C'è un nuovo aquilotto nel nido dell'aquila biancoceleste a Roma. Manuel Lazzari è ufficialmente un nuovo giocatore alla corte di Claudio Lotito. Voluto e cercato perchè serve, maledettamente serve. Perché alla Lazio serve un uomo in fascia, veloce e pratico, e Manuel lo è.

Lascia la Spal, squadra che lo ha scoperto e cresciuto, con la quale ha scalato le classifiche dalla C2 alla serie A. A Ferrara con l'arrivo di mister Leonardo Semplici è diventato prima titolare della maglia biancazzurra e poi l'ha trascinata fino in serie A con le sue incursioni nelle aree avversarie e i sui assist. E della Spal è diventato bandiera.

Ma cosa è nel calcio di oggi una bandiera? Per questo titolo non importa il contributo dato, di molti giocatori si apprezzano doti che spesso non sono né atletiche e né tantomeno tecniche. Molti sono indispensabili perchè sono ottimali allo schema dell'allenatore, sono d'esempio per chi, nuovo inserito, deve capire i movimenti con la palla e quelli senza palla, per le fasi d'attacco e per quelle difensive. Altri giocatori sono "uomini spogliatoio" e servono a tenere unito un gruppo e alto l'umore della squadra. In alcune partite importanti, quelle in cui ti giochi una stagione, un derby o il match con l'antagonista più preoccupante, serve chi stempera la tensione perchè senza di esso chi fa gol e chi para, chi propone il gioco, a volte non è in grado di farlo.

E Manuel Lazzari non era certo nessuna di queste tipologie di giocatori. La bandiera di nome Lazzari aveva i colori dell'umiltà, aveva il viso del ragazzo che cresce con l'impegno, con l'attenzione agli insegnamenti, con la voglia di stare insieme al gruppo senza nessuna preferenza, con Antenucci e con Vicari, con gli amici di sempre. Come quella volta a Terni negli spogliatoi a festeggiare con Silvestri la vittoria del campionato di B e la promozione in serie A. Lazzari era amato perché è uno che fa innamorare la gente per la sua semplicità.

Ovunque si è presentato Manuel si è fatto rispettare. Nel 2015 quando l'Udinese inaugurò lo stadio Friuli, chiamò la Spal e un paio di squadre asiatiche allora note per un triangolare di allenamento. Doveva essere un vernissage per la presentazione della nuova struttura (ancora incompleta per una tribuna laterale). Era l'Udinese di Zapata e Di Natale, mica pizza e fichi. Lui li fece letteralmente impazzire. Finì 0-1 con fischi finali per la squadra locale e gli applausi furono per la Spal e per Lazzari.

Ieri si è presentato a Formello. Maglietta sbracciata e zainetto. Ai molti che non lo conoscevano è sembrato un ragazzino in un tour walkabout organizzato dall'ufficio marketing della Lazio. Ma nel video postato sul canale social Facebook dall'ufficio stampa laziale, invece, ha destato lo stupore generale per la limpidezza dell'emozione provata dal giovane giocatore biancoceleste al cospetto dei nuovi compagni. Mister Inzaghi se l'è coccolato, i compagni gli hanno stretto la mano e lo stesso Lulic, che gli aveva riservato "trattamenti particolari" nelle passate amichevoli in quel di Auronzo, si è complimentato con lui. 

Il post della Lazio su Facebook di presentazione ha staccato un vero e proprio record di preferenze: in appena 24 ore ha avuto più di 1000 condivisioni, quasi 6000 reactions e circa 650 commenti. Un exploit degno di un grande giocatore. E l'ingrediente fondamentale è solo la sua naturalezza. Non c'entra nulla la tecnica e la forza atletica.

Un'aquila nuova è nel nido biancoceleste.
C'è chi già giura che sarà un rapace di quelli che cattureranno molti punti. Di certo insegnerà a molti l'abnegazione e lo spirito di gruppo. Ma non sarà per sempre. Forse Manuel è su quel nido per spiccare il volo. Verso l'Europa dei grandi club. Perchè è un soldato silenzioso di quelli che non hanno paura della battaglia. Di quelli che spesso le battaglie le vincono.
Buena suerte ragazzo!