Da alcuni giorni circolano in rete e sui quotidiani, dei botta e risposta tra Malagò e alcuni membri del governo, nello specifico, Salvini. Entrambi infatti hanno usato parole forti, ma a cosa sono dovute? Alla riforma del Coni.

Coni: cosa cambia?

Il Coni è un ente pubblico che ha il compito di organizzare, migliorare e diffondere la pratica sportiva sul territorio nazionale, a cui aderiscono attualmente circa 95.000 società, per un totale di undici milioni di tesserati. Nei piani dell’attuale governo c’è l’idea di stravolgere tale organizzazione con una riforma che andrebbe a suddividere i compiti con una nuova società statale, chiamata “sport e salute”. Ma nella riforma è previsto anche altro, come ad esempio una differente suddivisione economica: al Coni infatti, spetterebbero “solo” 40 milioni di euro, da utilizzare per la preparazione olimpica sotto ogni aspetto, mentre alla nuova società andrebbero i restanti 370. Praticamente il Coni cosi come lo conosciamo ora non esisterebbe più, visto che se il progetto dovesse andare in porto, dovrebbe poi occuparsi esclusivamente delle olimpiadi.

La risposta del presidente

Ovviamente la risposta del presidente Malagò non si è fatta attendere, definendo tale riforma come una vera e propria occupazione del Coni. Nello specifico, Malagò ha accusato il fronte M5S-Lega di non star rispettando quella libertà che riuscì a vincere anche sul fascismo, ritenendo tale decisione del governo come “una mossa politica calata dall’alto e ingiusta”, e che non avrebbe poi inoltre senso andare a toccare qualcosa che sta funzionando già a dovere.

Il braccio di ferro

Schiette e velenose sono state anche le parole usate da Salvini, che nella trasmissione “Non è l’arena” di Massimo Giletti su La7, ha dichiarato che “Malagò ha paura di perdere stipendi d’oro, visto che nel mondo dorato dei palazzi dello sport girano stipendi da centinaia di milioni di euro”, aggiungendo poi che “devono ricordarsi che lo sport non vuol dire solo Serie A”, intervento che ha dato il via a un vero e proprio braccio di ferro tra i due.

Lo sport si schiera

Ma cosa ne pensa il mondo dello sport di tale riforma? Federica Pellegrini non si è fatta problemi a schierarsi, chiedendo pubblicamente di “lasciare lo sport allo sport”, insieme anche a Daniele Lupo, che ritiene “assurdo che la politica voglia entrare nello sport”. Ci sono però alcuni volti importati che non hanno ancora preso una posizione, come i presidenti delle grandi federazioni: Gravina per il calcio, Barelli per il nuoto, Binaghi per il tennis e Petrucci per il basket, hanno dichiarato infatti che per difendere l’autonomia dello sport, un muro contro muro non servirebbe a nulla.