E' iniziato da poco il nuovo anno e ci ha dato il tempo di riassaporare un paio di turni di campionato "vecchio stampo", con tante partite concentrate nel pomeriggio precedute da un anticipo e magari susseguite da uno o massimo due posticipi.

In un calcio dove a farla da padrone sono i diritti TV ho avuto tempo, tra un match e l' altro, di volare con la fantasia a quelle famose domeniche pomeriggio. Domeniche passate in compagnia di mio nonno cercando le frequenze di "tutto il calcio minuto per minuto". Frequenze che grazie alla maestria di radiocronisti davvero eccezionali ci facevano disegnare schermi immaginari nelle nostre menti, mentre in una mano stringevamo quella schedina del Totocalcio. E si giocava a dettagliare minuziosamente anche la più banale azione da goal, mentre contavamo quanti risultati mancavano per raggiungere quell' agognato tredici. Aspettando poi 90esimo minuto, che avrebbe reso reali quelle scene che, fino a quel momento, la nostra mente aveva solo immaginato.

Oggi quell' emozione, quella magia non c' è più. Siamo diventati schiavi di una società che ci permette di avere tutto e subito. Schiavi di una tecnologia che ci permette di analizzare un fuorigioco al millimetro o addirittura farci esultare perchè la palla ha superato di mezzo centimetro e per intero, la linea di porta. E andatelo a dire a Muntari che quel goal contro la Juve lo ha fatto nel momento sbagliato, perchè all' epoca neppure si aveva in preventivo nè si sapeva cosa fosse la tanto agognata Goal Line Technology. Non fraintendetemi, mi manca tanto il calcio vecchio stile, le chiacchiere da Bar ed anche il processo di Biscardi, ma sono convinto che la tecnologia, senza abusi, possa aiutare. D' altronde bisogna restare al passo coi tempi e quindi ben venga se un mezzo possa aiutarci a dissipare all' istante qualche polemica post-partita. C' è solo una cosa che non mi va giù di questo calcio moderno, non riesco proprio a digerirlo questo calcio "spezzatino". Dal venerdì al lunedì, alle 20,45, alle 15, alle 18 e di nuovo alle 20,45. E per non farci mancare nulla, pure all' ora di pranzo.

Ho provato a riaccendere la radio, ho provato a resuscitare quelle emozioni che ad un cambio di collegamento, iniziavano a farti palpitare il cuore, sperando che quel boato dei tifosi venisse dal tuo stadio. Ma sono bastati pochi minuti per farmi sentire un cyborg e farmi riaccendere la Tv, ricatapultandomi sulle più fredde  immagini in tempo reale. Purtroppo più vado avanti con gli anni e più mi rendo conto che la tecnologia serva, ci aiuti ma ci stia togliendo il romanticismo, il calore, l' amicizia. Siamo in un epoca fredda dove ormai conta più un messaggio su WhatsApp che una chiacchiera davanti ad un caffè o meglio ancora una birra ed una pizza per goderti il big match del sabato sera con il tuo o i tuoi migliori amici.

E proprio la partita inaugurale di questo diciottesimo turno mi ha fatto scattare un senso di malinconia. Il derby capitolino mi ha riportato indietro di un bel pò di anni, a quando queste due squadre lottavano per un obiettivo più nobile, di una "semplice" qualificazione in Champions League. Un derby ha aperto la giornata, un altro la chiuderà. Ah no perchè ovviamente a chiudere la giornata ci sarà il posticipo del lunedì sera, con Cagliari-Milan. Il derby d' Italia dicevamo, altra partita ricca di storia, significato e ricordi. Ma stavolta avrà il sapore di una partita a scacchi con l' Inter che avrebbe la possibilità di dare scacco matto, mettendo quasi fuori dai giochi la "Vecchia Signora". In caso contrario Milan campione d' inverno con una partita d' anticipo.

Ci aspetta un girone di ritorno rovente, che potrebbe rimescolare le carte di questo bellissimo campionato. Ed ogni tanto io proverò a riaccendere la radio e sintonizzarmi su Tutto il calcio minuto per minuto, baluardo del racconto romantico del calcio. Perchè come ha detto Riccardo Cucchi, una delle voci storiche di questa trasmissione: "una voce che cerchi di emergere sul boato del pubblico per gridare «Rete!» continuerà a essere, per ogni appassionato, l’essenza vera del gioco del calcio!"

Ed oggi, più che mai, quel boato manca tremendamente tanto.