Ed eccoci qui, siamo alle solite: sbaglio una partita e tutti mi offendono, se potessero ammazzerebbero me e tutta la mia famiglia, almeno virtualmente visto che stiamo parlando di social... o sbaglio?
Eppoi cosa vuoi che siano. In fin dei conti alcuni eminenti personaggi in TV hanno definito queste cose come delle "goliardate". Bene, la prendo così, me ne farò una ragione.
Però il mio account lo blocco lo stesso, anche perché la folla di gente che sta scrivendo contro di me sul mio profilo mi sta riempiendo la memoria dello smartphone e temo di finire i giga! E Natale è vicino. Se li finisco che faccio? Ma quell'egiziano, maledizione, non poteva correre meno? Che gli ha preso? Sembrava giocasse la partita della vita, mi ha fatto girare come una trottola. Eppure in campionato non mi era mai capitata una cosa del genere. Settimana scorsa mi avevano dato addirittura dei sette nelle pagelle! Vallo a capire. Però io sono uscito con la maglia fradicia di sudore e il mister si è anche complimentato con me! Come è strano questo paese...

Ecco, è così che mi sono immaginato Mario Rui, da solo a leggere tutti gli insulti e minacce arrivate sul suo profilo nel post-partita di Liverpool. E come lui dico "siamo alle solite", cominciamo a sfogare le nostre frustrazioni e malesseri di vita attraverso una tastiera di plastica, con epiteti e maledizioni che, spesso, hanno poco o niente a vedere con uno sport.

Sport, ecco la parola che mi risulta difficile da pronunciare quando si parla di calcio, del nostro calcio almeno. Anche perchè non so come sia realmente quello "fuori" dalla mia porta. Mai visto di persona e quindi al di là del mio giudizio.

Eppure alcune cose mi meravigliano... magari ricordando la stessa Liverpool. La finale persa contro il Real, le due papere di Karius, i pianti e la disperazione per una coppa persa anche per colpa sua. E poi? Ad agosto Karius entra in campo e che fanno i tifosi? Si alzano in piedi e APPLAUDONO!!! Ma come si fa? Questo vi ha fatto perdere una finale! Ma come, invece di andare ad avvelenargli il cane, a minacciare la moglie, voi lo applaudite? Che strani questi tifosi.

Eppure... eppure ho un ricordo. Fievole, ero giovane, mi trovavo al San Paolo. Era il 1988, un giorno di maggio ed in campo c'era il mio Napoli con il grande Diego. Partita scudetto, bastava anche pareggiare; ma che succede? Questi con la maglia rossonera corrono come dannati, cavolo segnano e segnano ancora... Alla fine capiamo che in quella partita sono stati più forti. E' stata una bella partita, nonostante tutto, nonostante abbiamo perso uno scudetto, il secondo.

Eppure... eppure alla fine eravamo tutti in piedi ad applaudire quei giocatori in campo, anche i rossoneri. Non si poteva non farlo, ci è venuto spontaneo, mica ci eravamo messi d'accordo. Come potevamo? Eravamo in 80000!

Ma allora anche qui eravamo capaci di fare come a Liverpool? Come fanno fuori dalla nostra porta? E perché adesso no? Eppure non ci vuole molto: basta un po di umanità.

Vero Napoli? Vero Italia?