor Gattuso che giocando con la mentalità da provinciale non si andrà mai da nessuna parte? Potremmo acquistare qualsiasi campione, da Paquetá a Piatek, fino ad arrivare a Lionel Messi o Mbappè, se l'allenatore non è in grado di trasmettere una mentalità vincente ed aggressiva ai giocatori, i risultati non potranno che essere quelli che sono sotto gli occhi di tutti. Un quarto posto decisamente immeritato e pericolosamente, o meglio, definitivamente compromesso da un calendario nemico e da una mentalità da coniglio.

Pertanto: via l'allenatore subito o cambio di atteggiamento immediato, con aggressività in ogni settore del campo e mentalità votata ad un unico obiettivo, la vittoria. Gattuso deve capire che deve giocare con due punte e Paquetá alle spalle e con un centrocampo aggressivo. E chi non accetta di farsi il c...lo, immediatamente fuori squadra. Adesso c'è solo bisogno di gente forte, non di conigli, anche se, purtroppo ne sono certo, è ormai troppo tardi.