Il calcio italiano a volta sembra un Inferno. Allora proviamo a chiedere lumi al "sommo poeta", il massimo esperto di inferno per provare a comprendere i più importanti interpreti delle squadre nazionali. Oggi proviamo a dare un volto infernale a Maurizio Sarri, fresco allenatore della Juventus. Dobbiamo, prima di tutto, dire che la dirigenza della squadra campione d'Italia ha avuto coraggio nella scelta. Abbandonare Allegri, un vincente sotto tutti i punti di vista, per rivolgersi a Sarri, che proprio la maschera del vincente non l'ha mai avuta addosso, non è certo una scelta facile. Le precedenti esperienze del neo allenatore juventino parlano solo di nobili piazzamenti nei campionati professionistici (soprattutto Empoli e Napoli, il terzo posto con il Chelsea non è un risultato da considerare accettabile) e una sola coppa europea vinta (di recente attribuzione). Maurizio Sarri è poi lontano anni luce dallo stile Juventus. Focoso non solo nell'eloquio ma anche nell'apparenza, è molto distante anche dal più animato e focoso Massimiliano Allegri. Così distante che, nell'estate appena passata, molti giornalisti e tifosi si sono domandati come potesse coabitare il bravo Sarri con un ambiente che ha fatto dello stile una scelta. Credo che tutte queste caratteristiche così lontane dallo stile juventino abbiano fatto propendere i dirigenti a questa scelta strana ma che indica il desiderio di rompere non con lo stile ma con le persone che hanno fatto arrivare la Juventus a questi livelli. Anche perchè, a dircela tutta, la Juventus è sicuramente la squadra più forte in Italia, ma la sua ossessione resta il risultato non ancora ottenuto: la Champions League.

Allora ecco perchè Maurizio Sarri, uno che, come il Conte Ugolino della Gherardesca narrato dal sommo poeta, ha una fame insaziabile
. Il Maurizione juventino è uno che ha bisogno di affermarsi a livello nazionale ed internazionale con la brama di chi non tocca cibo da sempre. Ugolino/Maurizio è nelle condizioni ideali per sfamare il suo appetito avendo a disposizione risorse eccellenti e una dirigenza che punta proprio su quelli che sono i suoi desideri. Ha tutto per vincere: una situazione storica favorevole (nessuna squadra è meglio considerata della Juventus sia in campo nazionale che, per quello che riguarda le italiane, in campo internazionale), i giocatori (ha abbondanza, forse troppa, di talenti a sua disposizione con la possibilità di costruire il metodo di gioco per lui ideale), il fiato sul collo degli avversari (che è sempre uno stimolo importante soprattutto per uno sanguigno come il nostro "della Gherardesca") e il favore dei suoi tifosi (che dopo un primo abbozzo di dubbio si sono tutti rivolti, con fiducia, a suffragare le scelte dirigenziali). Rimane solo un dubbio. Il Conte Ugolino della Gherardesca, morto per stenti dovuti alla fame e destinato da Dante ad una eternità di continua inedia, la leggenda lo vuole carnivoro dei suoi stessi figli e nipoti. Per analogia non vorremmo che il buon Maurizio si mangiasse tutto l'opulento piatto che è apparecchiato davanti a lui, senza riuscire a placare in eterno la sua fame.