Giunti al termine di questa sessione di mercato si possono tirare le prime somme. Per farlo occorre fare un piccolo step all’indietro, guardare alla formazione vista nella passata stagione e capire quali problematiche presentava la squadra. In ordine casuale:

  • livello decisamente inferiore dei titolari della fascia destra rispetto alla dirimpettaia

  • mancanza di alternativa valida in difesa

  • mancanza di alternativa valida per Theo

  • mancanza di alternativa valida a centrocampo

  • occasione da prendere a centrocampo e sostituire Krunic

  • Ibra o punta senza rinnovo Ibra

  • mancanza di alternative valide sulla trequarti

  • un secondo portiere

E poi la questione uscite con i pesi Duarte, Laxalt, Paqueta su tutti, ma anche Rodriguez e Reina che nella teoria dovevano aggiungersi a Biglia e Bonaventura in scadenza.
Duarte non aveva mercato, le prestazioni continuamente sottotono e l'infortunio non hanno portato offerte concrete e la giusta volontà di volerlo vendere solo definitivamente ha chiuso il cerchio. Non ci si poteva fare molto. Laxalt, eredità di Leonardo, è uscito con un’operazione non esaltante, ma sono quasi 2 milioni di stipendio risparmiati. Paqueta, altra eredità malsana di Leonardo, è stato invece un piccolo capolavoro. L’apporto a bilancio è positivo, i soldi in entrata non pochi, ma soprattutto riuscire ad inserire il 15% sulla futura rivendita è stato al limite del geniale. Come ha potuto fare questo? Facendo un piccolo favore al Lione, liberandolo di Tatarusanu, ma poco male, a noi dopotutto serviva un secondo portiere. Non un signor secondo portiere, Reina è altro livello, ma stiamo parlando comunque di un nazionale con esperienza in Serie A.
Per Rodriguez e Reina non si poteva fare diversamente, il primo doveva essere ceduto ad una piccola cifra e così è stato fatto, Reina poteva essere ceduto solamente a 0 ed è giusto così contando il contratto oneroso che si portava dietro, ma lo ringraziamo, una parte del Donnarumma attuale la dobbiamo anche a lui.
Infine quindi si può dire che il mercato in uscita del Milan sia da 7.5, impreziosito dalla cessione di Paqueta.

Capitolo entrate. Il portiere ne abbiamo già parlato. Quello che appariva maggiormente carente era la fascia destra. Calabria e Castillejo sembravano discrete alternative, non di più e con Conti in infermeria e Saelemaekers, semplicemente un buon rincalzo, la sensazione era che terzino destro e ala destra sarebbero state priorità assolute. Sono quindi arrivati Kalulu, troppo acerbo per restare in pianta stabile in prima squadra, Dalot, potenziale titolare a destra e sicuramente un potenziale maggiore dell’attuale duo, Diaz, più bravo ad interpretare il ruolo dietro le punte e ancora apparso non confidente con il ruolo di ala, Hauge, promettentissima ala sinistra da adattare nel caso a destra.
Nessuna ala destra di ruolo, nonostante la notizia Chiesa, apparsa però abbastanza una boutade giornalistica e un Thauvin autoporpostosi nell’ultima fase di mercato. La sensazione è stata che il Milan non avesse intenzione di prendere altro a destra, non di certo elementi di spicco del panorama italiano o europeo. Non che potesse fare investimenti, l'alito della Uefa è semore lì e incombe. Quindi il terorema è puntare sull’improponibile Castillejo e sul volenteroso Saelemaekers, aspettando Hauge ma daltronde le parole di Pioli su Hauge lasciano intendere che verrà adattato (anche se parliamo di un giocatore che ha già provato a calzare quel ruolo).
La difesa è stato invece il tormentone per eccellenza. Milenkovic, Ajer, Fofana, Tomiyasu, Rudiger, Nastasic, Nacho, Djimsiti, Pezzella, Kabak, Simakan, ma tra cifre oggettivamente esorbitanti (Milenkovic e Fofana), giocatori non all’altezza del salto di qualità (Djimsiti, Nacho, Nastasic, Pezzella), nomi non approfonditi con convinzione (Rudiger) e offerte troppo basse per essere considerate (Ajer, Kabak e Tomiyasu), il Milan si trova a dover affrontare un campionato per puntare al 4° posto con un acerbo Gabbia, un Duarte su cui non riporre nessuna certezza e un Musacchio proveniente da un infortunio alla caviglia e da una prima parte di stagione decisamente sotto livello. Ma ecco spuntare all’ultimo Simakan, già sondato tempo addietro, fisicamente ottimo, tecnicamente buono, tatticamente da svezzare, sembra tutto fatto con tanto di aereo volato in Francia, dopotutto l'offerta era di quelle importanti, sia per la società che il giocatore, ma nemmeno lui è stato preso, ma per quest'ultimo elemento non si può certo dire che non abbia provato di tutto Maldini.
A centrocampo era necessario almeno un terzo titolare e con Tonali, sia per operazione che per il giocatore in sé, non si può recriminare proprio nulla a Maldini, soffiandolo poi ai cugini con un’ottima operazione. Il secondo centrocampista doveva essere un’occasione di mercato, un Basic, un Anguissa, un Soumarè da far evolvere nel nostro campionato o un Bakayoko già pronto, ma la poca convinzione per i primi tre e le richieste fuori mercato del Chelsea, hanno bloccato il tutto, ma il centrocampo ora ha maggiore profondità e poco importa se Bakayoko è finito dai partenopei con la formula del prestito secco, giocatore che ha dominato il centrocampo rossonero per qualche mese, non avrebbe comunque sopperito alle mancanze tattiche nelle partite in cui Kessie avrebbe presieduto la panchina.

Capitolo punta. In attesa di fare i conti col pretenzioso Raiola per Ibra, il Milan ha sondato diverse punte, sia nell’ottica titolarità, sia nell’ottica sostituto. Poi ecco il rinnovo. Quello che si chiedeva era la sua permanenza per bissare il buon livello della squadra mostrato al suo arrivo. Con anche l’alternativa Leao (adattato nell’ultimo periodo ad ala da Pioli), e il giovane Colombo da svezzare, il reparto era ed è completo. Spendere soldi, non tanti e si è visto in ogni squadra come è andata, per un Supryaga o un Rutter, tanto valeva rimanere con Colombo e utilizzare Leao che è una prima punta, come dimostra il suo trascorso in Francia, che Pioli ha adattato a ala sinistra.

Capitolo Rebic. La direzione presa dal duo Silva-Rebic doveva terminare il suo cammino al termine dell’anno prossimo, invece il Milan, sempre con un’ottima operazione a doppio senso, ha concluso subito, per dare concretezza e decisione sul giocatore.
Infine si cercava un’alternativa valida a Calhanoglu, e Diaz in quel ruolo sembra essere quello che cercava il Milan. Lascia però perplessa l’operazione in prestito secco, ma si vocifera che già Real e Milan siano pronti ad incontrarsi appena terminato il mercato. Staremo a vedere.

Nel complesso, su 9 obiettivi più o meno dichiarati, più o meno necessari, il Milan ne ha portati a compimento 6. Facciamo 6.5, se vogliamo sperare in Hauge sulla destra.
Devo dire che nel complesso non si può attribuire un voto così negativo al Milan. Ha allungato la rosa, ma qualche problematica l’ha lasciata, non ha dismesso la buona squadra vista l’anno scorso, confermando Rebic e Ibra, sicuramente non scontati. Il non arrivo del difensore pesa e peserà, ma gennaio è più vicino degli altri anni. Un 6 che fa 6.5 grazie alle uscite.

Il Milan con la rosa a disposizione può certamente puntare al 4° posto, nonostante la deludente prova offerta col Rio Ave, primo vero banco di prova in quanto a pressione. Ha giocatori di spicco come Bennacer, Romagnoli, Ibra, Calhanoglu e Theo, con un Rebic chiamato a bissare, oltre ad un rinato Kessie ad una nuova gioventù di Kjaer e una panchina leggermente più lunga, soprattutto dalla cintola in su.
Maldini sta prendendo confidenza, ma di strada ne ha ancora da fare, ma diciamo che i colpi li sta mostrando.