Ah l'Olanda... una nazione bellissima da visitare ricca di tantissimi tulipani, ma soprattutto di tantissime glorie del calcio. Ci troviamo ad Utrecht, una città dell'ononima provincia con una popolazione di 358.454 abitanti, il 31 ottobre del 1964 nasce una leggenda del calcio che negli anni a venire si prese la scena sul prato verde: Marco Van Basten. Soprannominato appunto, il cigno di Utrecht, era un centravanti dotato di una tecnica eccezionale nonchè di notevole eleganza e rapidità con i movimenti. Era molto abile con entrambi i piedi, in possesso di un tiro potente e preciso sia in corsa, sia da fermo. Mostrava diverse caratteristiche per le quali era divenuto uno tra i più forti attaccanti completi di sempre.

La carriera agonistica dell'olandese ebbe inizio all'età di sei anni, quando il padre che era campione dei Paesi Bassi nel 1958, lo affidò ai tecnici delle squadre della sua città nativa, prima l'EDO, poi l'UVV e infine nell'Elinkwijk. All'età di dodici anni era stato vicino al Feyernood ma senza successo. Nel 1981 si trasferì all'Ajax, dove giocava un'altra leggenda del calcio europeo, anch'esso olandese, sto parlando di Johan Cruijff. Il debutto per Marco avvenne il 3 aprile del 1982, all'età di 17 anni e mezzo prendendo proprio il posto di Cruijff, da lì arriva il suo primo goal all'esordio con i lancieri. Negli anni successivi continua contribuire con i suoi goal, infatti nell'annata 1983-1984 divenne capocannoniere con 28 reti (cosa che si ripeterà nella stagione successiva con 22 reti). Arriveranno anche i primi trofei tra cui: il campionato olandese, la Scarpa d'oro e la Coppa dei Paesi Bassi. Però arriveranno anche i primi infortuni, che lo costrinsero a stare lontano dal campo per un paio di mesi; ritonerà nella finale di Coppa delle Coppe in cui segnerà la rete decisiva. Da lì scopriranno che stava per andare a giocare con la maglia del Milan, era la sua ultima apparizione con la maglia dei lancieri. Con l'Ajax ha ottenuto 133 presenze segnando 128 goal, vincendo così vari trofei tra cui: 3 campionati olandesi, 3 coppe dei Paesi Bassi e appunto la Coppa delle Coppe.

La svolta arriva nel 1987 quando venne acquistato dal Milan per 1,75 miliardi di lire. Segna al debutto in campionato, nella partita contro il Pisa e purtroppo arriverà il secondo infortunio, che lo terrà lontano per ben 6 mesi. Quando ritornò in campo, i rossoneri erano in corsa per lo scudetto insieme al Napoli, i suoi goal decisivi contro Empoli e contro i partenopei regalano lo scudetto al Milan. Nell'annata 1988-1989, Van Basten (fresco vincitore del campionato europeo del 1988), si preparò per la nuova stagione, che è caratterizzata da una particolarità: si formò il cosidetto "trio dei tulipani" perchè a Milano arrivarono anche Frank Rijkaard e Ruud Gullit. Dopo nove anni, i rossoneri tornarono a giocare la Coppa dei Campioni. Van Basten disputa la sua miglior stagione della sua carriera, vince il Pallone d'oro, la Coppa dei Campioni, la Supercoppa Europea, la Coppa Intercontinentale e infine per la seconda volta consecutiva il Pallone d'oro.

Nella stagione 1989-1990, l'olandese ebbe purtroppo l'ennesimo infortunio, questa volta al menisco. Ritornato in campo dopo due mesi, Van Basten riesce a vincere per la prima volta la classifica marcatori in Serie A con 19 reti. Nella Coppa dei Campioni raggiunge la sua seconda finale e lui si risulta decisivo nelle partite contro Real Madrid, Mechelen, Bayern Monaco. Il Milan vincerà poi la finalissima del 23 maggio contro il Benfica per una rete a zero servendo l'assist al suo connazionale Frank Rijkaard che vale il quarto trionfo europeo. Altri trionfi arriveranno per l'attaccante olandese tra cui: la Supercoppa Europea e la Coppa Intercontinentale, però il ciclo di Arrigo Sacchi al Milan si ferma al capolinea, i rapporti tra i due era quasi rotto (si parlò addirittura di uno scontro).

Alla corte dei rossoneri arrivò Fabio Capello, il tecnico friulano ebbe una grande fiducia nei confronti dell'attacante olandese, che disputò una delle sue migliori stagioni della sua carriera. Van Basten riesce a vincere per la seconda volta la classifica capocannonieri con 25 goal. Si rivela decisivo anche nell'annata successiva con 8 goal nelle prime sei giornate e 12 nelle nove giornate; fece addirittura una quaterna per ben due volte. Nel mese di dicembre riceve per la terza volta in carriera il Pallone d'oro (impresa riuscita solo a Johan Cruijff e Michel Platini). Il giorno dopo la vittoria del Pallone d'oro, l'attaccante olandese decide di operarsi alla caviglia che lo tiene fuori dal campo per ben quattro mesi. Il suo ultimo goal della carriera arriva il 9 maggio 1993 nel match contro l'Ancona e il 16 maggio disputò la sua ultima partita di campionato. Viene messo in panchina nella finale di Coppa dei Campioni contro l'Olympique Marsiglia (che diventerà la detentrice di quella edizione), ma riesce a giocare qualche minuto nonostante la caviglia dolorante. Da lì chiuderà di fatto la sua carriera agonistica.
Si sottopone il 3 giugno del 1993 ad un'artroscopia e poi al quarto intervento chirurgico alla caviglia. Ci vogliono due anni per recuperare l'efficienza fisica, l'intervento sembra andare bene, ma agli inizi di novembre, il giocatore continua ad avvertire il dolore alla caviglia. Un nuovo esame condotto dal medico Antonio Viladot a Barcellona evidenzia putroppo una necessità di una quinta operazione alla caviglia. I tempi di recupero continuano ad essere lunghi, l'11 luglio si operò alla clinica di Anversa in artroscopia per la ripulitura dell'articolazione e per l'applicazione alla caviglia un "fissatore esterno" che venne rimosso il 3 ottobre. Alla fine dell'anno i progressi furono lenti e il ritorno in campo sembra essere ancora più lontano. Il 17 agosto del 1995 arriva l'annuncio shock del giocatore, che decide di ritirarsi per sempre dal calcio (tredici mesi dopo l'operazione chirurgica) all'età di 30 anni. Il giorno dopo salutò i tifosi milanisti a San Siro facendo un giro di campo. In una intervista del 2020, Van Basten ricorda il suo dolore con queste parole:
"C'era tristezza ovunque. Quella del pubblico, e la mia. Correvo, perché non volevo far vedere che zoppicavo, battevo le mani alla gente. E intanto pensavo che non c'ero già più, mi sembrava di essere ospite del mio funerale. Quella sera pensavo soltanto che la mia vita era stata il calcio. Adesso era diventata una fogna. Avevo il fegato a pezzi per gli antidolorifici. Avevo un dolore pazzesco a quella caviglia maledetta. Ero disperato. Dopo, quando ne sono uscito, ho capito di aver vissuto qualcosa di simile alla depressione."
Nel 2004 Carmelo Bene disse: "Il lutto per il suo ritiro anticipato non si è estinto e mai si estinguerà".

L'attaccante olandese ha giocato con la maglia della nazionale. Divenne il protagonista assoluto agli Europei del 1988, dove segnò il goal nella finalissima contro l'Unione Sovietica; la sua rete venne premiata da World Soccer come uno dei goal più belli della storia calcistica. 
Uno dei giocatori più celebri della storia rossonera che ha dato il meglio di sè, la maledizione degli infortuni lo ha costretto a lasciare troppo presto il mondo del pallone. Dall'Olanda all'Italia, un amore senza fine che verrà ricordato per sempre.

Un abbraccio Il Tifosino.