Un Paolo Maldini irriconoscibile dietro i suoi silenzi, un Leonardo in totale stato confusionale.
Questi oggi appaiono ai tifosi ed alla stampa le due leggende rossonere, cooptate in estate per ridare vigore e credibilità ai colori rossoneri. Ma i fatti purtroppo dicono che l’esperienza fin qua maturata dai nostri due è di segno diametralmente opposta alle aspettative. Conoscendoli attraverso anni di militanza milanista, però, viene da chiedersi se i loro comportamenti e fatti siano il risultato di una clamorosa incertezza come manager o, piuttosto, la conseguenza delle linee guida che il Milan gestito da Elliott ha chiaramente preso dall’insediamento di Gazidis.

Cio’ che appare evidente è che le loro iniziative di mercato, da Ibra a Piatek fino alla voce Ozil accreditata a Maldini, sono puntualmente bocciate dall’alto, quasi a sottolineare un progressivo depauperamento della loro funzione.
Le uscite del tutto clamorose ed inopportune dell’uno in conferenza stampa, ed i silenzi dell’altro (d’imbarazzo o di livida rabbia?), sembrano fare il paio con l’ira funesta di un Gattuso sulle cui spalle è lasciato tutto il lavoro sporco.
Pur non essendo stato ingaggiato come manager, infatti, il tecnico ne sta facendo le funzioni: consola Higuain cercando di motivarlo più come risorsa societaria che come calciatore, si presenta ai microfoni al posto dei sordomuti che hanno, con una scelta inqualificabile per una società sportiva che conta otto milioni di fans, imboccato la via del silenzio, furbo, tattico, irricevibile.

No, Leonardo e Paolo sono davvero troppo distanti dal loro standard umano per apparire credibili: non mi stupirei che l’avvento dell’AD tagliatore di spese e di teste stia suggerendo loro di abbandonare un progetto che pare a gennaio lontano migliaia di miglia dalle aspettative di luglio.

Paolo e Leo: a settembre sembrava che con entrambi il Milan avesse imboccato con prepotenza la strada della resurrezione, calando sul piatto due assi pesantissimi. Gazidis dal primo dicembre sembra il pocker, l’uomo misterioso mosso dalla finanza, che ha sbaragliato le carte sul tavolo verde e che sta iniziando una missione lontana anni luce dai sogni del tifo.