TORINO - All’apparenza sembra una favola senza il lieto fine. E forse non soltanto all’apparenza.

Dopo una vita spesa in bianconero, Claudio Marchisio e la Juventus decidono di prendere strade diverse proprio alla deadline del mercato.

Una mossa inaspettata se si prendono in considerazione le tempistiche. Una decisione probabilmente ponderata, invece, se si fa la tara al modus operandi della Juventus e alle necessità ed aspettative di un campione che, seppur nella fase discendente della propria carriera, sente di poter ancora essere protagonista. Dove? Ancora non è dato sapere ma la rescissione (consensuale) del contratto gli permetterà di poter valutare con calma le possibili destinazioni anche a calciomercato ufficialmente terminato.

Rescissione consensuale, si diceva in precedenza. Le due parole chiave che possono aiutare a capire i motivi che si celano dietro un divorzio certamente doloroso ma che in fondo fa il gioco di tutte le parti in causa.

E’ lecito pensare che nelle ultime settimane Marchisio, Allegri ed il management bianconero si siano parlati, chissà scontrati, confrontati, capiti, forse. Sì, perché uno dei simboli più “puri” della juventinità degli ultimi anni, ha probabilmente annusato l’aria: tradotto, in un centrocampo affollato e infarcito di compagni di reparto nel loro “prime” (Khedira e Matuidi a parte), gli spazi per il “principino” si sarebbero ulteriormente ridotti. Sarebbe diventato il 6° uomo sì, ma del centrocampo. 

Un aspetto con cui Marchisio ha già dovuto e saputo convivere nelle ultime due stagioni quando ha recitato  con umiltà e spirito d’appartenenza la parte del comprimario dopo anni vissuti da primattore soprattutto nel ruolo di mezzala. Quando dentro, però, ti arde ancora quel sacro fuoco c’è poco da fare: si vuole essere protagonisti. Ecco perché per Marchisio si potrebbe aprire un autunno di carriera denso di soddisfazioni in un campionato magari meno competitivo (MLS?) ma ugualmente stimolante. La Juventus, secondo gli spifferi che filtrano da radiomercato, è presumibile lavorasse ad un epilogo del genere fin dall’inizio del mercato. Al di là del risparmio economico dettato dal taglio dell’ingaggio del giocatore, alla Continassa si guarda alle bandiere con lo stesso pragmatismo, lucidità ed oculatezza con i quali si opera sul mercato e non solo. C’è stato un tempo per Del Piero, onorato e rispettato, certo, ma al quale non si è voluto prolungare una volta di più il contratto. C’è stato un tempo per Buffon che solo 3 mesi fa è stato lasciato libero di scegliere una nuova avventura dopo che il club si era cautelato con Szczesny dando per scontato il ritiro di “Superman” alla scadenza del contratto con i bianconeri. C’è stato, infine, un tempo per Marchisio, un campione ormai non più al centro della scena. “Non riesco a smettere di guardare questa fotografia e queste strisce su cui ho scritto la mia vita di uomo e di calciatore. Amo questa maglia al punto che, nonostante tutto, sono convinto che il bene della squadra venga prima. Sempre”, ha appena twittato Marchisio.. L’ ultimo atto di gratitudine per quello che sarà sempre il “suo” club. Le ultime parole da juventino utili per suggellare, una volta di più, una storia di un grande amore. Finito.