Diciamolo pure a chiarissime lettere, luminose e lampeggianti come quelle sulle insegne dei negozi. la questione Renato Sanches è diventata, a dir poco grottesca. Ma sarà bene che mi spieghi. Questo giocatore considera il Milan un ripiego, la cosa mi sembra evidente. Si sentirebbe sminuito a indossare la maglia rossonera e per tale motivo chiede un ingaggio da nababbi, quantomeno per essere compensato della vergogna di abbassarsi a giocare nel Milan. Magari ha ragione lui, chiariamo, visto che l'ultima Champions del Diavolo risale al 2007 e da allora i rossoneri hanno conquistato solo due scudetti, finendo anche esclusi dai tornei europei in diverse stagioni. La qualificazione alla Champions, in particolare, il Milan l'ha riconquistata solo nel 2021, dopo che aveva partecipato l'ultima volta nel 2013-14. Ma per quanto si possa discutere se Renato Sanches abbia ragione o no nel sentirsi sminuito all'idea di approdare in rossonero, il portoghese non può considerare il Milan come una ruota di scorta o un approdo buono solo per fare cassa. Inviandogli una lettera aperta di pochissime, scarne, parole, gli dico: Egregio signor Sanches, Lei non è motivato all'idea di venire a Milanello? Resti pure a Lille o se ne vada elegantemente a... giocare nel Psg, sempre qualora dovessero ingaggiarLa per davvero. Sono, invece, 5 settimane che questo giocatore ha scelto il Psg, ma non si schioda dalla Francia settentrionale. Ora, sarà pure vero che con Campos il Psg contratta prima di comprare, ma se può essere logico per il Milan attuale tirare sul prezzo per 3 milioni, non è altrettanto logico che lo faccia il Psg, sia pure quello di Campos e non quello di Leonardo. Il Milan, infatti, ha un accordo col Lille per una quindicina di milioni, ma non quello col giocatore, cui non bastano 3,5 milioni netti di stipendio. Il Psg, invece, sembrerebbe avere un accordo col giocatore, ma non con il Lille, cui offre circa 12 milioni di euro.

Ripeto, non è affatto da Psg, anche in edizione Campos, tirare sul prezzo con il Lille per 3 milioni come fa l'attuale Milan sparagnino e come faceva la buonanima di mia madre al mercato, autentico terrore dei venditori ambulanti. Da 5 settimane siamo infastiditi da questa che ha tutta l'aria di essere una stucchevole pochade: Sanches avrebbe scelto Parigi (suo diritto), dove lo aspettano a braccia aperte, e ogni 3 giorni è attesa la sua firma con i parigini che, tuttavia, non arriva. Ogni tot giorni, Sanches indirizza al Psg degli ultimatum puntualmente disattesi. E quando spuntano articoli per i quali il Milan non considera più il portoghese come l'obiettivo principale per il centrocampo, quando si parla di un interesse concreto del Diavolo per Chukwuemeka, l'Equipe annuncia che mercoledì, al ritorno dei parigini dall'Estremo Oriente Sanches firmerà per il Psg. Lo stesso tecnico parigino Galtier ha annunciato fino a 5 acquisti. Boom! Però noi prendiamo atto e chiediamo a Sanches di firmare, cribbio! E' più di un mese che questo sigonre deve firmare, perché non lo fa? Nessuno lo trattiene, vada dove gli aggrada dunque e... bon vouyage! Mi aspetto di vedere domani (o al massimo giovedì) l'annuncio dell'acquisto, così la piantiamo con questa storia grottesca e parliamo di altre faccende. De Ketalaere verrà preso a non meno di 35 milioni complessivi, forse anche a 37, ma lo sanno anche Maldini e Massara. Offrire 30 milioni, come 32 o 33, serve solo a evitare rilanci improvvisi verso i 40 milioni (e anche più) da parte degli astuti belgi. In tal senso, ha pienamente ragione chi, di recente, ha affermato che il mercato non finisce fra pochi giorni e che, non essendoci fiumi di denaro da spendere, è giusto trattare. Se è vero che il Milan di YongHong Li ha bruciato risorse ingenti, come anche l'Inter di Zhang, non si vede perché vada criticato chi, ora, si comporta in maniera oculata. Decidiamoci, vogliamo squadre eternamente sull'orlo del fallimento o delle realtà stabili e solide? Se optaste per la prima soluzione, allora ammetto che le critiche alla politica del Milan sarebbero fondate, ma solo in quel caso.

Un discorso diverso va fatto per Daniel Maldini. Per ragioni anagrafiche, non ho mai visto giocare Cesare Maldini, ma ricordo bene l'esordio di Paolo Maldini a Udine e quell'immagine del suo primo contrasto in A. Era sulla fascia, come ricordo benissimo. Sono stato anche abbonato a San Siro del 1991 al 1998 e rammento bene le gesta del Maldini ora dirigente. Quindi, vedrei benissimo un nuovo ciclo in rossonero di questa gloriosa famiglia del calcio, per la precisione con Maldini III (come Ciotti, che amava le definizioni da calcio antico, avrebbe chiamato il giovane Daniel). Però... però è evidente che dopo l'eccellente campionato in Primavera 2 nel 2019-20, il ragazzo si è smarrito. Nel 2020-21 l'avevo visto bene in una partita a Praga contro lo Sparta, in una partita ininfluente per la qualificazione agli ottavi di Europa League. Mi era piaciuto e l'estate scorsa avevo pensato che potesse essere il sostituto naturale di Chala. Così non è stato, visto che gol a parte contro lo Spezia, il ragazzo si è letteramlmente smarrito, lasciando un ricordo di tiri in tribuna e calci d'angolo sparati in fallo laterale dalla parte opposta del campo. Prestazioni di soli pochi minuti, ma in compenso significative quanto a opacità. In qualche caso, l'esibizione di Daniel è stata quasi sconcertante. Lo avevo scritto durante la stagione scorsa che occorreva trovare il coraggio di mandare Daniel Maldini in prestito, in quanto bisognava sapere quanto vale questo giocatore nel calcio professionistico. Non è più un baby, anche se è ancora molto giovame. Ora, finalmente, il babbo Paolo ha capito che suo figlio deve trovare principalmente sé stesso in un ambiente meno ovattato e protettivo di quello amico che regna a Milanello. Deve farlo, in quanto deve sapere, Daniel stesso in primis, quanto vale. C'è un momento nella vita di ognuno in cui bisogna diventare grandi ed è arrivato anche per Maldini III. Va a La Spezia in prestito secco, quindi rimane un patrimonio della società rossonera. In bocca al lupo, Daniel, ti aspettiamo!