Eppure ad Alberto gliel’ho detto più e più volte, l’avevo già avvisato. Guarda che bere di prima mattina non fa bene; ti annebbia la mente e se sei obnubilato i selfie con la linguaccia non vengono divertenti, non risulti abbastanza simpatico; insomma non “buchi” l’obiettivo ed il fotografo s’arrabbia! Non ti dico poi che guai puoi combinare se ti metti a pontificare sull’energia e sulla massa…altro che E=mc²

… con le tue elucubrazioni sugli atomi rischi di far scoppiare "l’atomica" e poi sei costretto a scappare negli Stati Uniti ed a quel punto un altro Nobel…te lo sogni! Alberto mi guarda contrito, con la stessa espressione che assume il mio cane quando lo becco a rubare le crocchette, e serio serio mi domanda: Ma perché, che caz***ata ho detto stavolta? Ed io, con la stessa abituale pazienza di sempre, gli spiattello in faccia la dura realtà: fai lo gnorri? Non lo ricordi? Va bene ti rinfresco subito la memoria. Hai detto testualmente: ”Solo due cose sono infinite: l’Universo e la stupidità umana; riguardo all’Universo ho ancora dei dubbi.” A parte che non è vero  che la stupidità è infinita dato che l’ultimo stupido a nascere sono stato io, Frankie62, poi persero il clichè, mi avvilisco perché non riesco proprio a convincerti che sono ben altre le cose che “da sempre” sono infinite, quasi nascono insieme a noi e ci accompagnano nella vita. Quali? Mi domanda timidamente Alberto ed io, sempre più spazientito…me lo chiedi un’altra volta? E va bene, te lo ridico, ma che sia l’ultima, ok? Per il genere umano le cose infinite sono e saranno sempre queste due: Le donne e la squadra per cui tifi. E siccome sei un fisico te lo dimostro “scientificamente” citandoti le prove da me raccolte, personalmente, in esperimenti effettuati in oltre 50 anni.

22 maggio 1963, l’AC Milan decide di farmi il regalo di compleanno (con un giorno di ritardo ma ho gradito come un riccio ugualmente); si gioca la finale di Coppa dei campioni fra i campioni in carica del Benfica e i Rossoneri; la location è quella, almeno all’epoca più prestigiosa ed iconica, del Wembley stadium a Londra; non comincia benissimo ed al 20’ siamo già sotto di un gol perché Eusebio, la pantera nera del Mozambico, batte Giorgio Ghezzi con un pregevole tocco quasi nell’area piccola; ma noi stiamo già diventando il Milan, quello che non ha paura di nessuno nel mondo, ed a inizio ripresa li addentiamo alla giugulare e quella presa non la molliamo più sino a che non trionfiamo per la prima volta in Europa. Ci pensa Josè Altafini con una doppietta anche se sul secondo gol…quasi mi porta sulla coscienza dato che mi trascina vicino vicino all’infarto. Si, va bene…e le donne? Ehi, ho dieci anni, un po’ di pazienza che diamine, dicono che prometto bene…sto imparando e c’è pure quella amica di mia cugina che mi guarda strano. ed io qualcosa, un bruvidino, già la sento scendere giù per la colonna vertebrale. Chissà che sarà... 

Però il 28 maggio del 1969 (sempre, più o meno, quando compio gli anni…che tesori che sono questi impagabili rossoneri, sempre a farmi qualche regalo) di anni ne ho già qualcuno in più, le certezze aumentano con la consapevolezza dell’età che avanza inesorabile, ed il Milan lo amo alla follia. Stavolta ci esibiamo a Madrid al Santiago Bernabeu e lo spettacolo che forniamo e da stropicciarsi gli occhi. L'Ajax, i lancieri che vengono da Amsterdam li spazziamo via con un 4 a 1  che non ammette la minima replica. Ci guida il Paron Rocco e ci sono uccellino Hamrin e Cudicini, c’è Kalle Schnellinger e Basletta Lodetti e c’è  Pierino Prati che ne fa tre ma Gianni Rivera è di un altro pianeta e mi fa digerire persino Angelo Benedicto Sormani che mi sta simpatico e mi diverte come la corazzata Potemkin di fantozziana, futura, memoria. Però, subito dopo quella sbronza di calcio e di gioia, c’è Mariolina…che fa girare la testa a tutti ma non so perchè  ha scelto il sottoscritto. E la metropolitana sarà pure scomoda ma quelle carrozze ti danno un minimo di privacy e la posso tenere stretta a me;  e poi hanno messo la fermata vicino ai giardinetti. E lì, nei giardinetti, qualcosa in più ci è concesso e siamo pure una folla di ragazzi che stanno a fare tutti la stessa cosa e ci proteggiamo a vicenda: se mai si avvicinasse qualche idiota a dar fastidio si troverebbe contro un gruppo compatto, inferocito e deciso a spaccargli la faccia.

Il 16, che te lo dico a fare, maggio del ’73 segna Lucianone Chiarugi e vinciamo la Coppa delle Coppe contro il Leeds. Forse sarà perché non ho la ragazza ma a quella partita non sono tanto legato: troppa sofferenza! Praticamente ci difendiamo sempre ed io inizio un lungo periodo di piatta solitudine calcistica, inframmezzata dal solo ed unico scudetto del Barone Liedholm che però è quello della stella. Ma anche quello non ci emoziona più di tanto proprio perché Nils, da buon svedese, non ci coinvolge, trasmette solo un “allure algido”, quasi glaciale. Per fortuna the show must go on e c’è la vita dell’università e inizio ad interessarmi anche all’arte. Scopro che mi piace visitare le città; non “in solitaria”, ma solo se ho qualcuno che mi guida e che si prende il compito di introdurmi alle segrete cose ed ai luoghi nascosti e conosciuti da pochi; e a vent’anni mi scopro pure affascinato dai fuochi artificiali, soprattutto di quello che viene definito “fuoco a mare” (ma sempre in compagnia delle “giuste guide”). Insomma rischio di vivere, manco fossi Pablo Picasso o il figlio di Jung, un mio personalissimo “periodo cerebrale”.  
A parziale scusante (mia) bisogna dire ai "giovani d'oggi" che fino a qualche decennio fa, una volta compiuto 25/30 anni, acquisivi la qualifica, indesiderata quanto volete, di “uomo fatto e finito!”. Per cui non ti veniva concesso ulteriore spazio per mattane giovanili. Eri diventato, agli occhi della società, un “uomo responsabile”, un “affidabile” ormai incamminato verso la monogamia, il matrimonio e…la famiglia con figli. Ma meno male che c’è sempre il mio Milan a tirarmi fuori dalle peste e dopo un insopportabile letargo emotivo inizia l’epoca (o epopea?) berlusconiana e segniamo la storia calcistica del mondo intero con una striscia di campioni e vittorie che sembra infinita (e che tutti conoscete benissimo).
Ve ne declino solo tre di supercampioni per non scocciarvi o atteggiarmi a seguace di Nietzsche: Franco Baresi, Marco Van Basten e Clarence Seedorf (e credo vi bastino ampiamente).

E le donne? L’altra indiscussa parte dell’emisfero emozionale che fine ha fatto? Beh, la famiglia l’hai fatta ed un lavoro ce l’hai; sei un uomo saggio e, per scelta, anche monogamo, fedele, e rispettoso di chi si è legata a te e quindi hai appeso “gli scarpini” al chiodo. E’ vero? Sostanzialmente (ehm) si, però quella mattina il telefono suona ancora una volta e una delle impiegate, vedendomi impegnato, risponde al posto mio: “E’ dallo studio ****, hanno ancora problemi con quei servizi che gli abbiamo fornito qualche mese fa; mi ha detto il dott *** che sta venendo qualcuno dal suo ufficio per risolvere “oggi”, con te e solo con te, sti disguidi una volta per tutte!”. Non ho nemmeno il tempo di preoccuparmi che già bussano alla porta. Abbasso la maniglia e contemporaneamente, senza guardare, anche la testa, con una specie di riflesso condizionato forse presagendo le lamentele che mi aspetto. Prego, si accomodi, invito l'ospite sempre “alla cieca” ma il “miss Dior” che mi investe me la fa alzare subito e di scatto. E va bene che abbiamo appena vinto l’ennesima champions ma un’emozione così forte va annunciata, altrimenti rischi di restarci secco ed in un attimo hai pure tolto gli scarpini dal chiodo!
Una visione: Jeans cuciti addosso (per non sbagliare), T-shirt bianca, chiodo rosso come le Chanel tacco 12, capelli cortissimi biondo cenere, bella e perfetta, il tutto completato da una voce appena roca che più sensuale è difficile immaginare; insomma, l’avete presente Michelle Pfeiffer nella scena finale di “Tutto in una notte”? La copia perfettamente riuscita!  
Assumo l’espressione professionale di ordinanza, ci sediamo ed iniziamo a lavorare (vi assicuro che lo feci mettendoci tutto l’impegno del mio data-base) ma inesorabilmente…dir mi stai ascoltando? Sì, però la tua voce… hai ragione dir, è proprio orrenda, sembro un trans (vi giuro, t-e-s-t-u-a-l-e !!!) ed il sottoscritto giù a ridere senza più freno e pudore (di sé). Dir, sai che quando ridi, non sei più antipatico come sembri sempre, anzi (e ride anche lei)… ma com’è che diceva Machiavelli? Ah sì…”Di cosa nasce cosa, e il tempo la governa”.

Alberto, ma mi sei stato a sentire? Allora ti ho convinto? Hai visto quanti esempi ed esperimenti ho esposto? Ti sei reso conto di quanto siano indissolubili i legami emotivi con la squadra per cui tifi e quelli con le donne e di come s'intreccino? Hai capito che razza di scosse sanno darci? Forse allora, in definitiva, hai finalmente capito quali sono le cose veramente infinite (e per cui vale vivere)?
Sì Frankie… sono… l’Universo e la stupidità umana! Oh my God!
Alberto, con quel che dici, mi convinci che è proprio vero quel che di voi si racconta in giro: “Gli uomini di scienza non vivono… funzionano”.