Dicembre 1968 - Pomezia (Rm)

Ero stato assunto da appena cinque giorni in un'azienda produttrice di apparecchiature elettroniche nella zona industriale a Sud di Roma, in qualità di tecnico collaudatore. Da ventenne, appena conseguito il diploma di Perito Tecnico Industriale, si materializzava per me il primo vero lavoro in qualità di dipendente della mia vita, ed intendevo sia come soddisfazione personale, quanto come forma di ringraziamento verso i miei genitori, per poi finalmente portare un aiuto economico in famiglia, onorarlo nella migliore maniera possibile.

I primi giorni non furono per nulla semplici a cominciare dall'ingresso in fabbrica. Essendo dicembre e di un inverno particolarmente freddo, non me la sentivo di raggiungere la sede di lavoro con la mia Lambretta, lo avrei fatto solo successivamente, in primavera nonostante i 60 km tra andata e ritorno da casa e Pomezia, e così tutte le mattine aspettavo un autobus sotto casa che dal quartiere San Paolo mi conducesse all'Euro dove avrei preso l'allora pullman della Stefer che mi avrebbe condotto a 500mt. dall'ingresso dell'azienda.  In buona sostanza sveglia alle 6 per timbrare il cartellino alle 8 in punto. Un bel tran tran come inizio, ma ci ero abituato da molto prima, le mie scuole superiori sia nel biennio propedeutico che nel triennio finale erano distanti da casa e mi obbligavano a prendere due mezzi pubblici, vero che mezzo secolo fa il traffico nella capitale non era quello attuale, ma tornare a casa e pranzare alle tre passate non era certo cosa piacevole.

Per spiegare la non semplicità di quei primi giorni di lavoro sarà sufficiente dirvi che il sottoscritto era stato assunto in prova per tutto il mese di dicembre.  Quell'azienda per onorare un'ingente commessa avrebbe dovuto consegnare un lotto di ricetrasmettitori per uso militare da consegnare all'Esercito del Sud Africa entro la fine dell'anno, e dunque avrebbe assunto a tempo indeterminato due giovani tecnici diplomati da inserire nei reparti dell'azienda che produceva tutto il prodotto dalle parti meccaniche ai circuiti elettrici per produrre apparati elettronici di alta professionalità. Gran bel posto di lavoro, dunque, specie per un neodiplomato Perito in Telecomunicazioni, una nuova specializzazione istituita dal Ministero dell'Istruzione solo 3 anni prima.
Del senno di poi ora posso dire che in quell'azienda dove ho operato per 5 anni spaziando dall'iniziale reparto di collaudo alle sezioni di progettazione per finire nel reparto assistenza esterno che mi vedeva impegnato presso le basi dell'Esercito, dell'Aviazione e della Marina Militare anche a bordo delle navi. Il sottoscritto ebbe modo di maturare un'esperienza pari ad un valente corso universitario in materia, avendo lavorato al fianco di fisici ed ingegneri di alto profilo.

L'esperienza, professionalmente parlando, fu tale che dopo 5 anni, alla vigilia del mio matrimonio, lasciai  a malincuore quel lavoro per convolare in una grossa azienda di elettrodomestici che in quegli anni si cimentava con la produzione dei primi televisori a colori. Così me ne andai, anche perchè dopo pochi mesi avremmo programmato con Angela il nostro matrimonio, e mi decisi mio malgrado a cambiar casacca, proprio come un calciatore, e lo feci unicamente per un sostanziale aumento di stipendio. Mi offrirono il posto di CapoTecnico di un Centro Assistenza della Capitale, e oltre a gestire tutto il servizio clientelare sorvegliavo le riparazioni in laboratorio di tutti gli elettrodomestici ma in particolare della nuova serie di televisori a colori.

Ero rimasto a quei primi giorni di lavoro, ricordo nitidamente che nei primi due il Caporeparto mi fece vedere una enorme cassa di legno nel cui interno si trovavano 500 microfoni per uso militare da collaudare dicendomi: " Mi raccomando Massimo...questi microfoni li devi collaudare ...ad uno ad uno...inserendoli in questo connettore..vedi..qui sul frontalino in basso a destra del trasmettitore...vedi c'è serigrafato Mic..ecco..poi premi il tasto Push a lato del microfono e pronunci la frase che trovi scritta sulla scheda di lavoro...e con voce normale..ad un palmo di distanza e devi guardare il quadrante di questo strumento, un millivolmetro sul cui quadrante l'escursione dell'ago dovrà sempre rientrare tra queste due tacche rosse...hai compreso bene...Massimo?...domande!?" Annuii ed iniziai di buona lena il mio primo "job"... e alle ore 17 del giorno seguente i 500 microfoni avevano brillantemente superato il collaudo tranne 3 di essi. Il Caporeparto si complimentò dicendomi che le severe norme MIL (condizioni imposte dagli organismi militari) prevedevano una difettosità tollerata pari al solo 1% e dunque essendo 3 inferiore a 5, il controllo qualità sarebbe risultato positivo, ovviamente sostituendo i tre microfoni guasti. Tirai un grosso sospiro di sollievo, erano giorni di pena per me, la mia assunzione dipendeva dal brillante superamento di un periodo di prova di 30 giorni.  Quel tempo sarebbe scaduto alla fine del mese di Dicembre, ma di questa clausola i miei genitori non ne seppero mai nulla.

Mancano pochi minuti alle 8 del venerdì di quella mia prima settimana di lavoro. All'ingresso della fabbrica, che annoverava circa 400 maestranze, notai una insolita folla di persone, alcune sventolanti delle bandiere rosse, molti nuovi colleghi li vedevo parlottare tra di loro ma erano incerti se entrare o meno in azienda... quando una voce con un megafono alle nostre spalle di alcuni giovani sbraitanti sopra un furgoncino Ape a sventolare un grosso striscione con la scritta " Metalmeccanici in sciopero - Stipendi da fame!" ed uno di loro saltò giù dal cassone del mezzo e corse ad inseguire due impiegati che avevano oltrepassato il cancello della fabbrica e si dirigevano verso l'atrio per marcare il proprio cartellino a giustificarne la presenza al lavoro. Assistetti attonito alle scene... non seppi cosa fare... poi mi accorsi che una maggioranza di operai restava sul piazzale antistante la fabbrica ad unirsi alla protesta, allo sciopero, mentre una minoranza, che successivamente scoprirò essere prevalentemente costituita da impiegati cercava di superare le forche caudine di quegli energumeni per poter crearsi un varco ed entrare in azienda. 

Era iniziato l'autunno caldo dei metalmeccanici, ed io venni a conoscenza di cosa significasse scioperare e perdere la retribuzione della giornata, contro coloro che strafregandosene di ingiurie e sputi, pur di non rimetterci un solo giorno di paga, preferivano subire l'onta di essere tacciati, come in un coro allo stadio quali "crumiri!" o peggio  "leccaculi! servi dei padroni!" entravano ugualmente. Soltanto dopo alcuni mesi di lavoro in fabbrica mi resi conto che tutti gli impiegati  (in gergo li chiamavamo "cravattisti") i quali riuscivano ad ottenere un aumento di merito erano annoverati nella categoria  dei "crumiri-leccaculo" mentre per chi realmente, sia esso operaio (che chiamavamo in gergo "ingrassabulloni") o impiegato non veniva applicata la stessa regola, posto che fosse meritocratica, ma sempre invece applicata per i "servi del Padrone". Valeva dunque in quegli anni la regola di non poter arrivare, pur meritando, un qualsiasi adeguamento salariale solo per il fatto di essere scioperante o peggio ancora essere iscritto al sindacato, che in quegli anni stava cercando consensi e proseliti lungo tutta la nostra penisola in ogni settore produttivo, mentre purtroppo stavano nascendo pericolosi gruppi eversivi di politiche estreme, tanto di destra quanto di sinistra, dissennatamente privi di valide ideologie e che produssero panico e lutti in tutta la nazione che si trovò a dover fronteggiare un lunga fase, che abbraccerà un pezzo della storia italiana, dalla fine degli anni 60 all'inizio degli anni 80, e divenne tristemente noto come il periodo degli anni di piombo.

Era la vigilia di Natale ed in azienda si lavorava fino alle 14 ed a metà mattina tutto il reparto del collaudo, Caporeparto in testa brindò alla salute di tutti noi e delle nostre famiglie augurandoci una serena festività. Finito quel break l'intero personale del reparto  fu allietato dalla presenza della ragioniera dell'ufficio Amministrazione che passò tra i banchi di lavoro per consegnare le buste paga con il contante all'interno. Quando arrivò il mio turno l'impiegata mi disse: " ...Sig. Massimo è con noi da soli 20 giorni ed è ancora in prova...ma l'Ing. Paladini - era uno dei proprietari della ditta - ha avuto delle buone notizie dal suo Caporeparto in merito al suo lavoro...quindi le anticipiamo...che il suo periodo di prova può ritenersi concluso....e sarà regolarmente assunto.....ahh!!... ovviamente ...a tempo indeterminato!...è contento!?!....la vedo perplesso!!...o mi sbaglio?!?"  Pensai alla mia espressione, solo se in quell'istante mi fossi specchiato l'avrei rivista uguale qualche anno dopo trasportata nei panni del mitico Fantozzi, rimasi come impietrito dopo quella paradisiaca frase, sentivo tutti i muscoli del corpo rattrappiti, come paralizzati da una intensa ma piacevole scossa elettrica, ma solo nella periferia del mio corpo perchè il mio animo era in quel momento come un vulcano in piena eruzione. La mia gioia interiore era indescrivibile ma le mie braccia risultavano come imbalsamate, la ragioniera dovette quasi accompagnare la mia mano per firmare la busta paga...la mia prima busta della mia vita: 58.000£... solo a ripensarci... oggi per me avrebbe lo stesso valore di 5.800 Euro!

",,,Ehi!!...ehiii!!...ma che fai...fai marcia indietr....!!!" "  CRASHHHH !!!" Avevo avuto un incidente d'auto. Durante la pausa pranzo ero andato a fare benzina, nell'uscire dall'area del distributore vidi in ritardo un camioncino, carico di cassette di frutta, che stava facendo marcia indietro, non me ne accorsi, sembrava fosse in sosta e a quei tempi non c'era ancora su tutti i mezzi la luce bianca obbligatoria di retromarcia, forse stava per piazzarsi all'angolo del distributore, un posto ideale per vendere la frutta, ma solo per lui perchè io purtroppo frenai mentre lui indietreggiava e il violento urto devastò il muso della 600!  Ironia della sorte quel giorno non ero andato a Pomezia in Lambretta, ormai eravamo in piena primavera e la temperatura si era addolcita, lo scooter lo avevo lasciato presso la concessionaria per fare il suo ultimo tagliando e così chiesi in prestito a papà Renato la sua 600.   
Quel giorno rientrai a casa più tardi del solito, un collega mi diede uno strappo fino vicino casa. Papà era già rientrato e subito misi in scena una bugia degna del miglior Pinocchio dicendogli che mentre percorrevo la via del ritorno avevo visto alzarsi del fumo dal cofano posteriore ed un automobilista gentile nel vedermi fermo mi avrebbe aiutato avvertendo un meccanico sulla via Pontina e dopo una mezz'ora l'auto sarebbe stata trainata in officina per la riparazione. La diagnosi fu la bruciatura della guarnizione della testata e la 600 sarebbe dovuta rimanere ferma per la riparazione per una settimana.  Papà Renato non fu molto convinto del racconto, come se avesse avvertito odore di bruciato, ma poi aggiunse che avendo io ormai un reddito mi sarei sobbarcato tutte le spese, l'importante era che lui riavesse in ordine di marcia la sua 600 per lunedì sera.

Il conducente del camion di frutta aveva un vicino carrozziere di sua fiducia, lo ringraziai e in  quello stesso pomeriggio fece rimorchiare la 600 che fu riparata e pronta per essere riconsegnata lunedì sera a mio padre. Quello ...scherzo mi costò ben due stipendi ... il sogno di acquistare la 500 in contanti per le vacanze di Agosto svaniva... l'avrei potuta sempre acquistare ma solo a rate.
"Ecco le chiavi... papà!..e grazie!"  "...Ahh ...Massimo ....ma vedo che l'hai lavata!!"  "....era il minimo che potessi fare...papà...tu me l'hai prestata!!"   "...bravo figliolo...continua sempre così..!!"  E così continuai....ero in mensa nell'attesa di un caffè, a poco più di un mese da quell'incidente...quando vado a sbirciare nelle pagine della cronaca di Pomezia su di un quotidiano locale attratto da una foto ritraente quel camioncino con la frutta che mi aveva causato l'incidente ed il titolo dell'articolo era "La Polizia smaschera l'ennesima truffa! Falso venditore di frutta s'inventa incidenti per raggirare le assicurazioni"  "...Ma, ma...questo è quello che mi ha causato l'incidente....Carlo...Carlo !!! - ero un mio caro collega di reparto -.....ma sono stato oggetto di una truffa...ma...che faccio ...adesso...che dici vado a fare denuncia dai Carabinieri..!?!"  "...io penso - rispose Carlo -...che te 'a devi pijà 'n saccoccia!!...ma sai pe' riprende 'na piotta e mezza quanti sordi d'avvocato devi da spenne!?....ma lassa perde...te conviene!!....dà retta a Carletto...!!"  E così fu...tentai...ma non ripresi una lira...il truffatore si era fatto solo 48 ore di Regina Coeli...poi con un buon avvocato era tornato in libertà.

Soltanto il 10 di Ottobre arrivò la mia 500L, l'avevo ordinata a fine Maggio, ma il protrarsi degli scioperi dei metalmeccanici aveva fatto slittare la consegna dell'auto nuova di ben tre mesi, e per giunta una settimana prima della consegna la concessionaria mi comunicava che per avere l'auto di colore blu. come avevo scelto, avrei dovuto attendere altri due mesi, altrimenti avrei potuto scegliere tra i colori disponibili e cioè bianco, giallo ocra oppure aragosta. Mi consigliai con Angela, la mia fidanzata, e ci accordammo per l'aragosta.
Quella mattina uscimmo dal garage di quella concessionaria di Piazzale della Radio, la giornata era quella tipica dell'ottobrata romana, Angela aprì il tettuccio della nostra 500L, modello uscito pochi mesi prima, costava 50.000£ in più della normale, ma era molto più rifinita. Quel giorno facemmo il giro di Roma quando non esistevano neppure in pieno centro zone vietate al traffico e così la Capitale fu tutta nostra. Percorremmo tutto Viale Tastevere con sosta sull'Isola Tiberina a rifocillarci con la famosa grattachecca della Sora Lella, per proseguire alla Bocca della Verità. Via del Teatro Marcello, l'Ara Pacis con sotto la gabbia della "lupa" che a quei tempi era veramente nella gabbia a simboleggiare la nascita di Roma. Il nostro tour proseguì per tutta Via del Corso per girare a destra dopo Piazza Montecitorio in Via Condotti e terminare a Piazza di Spagna e sederci (ora la cosa è vietata) sulla scalinata di Trinità de' Monti e goderci la visione dell'acqua zampillante sulla Barcaccia. E dopo un buon cono gelato consumato da Rosati in Piazza del Popolo, via sulla terrazza del Pincio, parcheggio la nostra fiammante 500 e ce ne andiamo a spasso, mano nella mano, lungo i giardini di Villa Borghese fino ad arrivare alla Casina Valadier, per poi affittare una barca a remi e dondolarci sulle acque del laghetto di Villa Borghese. Torniamo in auto e attraversando il Tevere ci troviamo di fronte a Castel Sant'Angelo, e poi Via della Conciliazione con la maestosità della Basilica di San Pietro e della sua imponente piazza con le sue 424 colonne. Proseguimmo per la salita del Gianicolo, la quercia del Tasso, Piazzale Garibaldi con la visione mozzafiato di tutta Roma....si erano fatte le 16 circa...io ed Angela ci guardammo...la giornata era ancora calda ed io le dissi: " ...Ti va di andare al mare... andiamo a vedere il tramonto alla rotonda di Ostia....!!" Tre quarti d'ora dopo eravamo in riva al mare....l'acqua  non era fredda...ci togliemmo le scarpe e a piedi nudi passeggiammo a lungo in riva al mare mentre il sole dipingeva di rosso tutto il cielo.
Una buona pizza a Fiumicino, in una locanda per pescatori sotto al faro concluse una delle più belle giornate della nostra vita.   Furono i migliori anni della nostra vita!  Quell'auto ci accompagnerà per 9 lunghi anni e vedrà il nostro fidanzamento, il nostro matrimonio, la nostra luna di miele, la nascita di Manuel e poi di Davide, infine alla nascita del secondogenito fummo costretti a permutarla con un auto più grande ma quando la lasciai al concessionario ne estrassi come ricordo l'autoradio, era un famoso modello che s'infilava al posto del posacenere, ora l'ho messa in cantina ed ogni volta che scendo per travasare il vino l'ascolto con piacere e proprio ieri sera: "....Massimo!!..hai fatto con questo vino?!...ma quanto ci impieghi...dai la cena è pronta... manchi solo tu!!"   "click!! " Spengo la vecchia autoradio...non prendo l'ascensore, in questi giorni un po' di moto non fa certo male...!!  Suono alla porta...apre mia moglie Angela  ..oh...Massimo..finalmente!!...ma, ma cosa hai fatto!?...hai pianto!?"  "...no..no ...è solo un po' di congiuntivite...sai a primavera...io sono allergico!!"   "...ehh...Massimo...tu sei allergico...ma ai ricordi!!!...vieni qua...dammi un bacio!!!" 


Un abbraccio

Massimo 48