Non occorre essere aquile, la cui vista acuta è proverbiale, per notare come contro il Manchester United è andato in onda lo stesso film visto contro il Napoli 3 giorni fa. Basta aver visto le partite con un minimo di attenzione e, sopra ogni cosa, con voglia di vedere. Alla fine del 1° tempo, infatti, il Milan aveva degli uomini visibilmente sulle gambe fra i quali, in entrambi i casi, c'erano Chala e Castillejo. Per motivi diversi, i due non avevano nelle gambe più di 45'. Certo, si poteva chiedere a Casti di tenere duro, in quanto Ibra aveva solo 30' da spendere, ma con Tonali in panchina, la scelta naturale sarebbe stata di lasciare Chala negli spogliatoi e far entrare l'ex-bresciano, lasciando Krunic a giostrare nel ruolo di mezza ala. Ma sulla panchina rossonera, quando si è pianificato il cambio per un certo minuto, ci si lascia impiccare piuttosto che effettuarlo prima. Chala, pertanto, è rientrato in campo nonostante corresse, fin dai primi minuti della ripresa, sulla pianta dei piedi come chi arranca per forza di volontà. Il risultato? Il goal degli avversari è arrivato puntuale dopo pochi minuti del secondo tempo. Perché? Semplice, il Milan giocava almeno con un uomo in meno ovvero Chala.

Combinata la seconda frittata consecutiva in 5 giorni, evidente nelle modalità per chiunque fosse senza paraocchi, il signor Pioli ha pensato bene di fare finta di niente e ha lasciato Chala ad arrancare per tutto il resto della ripresa. Ha sostituito e fatto rotazioni, ingresso di Ibra per Castillejo compreso, più mortaretti ricchi premi cotillons ecc... ma quanto a Chala, il tecnico ha continuato a tenere occhi e orecchie tappate per non accettare la realtà. Quale? Essersi incaponito per l'ennesima volta in una scelta improduttiva contro l'evidenza dei fatti.

Ovviamente, come in quei thriller dove la polizia incolpa il soggetto debole per chiudere subito il caso, la colpa è stata gettata sull'anello vulnerabile della catena, quel Meité che ha giocato una partita onesta e gagliarda con la sola colpa di essere stato l'ultimo a dover giocare la palla nel mischione del goal. Insomma, è come quando c'è un amico nuovo nella comitiva (perché il Milan non è più una società di calcio, ma una vera e propria comitiva): si fa prima a dare la colpa all'ultimo capitato nel gruppo. Se poi l'ultimo arrivato è un giocatore in prestito, che si può rispedire al mittente, il gioco è fatto.

Diciamo che i giocatori, anche quelli sulle gambe come Casti e Chala, hanno fatto la loro partita contro un avversario ben piazzato in Champions che, solo 10 giorni fa ne ha rifilati 2 al City. Hanno giocato bene e, se hanno creato poche occasioni, ne hanno create poche anche gli inglesi, che hanno vinto con merito, perché ne hanno trasformata una. Il calcio è questo. Un applauso alla squadra, quindi.

Il Milan nel complesso è abbastanza in forma, con buona resistenza e velocità di gruppo salvo eccezioni individuali, ma dovrà stringere i denti, in quanto i metodi di preparazione e riabilitazione non sono stati tarati in maniera da evitare stress ed infortuni muscolari. Tali guai, infatti, quando si ripetono, hanno la loro origine nella preparazione e non nella sfortuna. Dovrà stringere i denti, perché ha scelto di puntare su Ibra che è fatto a modo suo, molto divo, ed è andato a Sanremo invece di stare a Milanello, quantomeno per fare terapia, visto che ufficialmente era infortunato. Ha sbagliato a puntare su Mandzukic senza chiedersi quanto tempo ci avrebbe messo a riprendersi, ma nessuno sembra chiedersi chi abbia scelto il croato. Sono stati forse Meité o Leao?

Il morale della favola sapete qual è? Che è un buon Milan e potrebbe esserlo ancora, non soltanto in ottica Champions, ma anche per posizioni più nobili, a patto però di tornare a fare quello che facevano gli antichi, che gettavano le scorze e mangiavano i fichi. Negli anni '70 Rubini, intervistato alla DS, disse che la nazionale italiana di basket doveva avere il miglior tecnico e il più pagato (si riferiva a Gamba), ma che il tecnico del momento non rispondeva a quell'identikit. Ecco, siete proprio sicuri che il tecnico rossonero, con tutte le cose buone che ha fatto, risponda a questo identikit? Non è che l'attuale tecnico del Milan sia la scelta ideale per tutti coloro, giornalisti compresi, che tifano per altre squadre?

Senza centravanti non si segna facilmente e il Milan si è messo nella situazione di non averne uno. Male! Però i punti fatti finora non sono bruscolini e conteranno nella classifica finale.
Lavoriamo su quelli, gettiamo le scorze e mangiamo i fichi.