Sarà colpa della calura estiva, ma è tutto tremendamente surreale: l'Inter appioppa il cigno di Cles Pinamonti al Genoa per 18 milioni, facendo una megaplusvalenza. Circa due milioni in più di quanto la fascinosa neo società di Via Turati otterrebbe per Donnarumma: 20 milioni più l'inutile Areola, l'allettante proposta del sadico Leonardo per portare Gigio a Parigi. Leo, ok. Siamo alla canna del gas, ma qui si esagera.

Sembra scherzi a parte, ma invece la verità è più semplice: Ausilio e Marotta non sono affascinanti, belli e col DNA della loro squadra, ma sanno fare il mercato, sanno vendere, fare plusvalenze, anche con questi trucchetti al limite del codice eti(li)co e della strada. A noi restano Boban e Maldini, col loro traboccante fascino. Senza soldi e l'esperienza da lupi di mare strabici che serve per fare mercato.

Siamo a fine giugno da Fascinolandia rossonera, solo sberle. Non sanno vendere, non riescono a comprare. Eesy. Sensi non era un fenomeno, ma al Milan avevano chiesto 35 milioni. Gli altri se lo sono messo nel taschino in prestito biennale per 5, poi si vedrà. Magari lo gireranno al Genoa per 62 milioni in minibot. Provano a vendere Cutrone, ma nessuno vuole spendere per lui più di 20 milioni. Del resto, non è forte quanto El Pibe Pinamonti. Kabak declina, e va allo Shalke. Torreira? Costa troppo, porta chiusa. Idem Ceballos, malgrado la proposta allettante di via Turati: prestito con pagamento trentennale, stipendio: due poster di Maldini e una maglia firmata di Boban. Veretout? Avanti Roma e Napoli. Per Anderson e Praet, la Samp chiede la luna, quasi quanto Pinamonti. E noi non siamo il Genoa che può spendere tutti quei soldi.

Ci sarebbero Everton e Dani Olmo che stanno facendo sfracelli con le loro nazionali. Li voleva quella volpe di Leonardo, costavano uno quanto Veretout e l'altro la metà di Praet, ma poteva pagarli coi buoni sconto dell'Esselunga. Dategli pure torto, se se l'è filata a gambe levate.

Ci resta però il fascino, e tanta fiducia.