Nonostante sia iscitto dal lontano 2011 su questo blog, è la prima volta che mi ritrovo a scrivere un articolo su cm.com per poter condividere l'idea che mi son fatto dalla diatriba Sarri-Mancini. Il mio pensiero potrà sembrare indubbiamente di parte, ma sinceramente poco ci bado: ho sempre cercato di esser prima obiettivo e poi tifoso. Mi son sempre prima congratulato con i vincitori prima di rattristarmi delle sconfitte, ammettendo la superiorità degli avversari a differenza di tanti colleghi di tifo. Ora ,però, bando alle ciance. Doverosa premessa: Sarri HA SBAGLIATO. E lo ha fatto sia sul campo, sia ai microfoni affermando che neanche si ricordasse di aver detto quelle parole, nonostante le scuse sia pubbliche che private. E se verrà multato, o ancor peggio, squalificato, sarà solo ed esclusivamente colpa sua. Fine premessa. Tuttavia, quel che più mi lascia riflettere è stato l'atteggiamento di Mancini. Ritengo che sia alquanto improbabile che in oltre 30 anni di carriera egli non abbia mai ricevuto insulti del genere sul rettangolo di gioco. Quel che io mi chiedo, perchè denunciarlo solo ora? E cosa avrebbe detto Sarri di così diverso rispetto a quel che si sente sull'80% dei campi di serie A ogni domenica? Niente. Perfettamente niente. Per individuare i motivi di questo pseudo-sfogo non basta analizzare esclusivamente l'episodio a sè stante, ma andrebbe fatta un'analisi più accurata del momento che vive il tecnico di Jesi. L'Inter quest'anno ha l'obbligo di qualificarsi per la Champions per rientrare dai profondi investimenti effettuati in sede di campagna estiva e per assicurarsi adeguati investimenti in quella che verrà. Non ci sono altre soluzioni. Ed il terzo posto non basta perchè non offre alcuna certezza di partecipare alla fase a gironi. Specialmente nel caso dell'Inter che ,ranking UEFA alla mano, dovrà affrontare l'eventuale playoff da NON testa di serie. Questo è un dato di fatto. Ed il rischio di beccare una spagnola, tedesca o inglese è molto elevato. Quindi ,benchè il terzo posto sia l'obiettivo minimo, esso non è soddisfacente. L'obiettivo è centrare uno dei primi due posti in classifica. Ed è qui che entra in gioco Sarri. Perchè se Mancini era perfettamente consapevole che sarebbe stata un'impresa ai limiti dell'impossibile chiudere il campionato davanti alla Juve, egli in cuor suo era confidente di poter avere buone chance di esser davanti al Napoli a fine campionato, speranza alimentata dal tonfo degli azzurri a Bologna , ove in quell' occasione, dimostrarono di non aver raggiunto la giusta mentalità per poter reggere alle pressioni che comporta vestire i gradi di prima della classe. Inoltre in quello stesso periodo l'Inter dava l'impressione di essere squadra matura ed equilibrata. Tuttavia l'ultima giornata di campionato ha minato pesantemente queste certezze. L'Inter ha dimostrato deficenze importanti nelle ultime giornate, mentre il Napoli è riuscito a ribaltare con sconcertante naturalezza una partita che era estremamente complicata con il Sassuolo (e Mancini era perfettamente cosciente delle insidie che nascondeva la gara con gli emiliani), dimostrando che la lezione di Bologna in realtà è servita al gruppo partenopeo per crescere ulteriormente. In un tal contesto, la possibilità di non chiudere nei primi due posti in graduatoria è alquanto reale. Ed è questo il motivo per cui Mancini ,a mio parere, ieri sera ha fatto saltare il banco dinanzi le telecamere. Un tentativo ultimo di spostare il confronto sul piano mediatico dal rettangolo verde, cercando di destabilizzare l'ambiente attaccando Sarri sperando che tutto ciò possa avere ripercussioni sul rendimento della squadra sul campo di gioco. Insomma, un all-in che sa tanto di bluff. Poi ripeto, Sarri HA SBAGLIATO ed è giusto che paghi, ma il Mancio ha scientemente colto la palla al balzo nel tentativo di destabilizzare un avversario che, al momento, da tutta l'impressione di esser superiore. Saluti