Il progetto per la Juventus dell'imminente estate è ormai chiaro: rifondazione centrocampo. Con un Marchisio quasi sempre acciaccato, un Khedira luci e ombre, un Matuidi stakanovista ma che quando è stanco non riesce a dare il suo, la Juve ha avuto momenti di poca lucidità durante la stagione, quelli che poi hanno fatto uscire le storie sul "bel gioco", un po' smentite dai numeri (Juve miglior attacco e miglior difesa).                                                    Il cambiamento però, in un modo o nell'altro deve arrivare, per incominciare un nuovo ciclo vincente e chi meglio di un mix di giovani già pronti (Emre Can) e giovani in rampa di lancio?

Fra questi ultimi sicuramente Rolando Mandragora, profilo che si era subito distinto nella primavera del Grifone e che quest'anno, retrocessione a parte, ha confermato in quel di Crotone. Giocatore tutto campo, dotato di lunghe leve che gli permettono di andare rapidamente in copertura, ma anche di una grande lettura dell'azione, che gli permette di recuperare spesso palloni per poi impostare sull'esterno. In fase di attacco poi, Mandragora resta in zona avanzata e si trasforma in un trequartista che deve supportare l'azione offensiva di squadra per giungere alla conclusione.

Coetaneo di Bentancur, lui già alla corte di Allegri, Rolando vanta statistiche simili al talento dell'Uruguay che farebbero di lui un perfetto tassello nel mosaico juventino, soprattutto se si liberasse un po' di posto in mezzo al campo. A differenza di quest'ultimo però, che è già colonna portante del nuovo Uruguay dei campioncini targato Tabarez, Mandragora ha appena ottenuto la convocazione di Roberto Mancini per le prossime tre partite che disputerà la Nazionale Italiana. I numeri che ha fatto Rolando per meritarsi la maglia azzurra, in effetti, non sono per nulla banali per un ragazzo di 20 anni: i dati parlano chiaro, Mandragora ha giocato 36 delle 38 partite a disposizione, accumulando molta esperienza, intervenendo il 66% delle volte in scivolata in modo positivo, con una precisione di passaggio dell'81% e vantando anche due gol. Ovvio che ci siano anche delle caratteristiche su cui migliorare; il contrasto ad esempio, sia a terra che aereo, ma su di questo il ragazzo deve stare tranquillo, perchè Allegri conta molto sulla fisicità e a Vinovo gli aspetta tanta palestra e tanto allenamento che lo porterà a migliorare.

Ora la palla passa alla Juve, che sicuramente valuterà il giovane durante il ritiro estivo per vedere se portarlo in prima squadra, anche se non dipende tutto da lui.
Qualcosa dipenderà anche dal mercato dove la Juventus quest'anno, parola di Beppe Marotta, sarà molto attiva e regalerà sorprese. Con obbiettivi come Emre Can, Pellegrini, Cristante e Milinkovic-Savic anche un altro anno di prestito, magari in una società più grossa (Cagliari in caso di partenza di Barella) potrebbe essere la scelta giusta per dare la giusta continuità di crescita (e di convocazione in Nazionale) ad un giocatore dal quale la Juventus non deve staccare gli occhi.