La storia si ripete!!
Come un gatto attaccato ai…… beh sapete dove, la storia ci perseguita. Dopo ogni successo importante a livello nazionale, entriamo sempre in un vortice di mediocrità, appagamento, che porta a delusioni impensabili. È successo dopo l’82 è successo dopo il 2006, e sta succedendo ancora. 
Perché succede sempre questo? Perché a differenza di altre nazionali non riusciamo ad aprire una sorta di ciclo che comprenda almeno un anno paio di competizioni internazionali? Beh i motivi sono molteplici, ma a mio avviso c’è sempre un denominatore comune.
Riconoscenza!
Uno dei motivi è senz’altro la riconoscenza. Dopo un successo c’è sempre questa dinamica per cui chi c’era e ha contribuito al successo ha una sorta di “pass” (non green!!) che gli garantisce la convocazione a prescindere. E questo è un rischio perché, come nelle squadre di club, il segreto della longevità dei successi sta proprio nel riuscire a cambiare in continuazione e a non fossilizzarsi mai. 
Poi c’è sempre la “paura” di rischiare i giovani. Devono giocare sempre gli stessi. Vecchi, stanchi, fuori forma, ma sempre comunque fissi in nazionale come i nostri politici e senatori a vita. 
Queste, a mio parere, sono le motivazioni principali in generale, ma quello che sta succedendo ora alla nostra nazionale ha un aggravante in più. 
La scarsezza!!
All’Europeo la nazionale mi ha emozionato e mi ha reso orgoglioso di questa squadra. Perché Mancini e il suo staff erano riusciti a creare un gruppo unito, una famiglia vera e propria, con dei principi e dei valori che hanno permesso di vivere quel sogno. Le lacrime e il senso di incredulità alla fine hanno unito una nazione dopo oltre un anno di difficoltà inimmaginabili. Ma bisogna essere onesti e ammettere che è stato un miracolo. Oltre a ciò che Mancini e la sua banda sono riusciti a mettere in campo, ci è voluto una sorta di congiunzione astrale, fortuna, e che tutto sia andato in un’unica direzione, come una magia. La cavalcata della nazionale all’Europeo l’ho vista come la favola dello scudetto del Verona o Sampdoria.
Tatticamente e tecnicamente, questa, è la nazionale più scarsa che io ricordi. Senza offesa per nessuno. Gente come Emerson, Acerbi, Dilorenzo, Bernardeschi, Berardi, Insigne, Belotti, Immobile, non sarebbero nemmeno convocati in una nazionale con aspirazioni di vittoria. Aggiungiamo gli ormai quasi ex giocatori come Chiellini ancora a “pretendere” un posto al mondiale (?) e il gioco è fatto. 
La vera nazionale, il vero valore di questa nazionale è questo attuale, non quello visto all’europeo. Quello è stato un sogno, ma ci siamo svegliati e la realtà è questa. Abbiamo un ottimo portiere, un centrocampo giovane e tecnico di valore e proiettato al futuro, con Barella,Verratti, Locatelli, Tonali, Zaniolo, Pellegrini, ma dietro e soprattutto davanti è miseria. Bernardeschi a parte per il quale un giorno qualcuno svelerà il quarto segreto di Fatima e allora “ forse” capiremo il motivo delle sue continue convocazioni, gli altri tre attaccanti arrivano da Torino, Lazio e Sassuolo, ma vogliamo fare sul serio??
Per carità non è colpa di Mancini o nostra se le maggiori squadra italiane non sono riuscite a puntare su attaccanti italiani, forse è solo la generazione, fatto sta che nessuna nazionale nella storia recente è mai riuscita a fare grandi cose con attaccanti che arrivavano da squadre di provincia.
Ora che ci possa essere la possibilità di “cannare” il secondo mondiale consecutivo sarebbe una cosa incredibile, impensabile anche a fronte di tutto quello che ho appena scritto. Scarsi sì, ma ci siamo complicati la vita da soli.
Sicuramente il senso di appagamento e la difficoltà di trovare quegli stimoli che si sono trovati in quella competizione hanno sicuramente amplificato tutti i limiti di questa nazionale.
Ora ci sono quattro mesi davanti per capire e trovare il coraggio delle scelte. Ci vuole coraggio Mancio, bisogna sapere mettere da parte ciò che ha portato a questa situazione. Basta gratitudine, basta senso reverenziale verso chi c’era e che non per forza dovrà esserci. Bisogna prendere il toro per le corna e andarsi a prendere il biglietto per il Qatar con freschezza, gioventù e voglia di giocare anche con un po’ di incoscienza. 
Io ci sarò sempre e comunque a dare tutto il mio sostegno a tifare Italia in un nuovo momento delicato come nel 2017, però stavolta vogliamo un epilogo diverso. Un’Italia per due volte fuori da un mondiale sarebbe un’onta per la nostra storia, di nazionale con quattro mondiali, sarebbe un fallimento totale che vanificherebbe anche l’europeo appena vinto. Poi ci toccherebbe subirci la solita tiritera dello scarica barile, dei proclami di rivoluzione del calcio italiano, gente che si autoproclama “ salvatori del calcio italiano” con idee stravaganti, praticamente tutto quello che era successo nel 2017 post Svezia, post Ventura e Tavecchio. Non fateci vivere un’altro incubo!!! Abbiamo perso il primo volo per il Qatar, non perdiamo anche l'ultimo treno!!
Forza Azzurri!!!