"Difenderemo sempre Giampaolo". Mi dispiace, signor Maldini, così non va.
E non per la scelta che ha espresso in questa frase, ma per come l'ha espressa. Il come infatti, più che il cosa, dice molto di come una persona gestisce la propria professionalità, la propria competenza. In un mondo in cui la comunicazione è tutto, la sua scelta di parole, condivisibili o meno, è assai impropria per un dirigente del Milan. Le spiego il perché. 

Al giorno d'oggi un dirigente, in particolare un dirigente di una squadra blasonata, dovrebbe avere determinate caratteristiche:  1. Competenze affermate (tecniche o finanziari o commerciali) 2. Una chiara area di competenza 3. Idee chiare e trasparenti 4. Allineamento con i propri collaboratori 5. Capacità comunicative posate, fredde e motivate.

Gradirei soffermarmi su quest'ultimo, ma non meno importante, punto. E lo faccio in un modo particolare, forse un po' ironico che spero mi perdonerà. Ha presente i test della patente? Per me sono passati anni da quel momento, ma ancora ricordo una frase del mio insegnate: "quando nei test trovi le parole sempre o mai, sono sempre errate!". Oserei dire che, se esistesse un test per diventare dirigente, il concetto sarebbe lo stesso. Il sempre e il mai, ovvero la rigidità di visione, non deve mai esistere. Mai!

Quando dice "difenderemo sempre Giampaolo", il suo messaggio tra le righe può essere interpretato in due modi, entrambi disdicevoli in una squadra come il Milan: o non ci sono alternative e la confusione regna; oppure, essendo stata una vostra scelta, non avete intenzione di rimangiarvi le parole e fare la figura di quelli che hanno scelto male. E qui casca l'asino, signor Maldini. Una dirigenza è composta da uomini e come tale può sbagliare. Prendere un abbaglio è una cosa che può capitare, ma non ci si può difendere a spada tratta, capiti quel che capiti. Quando lei dice "sempre", significa che non accadrà mai che lei e i suoi colleghi tornerete su vostri passi. 

Se si è trattata di una scelta infelice di parole, allora signor Maldini è bene che riveda un po' la sua comunicazione. Un dirigente del Milan, a qualsiasi livello, non può assolutamente rischiare che le sue parole vengano travisate. Il signor Galliani, pittoresco in tribuna, quando parlava con i giornalista faceva travisare le sue parole volontariamente, con un fine preciso. Io non credo, anzi spero, che lei stasera abbia usato la stessa maestria, altrimenti vorrebbe dire che per il Milan inizia il periodo più nero della sua storia. 

Se invece lei, e probabilmente i suoi colleghi, la pensate veramente così, allora la cosa è grave, anzi gravissima. Significa che il Milan affronterà le prossime partite, a un punto dalla zona retrocessione, senza idee, senza chiarezza, ma ora anche senza una tifoseria. Ci spieghi allora una cosa: quale direzione state seguendo? Che cosa sperate di raggiungere in questo modo?

Difenderemo sempre Giampaolo, cosa significa, ma soprattutto, su quali basi? Cosa c'è da salvare in queste quattro sconfitte su sei, record negativo che risale ala stagione del '38, ottantuno anni fa? 

La mia idea, signor Maldini, è molto chiara: non volete ammettere le vostre mancanze (quelle di allenatore e giocatori sono ben chiare). Non volete ammettere l'errore. Avete toppato, punto e basta. E allora ecco il mio consiglio: fate outing, una volta tanto. Fate ammenda, chinate il capo, e ammettete. E' umiliante forse, ma ci sarebbe almeno un filo di dignità. Soprattutto, potrebbe essere un punto (molto basso) di ripartenza, perché oramai la stagione è bruciata (un'altra). 

In tutta sincerità, signor Maldini, da campione come giocatore, come dirigente è una grande delusione. Non c'è nulla di male, lo fu persino il grande Rivera. Non si può essere grandi in tutto. L'importante è che quando non si può dare qualcosa d'importante, è meglio evitare di fare danni. I danni purtroppo si possono fare anche solo parlando. Perché signor Maldini, e qui concludo, c'è un vecchio e saggio detto che le pregherei di scriversi su un bigliettino da tenersi sul comodino. 

"E' meglio stare zitto e sembrare un imbecille, che parlare e togliere ogni dubbio".