Sei Pronto? Sbrigati faremo tardi la cerimonia inizia alle 17 e manca solo un'ora, dai... spicciati Massimo!  
Questo è il sollecito di qualche domenica fa rivoltomi dalla moglie in procinto di recarsi, assieme a tutta la nostra famiglia, alla cerimonia del battesimo di una nostra nipotina. 
Ho fatto, vengo, mi resta solo la scelta della cravatta più adatta da abbinare a questo abito blu scuro e apro l'armadio, ne vado a capare una sulla rastrelliera del portacravatte, resto indeciso tra una a pois e un'altra a righine, faccio delle prove annodandole attorno al colletto della camicia e di fronte sullo specchio, di riflesso, compare l'immagine di un gagliardetto attaccato in alto sull'anta opposta, ma non si tratta di un gagliardetto qualsiasi, bensì di quello autentico della società A.C. Milan e cioè non proveniente da uno sport point qualsiasi, bensì dalla mani proprie del capo magazziniere di Milanello.


Correva l'inizio di aprile del 1999 e la squadra del Milan arrivò al sabato, giorno antecedente lo scontro all'Olimpico con la Lazio per disputare la 27ma di campionato con i biancocelesti capolisti con 56 punti ed il Milan terzo con 49, all'Hotel Parco dei Principi ai Parioli lussuoso quartiere della capitale.
Mio figlio si trovava quel sabato in quell'Hotel per partecipare ad un meeting universitario a livello nazionale e nel pomeriggio verso l'ora del thè si recò con i suoi colleghi in un'ampio salone arredato con mobili di pregio, dove dopo un paio di minuti entrò tutta la squadra del Milan, giocatori, dirigenti e addetti ai lavori, tutti in vestito blu scuro con lo stemma rossonero sul petto e si accomodarono sulle varie poltrone del salotto.
Il figlio estasiato da questa inaspettata visione si accostò ad un divano dove stavano conversando l'allenatore Alberto Zaccheroni con Paolo Maldini, prese coraggio si avvicinò e dopo una stretta di mani chiese ed ottenne l'autografo da entrambi e poi si accostò un signore che, aperta la zip di un borsone gli fece omaggio del gagliardetto autentico del Milan, quello che si scambiano i capitani delle squadre ad inizio gara.  Quando la sera mio figlio rincasò e mi diede quel dono, rimasi a bocca aperta come un bimbo che aspetta la fine della storia di Cappuccetto Rosso e dopo averlo non solo ringraziato ma avvinghiato con un abbraccio tipo piovra, conservai quel cimelio come una reliquia nell'armadio, dov'è a tutt'oggi, in camera da letto, ma dopo un breve conciliabolo familiare pattuii allora di riporlo all'interno dell'anta del mio armadio perchè, giustamente, a detta di mia moglie, avrebbe creato una distonia con le altre effigi per lo più di carattere religioso.  Costituirebbe purtroppo quest'oggi una blasfemia se si volesse accreditare a quel gagliardetto i meriti accumulati nei 120 anni della sua storia colma di trofei e successi in tutto il mondo, se lo si dovesse affiggere come emblema di quel secolo di vita assommato al magico ventennio berlusconiano come retaggio dell'andamento attuale della squadra e soprattutto della società, che con i suoi comportamenti ha intristito gli umori della tifoseria ed inoltre, ancor più grave, ha inflazionato, specie nell'ultimo lustro, il nome del brand Milan nei suoi intrinsechi valori sportivi ed umani.    
E a guardarlo bene questo gagliardetto risulta anche un po' sbiadito... mah sarà perchè è lì da vent'anni!... No, no, papà è proprio perchè tutto il Milan s'è sbiadito!!! Battutaccia... ma detta dal figliolo, lo perdono!!


Ma torniamo ai giorni nostri...
L'altra sera il nostro nuovo allenatore Stefano Pioli avrà trascorso una notte insonne, dopo il pareggio beffa ottenuto allo scadere della partita contro il Lecce con quella micidiale sassata di Calderoni, il cui sibilo è andato, oltre che a gelare il nostro Gigione vanamente proteso in un tuffo plastico alla sua sinistra, sicuramente a creare un tale spostamento di aria capace di spegnere le candeline accese sulla torta negli spogliatoi rossoneri, che attendeva il nostro Stefano per festeggiare il suo 54mo compleanno e la sua prima vittoria alla guida del Milan. 
No, tutto rimandato alla gara di domenica prossima alle 18 allo stadio Olimpico contro la Roma (negli ultimi anni altra bestia nera per il Milan). 

Ma l'arrivo della squadra rossonera nella capitale di sabato prossimo nello stesso Hotel di vent'anni fa, mi impone di fare un giochino di raffronto tra questi due accadimenti. 
Prima di quella 27ma di campionato '98/'99 contro la Lazio nella capitale il Milan aveva giocato contro la Roma sempre all'Olimpico un mese prima alla 23ma e perse 1 a 0, fu l'ultima delle 4 partite perse dal Milan in quella stagione che poi lo vedrà vittorioso. Ebbene lo scontro con la Lazio capolista terminò a reti inviolate e fecero seguito 7 partite dove il Milan inanellò un filotto di 7 vittorie, battendo nell'ordine: Parma, Udinese, Vicenza, Sampdoria, Juventus a Torino, Empoli per poi vincere l'ultima al Renato Curi di Perugia il 23.5.1999 per 2 a 1 con reti di Guglielminpietro, Bierhoff e Nakata per gli umbri su calcio di rigore.
Seguì una colossale festa per le strade del centro di Perugia di tutti i tifosi rossoneri (tra cui il sottoscritto) mentre i fotografi immortalavano lo sguardo tragicomico, galvanizzato, forse dato l'inaspettato successo, e preda di un attacco di estasi di un sovreccitato Adriano Galliani, che sarà la fortuna dei prossimi successi teatrali del tifosissimo e brav'uomo di spettacolo che è Teo Teocoli. 
La vittoria laureò il Milan campione d'Italia per la 16ma volta, la Lazio arrivò seconda ad un punto.
A guidare la nostra squadra dalla panchina c'era Alberto Zaccheroni, un buon tecnico ma indigesto per il suo Presidente, sembra a causa delle sue avverse tendenze di pensiero inerenti la politica e quindi non fu mai amato nonostante questo splendido risultato al solo primo anno di guida della squadra. 
E questo è accaduto vent'anni fa e ora rivedo, ed è storia di soli dieci giorni fa la scelta del nostro attuale allenatore che è stato assunto in subordine al rifiuto, causa diatriba sulla buonuscita, della prima scelta da parte della nostra dirigenza sull'enologo (protempore) ma trainer (a tempo pieno) ed ex nerazzurro Luciano Spalletti.

Vorrei rivedere quella stessa smorfia che infine risultava di estremo piacere, stampata sui volti dei tanti membri della nostra dirigenza che, a dire il vero, scorgo sempre più grigi e intristiti, magari, come riuscì al primo anno a Zaccheroni di vincere lo scudetto, io mi contenterei che Pioli al suo primo anno vincesse la Coppa Italia, io la vedo forse cosa più alla nostra portata (fortuna permettendo oltre i meriti sportivi) che agguantare il 4° posto (così come stiamo messi lo escludo a priori) forse emulando quel filotto di vittorie detto prima, potremmo farci un pensierino (magari all'E.L.). Se si materializzasse questa fantastica teoria, cioè tradotto, se Pioli prendesse le vesti di Zaccheroni, allora dovremmo scendere all'Olimpico e tentare di domare la Roma, che si batterà con i suoi "lupi" e non ci darà - così come sta messa in questo momento pure lei - vita facile e un altro pareggio non servirebbe proprio al resto di niente!
Si rimetterebbe di nuovo tutto in discussione e per tutto intendo la reale mancanza di un VERO progetto, ma se scarseggiano per assenza o per incompetenza gli ingegneri il progetto si risolve con un "fai da te", alias una sorta di bricolage che tanto va di moda, ma i risultati li abbiamo visti tutti, quasi increduli al 92' l'altra sera a San Siro, nonostante una buona gara giocata dal Milan dopo tante, troppe partite brutte, sbagliate, inguardabili, siamo usciti con qualche certezza in più ma con un solo punto in tasca ed in bocca ci è rimasta una strana sensazione di amaro quando avevamo già pregustato un delizioso pasticcino!


Ehi... Massimo... allora hai fatto...? Ma ancora sei lì in camera...
No, sono tornato indietro a ricambiare la cravatta...
Ma non ti eri messa quella a righine?...
No, ho cambiato idea... ci sta meglio questa gialla con dei piccoli pois scuri, sull'abito blu ci sta bene non trovi !?!...
Se lo dici tu...
E poi mi ricorda una cosa...
Che cosa?...
Lascia stare, non capiresti!...
Ma dai che è tardi, andiamo Massimo la bimba ci aspetta!...
Ok, ok... arrivo!!


Un abbraccio. 

Massimo 48