"Allegri ruppe con lo spogliatoio". Nell'autobiografia "Una vita da terzino" l'ex rossonero Gianluca Zambrotta non fece sconti e accusò il tecnico toscano di aver fatto perdere lo scudetto al Milan nel 2012. Più chiari di così non si può. Zambrotta ma non solo. Pirlo, Inzaghi, Bonucci. Una lista importante di nomi che "puzza" di rivalità umana e sportiva. La storia ci illustra tante cose, mostrandoci talvolta un Allegri in versione negativa, come lo era stato ai tempi del Milan nell'anno del famoso gol-non gol che vide protagonisti Muntari e Buffon. Non lo diciamo noi, non lo scopriamo oggi, lo dicono pagine e pagine di storia del calcio. Il passato ma anche il presente. Davvero tanta roba. Max, il Milan, la Juventus, un lungo serpentone di vicissitudini che possono essere lette da un'ottica tutta particolare. Chiedetelo ai vari Nesta, Inzaghi, Gattuso, Bonucci. Max Allegri tra protagonismo e nemici, tra physique du role da oscar e limiti gestionali. Ebbene sì, nel curriculum di Max la gestione dello spogliatoio alla lunga si è talvolta rivelato un fattore di profonde discussioni. Insieme alle questioni tattiche che hanno aperto delle spaccature all'interno dell'opinione pubblica. I tifosi italiani hanno ormai composto due filoni di pensiero: ci sono alcuni che optano per il celebre slogan berlusconiano "No el capisse un casso" e c'è invece chi opta per il grido "Allegri miglior allenatore italiano". A ragion veduta. Come dire, nessuno avrebbe mai scoperto Mario Mandzukic nell'insolita posizione di "esterno" d'attacco. Chapeau Allegri sotto tanti punti di vista. Ebbene, ci sarebbero tanti discorsi da affrontare, numerose dinamiche da illustrare. Proviamo a sintetizzare la situazione e a rispolverare qualche vecchio aneddoto che ha visto protagonisti campioni del calibro di Gattuso, Bonucci e Inzaghi.

Breve premessa, nessuno può negare che Allegri nel suo palmares abbia raccolto vittorie straordinarie frutto anche di un gioco propositivo e soprattutto equilibrato e razionale, su tutte l'ultimo scudetto del Milan nel 2011 e i successi ripetuti con la Juventus, comprese le due finali di Champions. Rovescio della medaglia, Allegri è riuscito a buttare via uno scudetto con il Milan a vantaggio della Juventus, dopo aver avuto una valanga di punti di vantaggio sui rivali. Allegri è stato capace di realizzare discussioni animate, non soltanto con Inzaghi con cui per poco non ci scappava una rissa, ma anche con Bonucci (guarda caso via dalla Juve) e anni fa con Nesta e con Gattuso. Chi più ne ha più ne metta, verrebbe da dire. Quest'ultimo si limitò nell'estate 2012 ad una dichiarazione suggestiva: "Io e Nesta siamo andati via perché Allegri non ci voleva". Anche Seedorf pare non aver mai avuto un rapporto idilliaco con Max che, con tutto il rispetto, ha mostrato talvolta una sorta di mancanza di “passione” nei confronti di alcuni, soprattutto con i vecchi senatori del Milan. Questo è quanto ci illustra e ci riporta la storia. Veri o non veri che siano, di episodi emblematici a tal proposito ce ne sono davvero in quantità industriale. L'occhio della critica non fa sconti, tuttavia Allegri nel corso degli anni ha mostrato una crescita esemplare dal punto di vista umana e professionale, trascinando la Juventus nei gradini più elevati del calcio mondiale. Le elevate performance della Juventus, occorre essere sinceri, vanno di pari passo con il trend crescente di Max Allegri a livello di carattere, mentalità, tattica e competenza. Una maturazione del tecnico a 360°, anche di fronte a microfoni e telecamere dove ora riesce a "destreggiarsi" con stile molto più british, con tanta più eleganza e signorilità rispetto a qualche anno fa. La ciliegina sulla torta, adesso, sarebbe alzare al cielo la Champions. Max ci crede più che mai, Chiellini in questi giorni è stato chiarissimo: "Vogliamo vincere tutto". A buon intenditor poche parole.