Ho atteso un po' di tempo prima di dire la mia sull'ennesima eliminazione della Juventus dalla tanto sospirata Champions. Questo perchè, a caldo, si possono dare giudizi impulsivi dettati non da una serena e asettica valutazione dei fatti, ma da spinte emozionali che tendono a stravolgere la realtà.
Ho letto critiche accese a Ronaldo. Non ci sono dubbi. Cr7, da qualche tempo (non solo dalla gara col Porto) ha perso la bussola, si è smarrito in un confronto con se stesso nel desiderio di privilegiare più il suo mantra personale che quello dell'intera squadra. Questo momento di ego esasperato, non suffragato da prestazioni e da gol del suo prestigio, hanno finito per depauperare una parte della sua gloriosa immagine. Nello stesso tempo, proprio a livello psicologico, vi è stato un cedimento per così dire "strutturale" che ha determinato un'evoluzione negativa del suo percorso prestazionale. Insomma Ronaldo, perdendo stimoli positivi e di piena serenità con se stesso, si è trovato a intraprendere una battaglia interiore enucleata dal concetto di collettivo. Cristiano ha bisogno solo di rimuovere dubbi ed incertezze sul suo futuro bianconero. Se tornerà sereno ritroverà la via del gol, solo temporaneamente smarrita. La Juve ha compromesso la qualificazione nella gara d'andata. Certe masochistiche situazioni già presenti a Porto si sono paradossalmente ripetute anche a Torino. Retropassaggio corto di Bentancour in Portogallo, rigore ingenuo di De Miral e salto congiunto, in barriera, di Ronaldo e Rabiot , hanno regalato il passaggio del turno ai lusitani. I portoghesi, che verranno spazzati via nel prossimo turno, hanno preso, ringraziato e portato a casa. Quindi, nessuno disconosce gli errori grossolani dei bianconeri ma nel contempo, nessuno o pochi, hanno messo in risalto l'ennesimo arbitraggio sfavorevole e una buona dose di sfortuna da mettere in conto. Due rigori, almeno dubbi, assolutamente trascurati. Mi riferisco all'entrata travolgente a valanga (gli è mancata la ruspa) su Ronaldo da parte del portiere portoghese e l'intervento su De Light volato in area per colpa dello "spirito santo". Per non parlare dei falli invertiti che hanno dato origine al calcio di punizione da cui è nato il gol eliminazione. Rabiot era entrato in modo pulitissimo sul pallone mentre l'arbitro ha giudicato falloso e degno addirittura di ammonizione il suo intervento. Infine per ultimo, ma non ultimo, lo sgambetto velenoso del portiere portoghese a Morata mentre quest'ultimo si stava alzando per festeggiare il gol di Chiesa. Episodio ripreso in modo cristallino dalle telecamere, ma totalmente ignorato da Kuipers e soprattutto dal Var. Si sarebbe trattato di espulsione diretta. Per terminare le numerose parate miracolose di Marchesin e il fuorigioco millimetrico di Morata, che era andato in gol, hanno completato il quadro negativo.
Tutto ciò messo sotto il tappeto dai media nazionali ed internazionali. In ogni caso la prestazione sublime di Chiesa, quella di Cuadrado (a volte un po' confusa) e lo spirito di gruppo, sono le basi su cui ripartire con nuovi più "domestici" obiettivi. Essenziale viatico per una riscossa, comunque, non facile.