Chissà che cosa avrebbero detto i contemporanei di Leonardo Da Vinci, se avessero avuto i social. E di Leopardi? Einstein? Rispetto ai geni del passato, quelli moderni devono fare i conti con Facebook, Twitter, Instagram e webidioti che ci scrivono.
Ieri è morto il più grande calciatore di tutti i tempi. Un genio assoluto che ha emozionato milioni di persone.

Eppure di fronte a questa perdita, in molti soloni da tastiera hanno pensato bene di ricordarne i trascorsi più oscuri: droga, alcol ed eccessi vari. Questo nel VANO tentativo di macchiarne le gesta sportive o smorzarne l'affetto naturale che Diego Armando Maradona ha saputo suscitare ovunque.
Purtroppo viviamo in tempi oscuri e non solo per il Covid. C'è un moralismo strisciante che vuole incrostare qualsiasi pensiero ammantando di politicamente corretto. Avere Internet e una tastiera convince tanti poveretti del fatto che ciò possa essere sufficiente per esprimere giudizi morali su tutti. Si nascondono dietro nickname ridicoli quanto i loro scritti, spesso tanto sgrammaticati quanto pieni d'odio. Loro sono quelli che quando il saggio indica la luna guardano al dito, sono la testimonianza più limpida di quanto l'evoluzione umana sia tutt'altro che completa. Questi personaggi tuttavia è bene saperlo NON SONO INNOCUI. Purtroppo la loro melma imbratta e contagia peggio di un virus. Tocca isolarli, annichilrli di fronte alle immensità delle scempiaggini che pensano di poter scrivere impuniti.
A loro Diego ha fatto gol per tutta la sua vita, ogni volta che alza un trofeo e anche adesso che il mondo lo sommerge d'affetto.
Ciao Diego io tifo Milan, ma tu eri il calcio.