Mancavano dieci minuti alle otto, e mi trovavo in sella alla mia Lambretta fermo, in attesa che il  semaforo posto all'incrocio tra la statale Pontina e la provinciale collegante i Castelli Romani al lungomare di Torvaianica desse il verde. Altri novecento metri e sarei entrato nell'azienda produttrice di ricetrasmettitori nella zona industriale di Pomezia, cittadina situata 25 km a sud della Capitale. Ero stato assunto in quell'azienda da poco più di sei mesi in qualità di tecnico elettronico, avevo vent'anni, ero alla mia prima esperienza lavorativa ed in attesa che i risparmi di quei primi stipendi mi consentissero di versare un acconto per l'acquisto della mitica 500, percorrevo quotidianamente il tragitto casa lavoro con una Lambretta J50 ai tempi in cui il casco era solo roba per astronauti... e proprio in quell'anno tre astronauti statunitensi ed esattamente il 16 Luglio 1969 a bordo del LEM sganciatosi dalla navicella Gemini 11 sarebbero andati a posarsi dopo una discesa di pochi minuti e per la prima volta sulla superfice della Luna, il nostro satellite naturale distante 384.000 Km ammirato, sognato e persino divinizzato dai popoli di ogni parte della Terra che mai e poi mai avrebbero pensato di poterci andare un giorno, toccarne il suolo, svolazzare  con un' amplificata leggerezza nella sua aria rarefatta, come la spensierata leggiadria di una farfalla librante le sue ali nella pressoché azzerata assenza di gravità.                         .                      Così quell'equipaggio composto dai primi tre pionieri selenici Armstrong, Aldrin e Collins scrisse con quella primordiale orma marcata da un piede terrestre sulla crosta lunare in quel memorabile giorno, una nuova, indelebile pagina nell'infinita storia delle conquiste e delle invenzioni da parte di tutto lo scibile umano. 

Il semaforo era scattato al verde e alla mia ingranata di prima marcia con relativa sfrizionata e tanto di sgassata, faceva eco la Vespa del collega Nicola anche lui un pendolare a due ruote che superandomi lanciò ... il guanto di sfida ..."Dai Massimo!!...chi arriva per ultimo paga il caffè!!...ci stai?!?"  "Certo che ci sto!.. però ora fermati Nicola...perché hai trovato il verde in corsa ed hai 5 metri di vantaggio!!"  "... Ahh!!..ma tanto lo sai!!...la tua Lambretta è più lenta della mia Vespa...prepara gli spicci per la macchinetta del caffè!!...hai già perso!!"
Percorremmo quel chilometro scarso come se fossimo stati due cavalieri alla disfida di Barletta...volavamo a tutto gas tra due filari di prato verde intenso ancora irrorati dalle gocciole di rugiada dove, essendo la fine di Maggio, erano già cresciuti dei rossi, alti e svolazzanti papaveri che rendevano la campagna pontina baciata dai primi tiepidi raggi di sole primaverile del tutto simile ad un variopinto paesaggio ritratto in un quadro in perfetto stile naif.   
Avevo i capelli fonati dal vento dovuto all'accelerazione della corsa... quando girai il capo a sinistra (gli specchietti, come il casco, non erano ancora obbligatori) e constatai di avere una manciata  di metri di vantaggio su Nicola...ero ormai certo della vittoria!...un semplice caffè...ma pur sempre una vittoria!...come quella vissuta la sera prima... davanti alla TV! Era mercoledì 28 Maggio 1969...

"Amici telespettatori buona sera, è il vostro Nando Martellini che vi parla dallo Stadio Santiago Bernabeu di Madrid dove tra pochi minuti scenderanno in campo le due formazioni dell'Ajax agli ordini di Rinus Michels e del Milan agli ordini di Nereo Rocco per contendersi in questa finale l'assegnazione della 14ma edizione della Coppa dei Campioni. Con l'arbitraggio dello spagnolo José Ortiz de Mendibil e di fronte a 31.782 spettatori, in gran parte tifosi rossoneri giunti dall'Italia, queste  sono le due formazioni annunciate.      
AJAX: Gert Bals (portiere capitano), Sourbier, Hulshoff, Vasovic, Dulvenbode, Groot, Sjaak, Danielson, Johan Cruijff, Keizer.      MILAN: Cudicini, Anquilletti, Schnellinger, Rosato, Malatrasi, Trapattoni, Hamrin, Lodetti, Sormani, Rivera  (capitano), Prati. Auguro a tutti i telespettatori una buona visione!".

Al fischio iniziale con una fulminea azione proiettata verso la rete di Gert Bals Pierino Prati stamperà sul palo una rasoiata da fuori area, sarà solo il prologo alla sua splendida gara che lo vedrà uccellare la porta del capitano olandese per ben tre volte all'8' dopo un preziosismo di tacco fornitogli da Rivera, al 40' e al 75' con altrettante deliziose azioni sotto gli occhi del campionissimo Johan Cruiff reso impotente dalla ferrea guardia difensiva pensata dal Paron e messa in pratica dalla diga di Schnelligerer & Company. A poco servirà ai tulipani il penalty trasformato al 60' da Vasovic per un fallo commesso da Rosato, i Rossoneri chiuderanno la magica serata con un poker, prima del terzo gol di Pierino la Peste, un vero slalom sciistico, andrà a segno anche il numero 9 brasiliano Angelo Benedicto Sormani e tutti insieme con Gianni Rivera che in primis solleverà la seconda Coppa Campioni ( da quella edizione in versione "orecchioni") con quella vittoria vedranno eguagliato, al momento e nel numero le Coppe Campioni vinte dai cugini Nerazzurri. Sarà quella vinta contro l'Ajax l'ultima Coppa vinta dal Milan disputando la finale con i colori delle maglie Rossoneri, le altre 5  Champions che seguiranno  ci vedranno solennemente in completa livrea bianca.

"Ma tu!!...giovanotto!!!...sei Rosso... o sei Nero?!?"
Ed io in risposta..."Non sono né comunista, né fascista.. sono solo  un Rossonero!".
Era uno dei sindacalisti che bloccavano quel mattino assieme ad un nutrito numero di scioperanti l'ingresso in azienda per il perdurare dello sciopero dei metalmeccanici iniziato nell'autunno caldo del '68. La nostra corsa in Vespa e Lambretta, che peraltro mi avrebbe visto vincitore venne bruscamente interrotta ad una cinquantina di metri dal posteggio antistante l'ingresso in azienda da quella sorta di picchetto che con fare minaccioso invitava tutti i lavoratori a non timbrare il cartellino, e quindi scioperare in adesione ad altri massicci scioperi in atto, in quel periodo, in tutta la penisola. E così incavallettammo i nostri scooter e mentre Nicola si soffermava a parlottare con altri colleghi aderenti alla manifestazione, io assistetti ad una deplorevole scena. Un dirigente dell'azienda nel tentativo di entrare in ditta con la sua auto ricevette minacce da alcuni facinorosi che non recependo le sue giustificazioni con una spranga gli fracassarono il parabrezza. Il guardiano osservando la scena dal suo gabbiotto chiamo' istantaneamente i Carabinieri che giunsero sul posto dopo soli due minuti allontanando tutte le persone e cercando di pervenire al fermo dei responsabili di quell'insano gesto.
E così quel giorno non ci fu nessuno sciopero, non persi la giornata che ovviamente in caso di adesione all'agitazione non sarebbe stata pagata. Un altro gettone entrava nel mio salvadanaio dove avevo scritto: "Per la mia nuova 500 blu" ....e quella sera a Pomezia ...piovve!!..e come se piovve!!...e la Lambretta è sì piacevole...ma quando piove...la mitica 500... è un'altra cosa!
Ma questa sarà... un'altra storia!

Un caro abbraccio
Massimo 48