E va bene, l'esordio di Tatarusanu è stato da incubo e Giacomelli ha rovinato un match che poteva essere anche più bello. Diciamo pure che la Roma si è presentata a San Siro come una squadra di vertice, avendo fato 10 punti sul campo in 4 partite (3 gli sono stati tolti a tavolino per un errore della dirigenza). E' chiaro inoltre che, dopo la roulette favorevole di Oporto e il gol clamoroso sbagliato da Hakimi nel derby, era inevitabile una serata in cui l'episodio non volgesse a favore dei rossoneri. E' bene anche ricordare che non ci si deve montare la testa per i risultati favorevoli, mostrando anzi il massimo rispetto per gli avversari. Va bene tutto, ma qualcuno dovrà avere il coraggio di dire che Pioli è di una timidezza che sconfina nel terrore della propria ombra. Il re non è nudo, come nella favola, ma è, quantomeno, in maniche di camicia.

Già nel derby, Pioli aveva tirato indietro i suoi nel secondo tempo, ma si poteva capire che, dopo la rimonta da 0-2 dello scorso anno, il tecnico fosse comprensibilmente nervoso, come i giocatori peraltro. A Glasgow, però, nonostante un primo tempo di tutta tranquillità, nella ripresa il baricentro della squadra era retrocesso senza mezzi termini di 15-20 metri, lasciando in partita un avversario fin lì dominato. Ieri, dopo l'improvviso vantaggio del 2° minuto, c'erano tutti gli estremi per raddoppiare come era accaduto nel derby, ma il Milan si è trincerato dietro un ideale Vallo di Adriano attendendo gli eventi. Ora, posso capire che, se c'è Donnarumma, ci si fidi della protezione dei suoi guantoni, ma se in porta c'è il secondo portiere, forse e dico forse, si dovrebbe cercare di tenere gli avversari un po' più indietro, al di là del fatto che la serataccia del portiere rumeno sia forse andata oltre i limiti della prevedibilità.

I tifosi sui social se la prendono con la sfortuna, per il palo di Kjaer alla mezz'ora, ma anche per colpo di testa di Kessie, sul quale l'estremo difensore giallorosso trasforma l'acqua in vino, nonché per il colpo di testa a colpo sicuro che Romagnoli manda fuori agli sgoccioli della partita. I tifosi, però, come diceva Luciano De Crescenzo, vedono solo il 50% della partita ovvero quello che interessa loro e, se nel derby può aver sbagliato Hakimi, anche i giocatori del Milan, prima o poi, possono sbagliare ed è l'essenza del calcio. I tifosi, a dire il vero, se la prendono anche con l'arbitro Giacomelli e il VAR, disastrosi, ma il disastro riguarda più la partita nel complesso che aver favorito l'una o l'altra squadra.

Il fatto è che Pioli è sconvolto, per un crudele paradosso, dalla propria stessa bravura. Da marzo a oggi ha costruito un meccanismo che fila a meraviglia, basato sui movimenti senza palla che consentono di far girare la sfera veloce e rasoterra, spedendola al momento giusto in verticale. Tale meccanismo, però, perde senso ed efficacia, se la squadra si riposiziona in blocco ai limiti della propria area, a meno che Pioli non metta insieme un meccanismo alternativo che le consenta di addormentare il match, cosa che non ha ancora fatto. Insomma, non tiriamo in ballo la fortuna che, ad ammetterne l'esistenza, ha perfino salvato il Milan nella partita surreale col Rio Ave. Non tiriamo in ballo Giacomelli e il Var, che col risultato non hanno nulla a che spartire. Chiamiamo da parte Pioli e diciamogli chiaramente: "Mister, lei sta lavorando in maniera egregia, ma rischia di rovinare l'ottimo lavoro, che tutti apprezziamo, perché il suo immaginario rifiuta un elemento che, nel calcio come in guerra, è inevitabile ovvero il RISCHIO.". In sostanza, nel derby e, soprattutto, a Glasgow e poi ieri, la squadra poteva retrocedere a un quarto d'ora dalla fine, ma non certo a inizio ripresa (vedi partita col Celtic) o addirittura dopo ogni gol (come ieri).

Dopo Celtic - Milan, avevo fatto notare il movimento di Leao, giocatore peraltro criticatissimo dei tifosi, sul gol di Hauge. Il portoghese era andato incontro al compagno che teneva la palla, accorciando la squadra. Si era così tirato dietro il proprio marcatore e disorientato quello di Hauge, consentendo al norvegese di smarcarsi. Ieri Leao, marcato da un tignoso Ibañez, ne ha eluso la marcatura accorciando ancora verso il centrocampo e servendo Ibra, al 2' minuto, con un verticale a spiovere perfetto. Praticamente immarcabile quando parte sulla fascia sinistra, ha inoltre ripetuto la giocata del secondo gol nel derby, mandando in gol un Salemaekers puntuale alla conclusione come chi ha un appuntamento con una bella donna. La prima giocata mi ha ricordato Zvonimir Boban, mentre la seconda può essere considerata un movimento alla Garrincha visto allo specchio, sulla mancina e non a destra. Rassegnatevi a qualche momento abulico del ragazzo e non rischiate di perdere questo gioiello.

Tatarusanu mi ha molto deluso, perché non aveva nulla del buonissimo portiere che ricordavo. Non era certo Jascin, ma un professionista valido sì. Bisognerà stare molto attenti, ora, perché il Milan è stato, forse, troppo frettoloso nel voler risparmiare sugli ingaggi proprio nel settore nevralgico dei portieri.

Il sugo di tutta la storia? Che avremmo messo la firma, se ci avessero detto che dopo le prime cinque partite saremmo stati primi con 13 punti, avendo affrontato, per giunta, Inter e Roma. E nessuno pensava di essere diventato invincibile, anche dopo gli splendidi ultimi due mesi dello scorso campionato. Qualche battuta di arresto ci doveva e ci dovrà essere, anche perché l'organico, pur dalle grandi potenzialità, è zoppicante in qualche ruolo. Proprio per questo, la squadra deve uccidere l'avversario prima che questi si riprenda. Se lo si lascia in vita, tutto può succedere e non è detto che quel tutto sia favorevole ai rossoneri.