Quando metteva piede in campo esclamavo: "Ecco il prossimo campione della Juventus!". Ero rimasto folgorato dalle decine di video che giravano nel web, e dalle prime palle toccate nella Juventus. Ero deciso a scommettere che questo ragazzo costato 23 milioni di euro avrebbe fatto le fortune della mia squadra. Ma vuoi gli allenatori, vuoi quel maledetto infortunio in Nazionale croata (rottura del legamento crociato anteriore e una parziale lesione del menisco e del collaterale) in quel 28 marzo 2017, si è spezzato il sogno di molti suoi estimatori nonchè tifosi bianconeri, che in quell'immagine di sofferenza hanno esclamato: "non ci voleva!". Marko Pjaca da quel giorno non fu più lui,la riabilitazione e il ritorno in campo evidenziarono il suo declino a soli 21 anni: la Juventus però decise di continuare a scommettere in lui, lo girò in prestito allo Schalke 04 e poi alla Fiorentina, ma anche in quel caso l'ala croata non fece nulla di eccezionale, anzi relegato in panchina anche nel club tedesco e in quello viola. Il suo calo continuava a pervadere la sua mente.

Nel luglio 2019 quando Aroon Ramsey si presentava per la prima volta ad un gruppo sparuto di tifosi, nessuno o quasi si era accorto che in quella macchina c'era anche Marko Pjaca. Nessuno, solo la voce di un ragazzino che dice "Ma quello è Pjaca?", mentre il giocatore abbassa il vetro oscurato e accenna un timido sorriso. Pjaca sognava di diventare quel fenomeno croato che giocava al fianco del grande connazionale Mario Mandzukic e di vincere in bianconero da protagonista, ma tutto questo è solo un miraggio che dopo quel marzo 2017 resterà tale. Come se nulla gli ostruisse un radioso futuro, a marzo 2019 subisce un altro grave infortunio in allenamento con la rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro e per lui altro lungo stop. La Juventus anche in questa stagione lo girerà di nuovo in prestito forse in Italia, forse all'estero, per poi attendere la scadenza del contratto (2021) e liberarlo a costo zero, così da mettere il giocatore nella lista dei non-influenti nella storia bianconera, mentre rientrerà in quella "poteva essere ma non è stato".