La Juventus è allo sbando? Sì, purtroppo siamo arrivati al capolinea, lo dico io che aspiravo al decimo scudetto di fila, poco prima che arrivasse l'ufficialità di Andrea Pirlo, già perchè in quel momento non mi sono cadute solo le braccia... La Juventus ha finito la benzina, le idee, e la colpa di chi è? Facile addosare la colpa al tecnico di turno, il primo che aveva vinto lo scudetto e Supercoppa Italiana (Allegri), il secondo solo lo scudetto. Ma alla fine non è l'obiettivo massimo di squadra società nelle ultime due stagioni? Davvero qualcuno pensava che questa Juve potesse davvero vincere la Champions? Ma dai...

Mi sono spesso domandato perchè mai molti tifosi prendevano di punta presidente e dirigenti, pensando che un tifoso di una squadra che lotta spesso per la salvezza o per un piazzamento di mezza classifica avrebbero voluto che quella squadra potesse crescere mantenendo sempre la stessa rosa, e non cedendo i migliori, ma da tifoso juventino pensavo: "Come possono chiedere la luna ad una società che speranodi prendere giocatori sconosciuti, che in una stagione azzeccata gli possono portare quei soldi per costruire mezza squadra?". Ma se ci spostiamo in una società come la Juventus, tutto cambia... La Juventus è una società che grazie all'arrivo di Beppe Marotta nel 2010, ha avuto la forza di ritornare, anche perchè fosse arrivato un dg diverso della Juventus oggi non conteremo nemmeno un trofeo, visto che era già in una crisi profonda, grazie a chi ha preceduto l'arrivo di Andrea Agnelli presidente ufficiale e Beppe Marotta. La Juventus ha avuto degli step, il primo proprio l'arrivo di Marotta, che ha rimesso pietra dopo pietra il bilancio in attivo, e grazie anche alle intuizioni e alle grandi opportunità, riportato nomi importanti in una società che da quel 2006 - anno del tracollo di Calciopoli - tutti snobbavano, anzi gli preferivano società con meno importanza. Forse per qualcuno quella botta aveva portato la Juventus ad essere una squadra da mezza classifica, e che non sarebbe più tornata ad altissimi livelli. Marotta, con caparbietà, è riuscito a convincere giocatori svincolati da grandi club ad accettare il progetto Juve a partire dalla stagione 2011-2012, partendo proprio da un tecnico di belle speranze come Antonio Conte. La Juventus quindi stava pian piano tornando, anche se la prima stagione per molti era stata davvero un colpo di fortuna, diciamo il novello Conte aveva avuto la fortuna del principiante, anche se poi la squadra giocava davvero molto bene. Agnelli sembrava soddisfatto, aveva investito bene per il Dg e per il Ds, il giovane Fabio Paratici, sembrava pronto a dare il suo contributo alla causa bianconera. Tutto fila liscio, la Juventus torna a incrementare, torna ad essere una società nel quale molti giocatori vogliono giocare, intanto Alex Del Piero, in rotta con il presidente stesso, si defila e va via dopo 19 anni di carriera bianconera, non lo si vedrà più da quel dì, né allo stadio né in un campo d'allenamento che sia la Continassa o altro. Il nome di Del Piero è presente solo nella stella dei migliori 50 nella storia bianconera e negli almanacchi, ma di lui oramai le tracce si sono perse. Lo si vede su Sky come opinionista, ma le sue parole sono decise, e non si lascia coinvolgere dalla sua fede bianconera, anche se del presidente Agnelli ne parla, solo se dopo il cognome si accompagna dal nome Gianni o Umberto. Alex non farà mai più parte della Juve, né come dirigente, né come allenatore, ma solo da tifoso, che da bambino sognava di indossare la maglia di Michel Platini numero 10, del quale aveva un poster in cameretta, e di diventare un giocatore della Juventus, entrambe le cose poi sono accadute, anche se dopo quel Juventus-Atalanta del maggio 2012, tutto è cambiato e sembra in modo definitivo. Marotta in quel caso è stato messo a dura prova: già, perchè trovare un degno sostituto del capitano e bandiera Del Piero era davvero difficile, anche se poi arriva solo un Sebastian Giovinco, il quale ai tifosi fa storcere il naso e non poco, però rafforza con l'arrivo di Paul Pogba e Arturo Vidal il centrocampo, che aveva delle belle lacune. Marotta continua a far crescere la Juventus, profilo monetario eprofilo tecnico, tutto sembra andare bene, e sul campo lo stesso, l'Europa avrebbe potuto aspettare ancora un po'...

Estate 2014, iniziano i primi dissidi in casa Juve. Antonio Conte vuole una rosa più importante, ma gli viene dato il benservito, anzi se lo dà da solo, lasciando a meno di un mese dall'inizio di campionato. Marotta, che lo aveva portato sulla panchina bianconera, gioca in anticipo, e porta subito Max Allegri alla corte bianconera, un tecnico aziendalista, proprio quello perfetto per questa società, uno che accetta quel che gli viene proposto sotto il profilo rosa. Allegri non fa sentire la mancanza di Conte, anzi migliora tutto, e si fa due finali di Champions, cosa che Conte non aveva fatto nei suoi tre anni precedenti. Ma anche qui qualcosa non va, si dice sia il gioco, ma alla fine si rivela il non aver vinto la Champions. Nel 2018 si continua sempre con lo stesso allenatore, ma uno screzio in società apre la spaccatura tra Andrea Agnelli e Beppe Marotta: il nodo è l'arrivo imminente di Cristiano Ronaldo, cosa che al Dg bianconero non va giù, lui preferirebbe spendere quei 100 milioni per acquisti mirati in zone del campo che necessitano, ma non c'è nulla da fare. Andrea Agnelli vola in Grecia, dove il campione portoghse sta svolgendo le sue vacanze, e lo convince, con 35 milioni di euro d'ingaggio, poi chiude con il Real. Per Agnelli di ritorno dalla Grecia, le parole di Beppe Marotta sono un affronto, e decide di mandarlo via. Ecco che iniziano i primi problemi.

Da quel 2018, anno in cui Beppe Marotta esce della società Juventus, cambia tutto. Il presidente invece di trovare un degno sostituto, promuove Fabio Paratici e gli affianca il vicepresidente Pavel Nedved, e da quel momento partono i danni nella Juventus. Tutto quel che di buono era stato fatto da Beppe Marotta si sfalda nel giro di una stagione: dagli arrivi ottimi, si arriva a prendere giocatori che invece di rafforzare la squadra sembrano indebolirla, il solo Matthjis De Ligt è la nota dolce, per il resto... una ecatombe. L'addio di Joao Cancelo, uno degli esterni destri più promettenti, per portare un giocatore bollito come Danilo, per lo più allo stesso prezzo, l'arrivo di Gordon... Pardon... Aaron Ramsey, preso per una scarpa e una ciabatta a costo zero e infortunato, con lui Adrien Rabiot seguito da due anni e arrivato a costo zero, entrambi con un ingaggio dorato, 7 e 8 milioni, per due giocatori che per ben 5 mesi non avevano fatto vedere nulla, togliendo l'ultimo perido del francese appena in ripresa. Ma questo forse il presidente non lo vedeva, anzi forse non l'ha mai visto. Si decide quindi di prendere un nuovo allenatore, pianti finti in conferenza per salutare Max Allegri, che poi se uno soffrisse così tanto non lo manderebbe via, e arrivo di Maurizio Sarri, tecnico distante anni luce dal modo di giocare della Juventus. E qui che il tecnico venne catapultato in una favola... Pinocchio.

Così inizia la storia del buon Pinocchio Sarri, che viene mandato in strada, dove cominciando a camminare incontra un grande carro, da quel carro esce Mangiafuoco Agnelli e i fidi Gatto Paratici e Volpe Nedved, che lo ammaliano con le loro parole, tanto da convincerlo ad entrare in società: "Tu ci cedi, quattro monete e ti iscriviamo al concorso delle celebrità". Pinocchio Sarri entra così nello spogliatoio per cambiarsi, e tra le tante marionette non ne vede uno che abbia un vestito adatto a lui; O troppo vecchio (Buffon, Chiellini, Bonucci, Higuian), o troppo rotto (Khedira, Ramsey, De Sciglio, Douglas Costa), oppure troppo brutto (Rugani), eppure prende quattro stracci e li indossa, lui è felice di vestirsi alla buona, forse se quei vestiti in quell'armadio si potessero vendere e prenderne alcuni usati ma buoni, forse potrebbe essere più felice  ma Mangiafuoco Agnelli è sempre scuro in volto, e intanto tiene i fili del Gatto e la Volpe che sembrano impauriti a dare consigli al buon Pinocchio, forse quello di non accettare la proposta di Mangiafuoco Agnelli, e di scappare prima che sia troppo tardi, ma che nella loro stupidità e paura, dall'altra se la ridono compiaciuti alle parole del loro padrone, che come sempre a fine anno gli darà i suoi avanzi, che per loro sono il pane quotidiano. Il Pinocchio Sarri chiede a Mangiafuoco: "Ho visto che in quello spogliatoio, tutto e vecchio e mal ridotto. Non ho trovato nulla di buono. Non potrebbe venderli e comprare degli usati più curati?". Mangiafuoco dopo aver battuto il suo pugno sul tavolo tuona: "Cosa? Quegli abiti sono nuovi, anche dopo tanti anni, quindi li dovrai indossare anche tu, come i tuoi predecessori, il Micio Conte e il Becchino Allegri". Il Pinocchio Sarri, dopo aver firmato il suo accordo con Mangiafuoco, venne lasciato nel carro, chiuso a lucchetto. Nella notte mentre guardava fuori dalle sbarre, sentì una voce: "Pinocchio Sarri, ma cosa hai fatto, non dovevi firmare quell'accordo", così che voltandosi si trovò davanti il Grillo Parlante Marino: "Adesso sei diventato di sua proprietà, e ti porterà alla rovina". Poi d'incanto apparve una bella signora, già la Fatina Turchina Partenope, che gli disse "Vieni figlio mio, vieni tra le mie braccia. Quel Mangiafuoco lì, farà del tutto per metterti in difficoltà, non ti aiuterà, se non nel cadere". Il Pinocchio Sarri chiese: "Come faccio Fatina Partenope, io non sapevo che mi avrebbe trattato così, ora tutti penseranno che è colpa mia, mentre sono solo un manichino nelle sue mani" e giù altre lacrime, tanto da bagnarsi tutti i vestiti. Dal carro di fronte tra le risa c'erano le marionette, tutti con indosso una maglia a righe, che lo deridevano, anzi alcuni facevano una specie di votazione, ed estraendo da un vecchio cappello un foglietto, lo insultavano, e i più vecchi, invece di mettere pace, facevano finta di nulla, erano 23 marionette contro di lui. Il Pinocchio Sarri fece finta di nulla, anzi una volta uscito dal carro, decise di evadere dal tutto, incontrò Lucignolo De Laurentiis, che gli disse: "Vieni con me nel Paese Dei Balocchi, li ti divertirai un sacco e potrai fare tutto quello che non ti concedono qui". Sarri era contrario, ma continuando a pensare alle prese in giro, alla fine decise di salire sul carro e di andarsi a divertire. Il giorno dopo si risvegliò tramutato in ciuchino, tanto che Lucignolo De Laurentis, gli disse: "Hai visto, per quanto tifi Napoli, sei diventato la sua mascotte", ma in aiuto di Pinocchio Sarri arrivò di nuovo la Fatina Partenope, che gli diede un altra possibilità.

Mangiafuoco, intanto era nero in volto, perchè Pinocchio Sarri non stava facendo quel che il Becchino Allegri l'anno prima aveva fatto, per questo decise di non nominarlo più davanti ai suoi amici, anzi era pronto a sacrificarlo per attizzare il suo fuoco, ma tutto a suo tempo. Intanto delle voci lo inseguivano, gli dicevano: "Pinocchio Sarri, tu non sarai mai nostro amico, noi non ti vogliamo e faremo del tutto perchè Mangiafuoco ti butti nel fuoco, e mentre arderai noi festeggeremo". Pinocchio Sarri continuò per la sua strada, sicuro che alla fine conquistando o no la loro amicizia sarebbe arrivato nel posto più bello, dove c'era il Carro Dei Vincitori. Alla fine Pinocchio Sarri, sotto un luglio infernale, riuscì ad arrivare proprio in quel posto che aveva sognato, ma anche in quel caso le marionette più vecchie, invece di festeggiarlo, erano scure in volto, non erano felici, perchè questo avrebbe portato Mangiafuoco a tenerlo con loro ancora una stagione. Così in una sera di pieno agosto, decisero di parlarne con Mangiafuoco, ma lui gli ordinò: "Lo arderò sotto il mio fuoco, solo se non riesce ad arrivare sulla strada d'oro (Champions League)". Così le marionette decisero di comune accordo di non rispondere più a Pinocchio Sarri, anzi appena questi si girava lo deridevano. La sera dell'8 agosto, quindi, mentre Pinocchio Sarri era intento ad andare verso la strada d'oro, si trovò davanti un grande muro invalicabile (rosa contro), tentò in tutti i modi di buttarlo giù, di scavalcarlo, di aggirarlo, ma non vi riuscì, così per la paura che Mangiafuoco lo avrebbe chiamato ad attizzare il suo fuoco, decise di scappare, tra la foresta e di non farsi più vedere, ma non prima di essere tornato al carro, aver preso la mappa dove Mangiafuoco aveva segnato il luogo dove aveva nascosto le monete d'oro (altri due anni di contratto da 6,5), quelle monete che il Gatto Paratici e la Volpe Nedved avevano sotterrato nel Campo dei Miracoli, e che Mangiafuoco sperava che lo smemorato Pinocchio Sarri si fosse dimenticato, ma non aveva fatto i conti bene...