La Lazio vince. La Lazio continua a vincere e anche, cosa più importante, continua a convincere. Andando avanti con la stagione si facevano sempre più insistenti i fantomatici “MA” i sempre presenti “SE” e gli immancabili “PERO’”. “La Lazio è forte MA non può durare”, “La Lazio è forte MA SE uno dei titolari si rompe è finita”, “Immobile segna, però solo su rigore”. Non fraintendete il tono, non sono qui per fare ramazza di tutti quelli che criticano la Lazio, ma a mio avviso si è stati sempre solerti e puntuali nel mettere in mostra quelle che potevano essere le pecche di una squadra che gira alla perfezione, ora però lo si fa ingiustamente! Una in particolare è quella che sento costantemente:

“Se si rompe uno dei titolari la Lazio non ha ricambi... Ha la coperta corta”.

Quanto a lungo abbiamo assistito a discorsi e discussioni sulle lunghezze delle panchine delle squadre che abitualmente occupano i primi posti del campionato. Migliaia di parole dette che, tuttavia, terminavano sempre con il solito verdetto:  “La Lazio ha la panchina più corta”.

Per trattare accuratamente questo argomento vorrei però partire dall’inizio perchè sebbene questa ora rappresenti una tematica discussa da quasi tutti, fu proprio lo stesso Inzaghi, due anni fa, quando per le prime volte si iniziava a porre come obiettivo il quarto posto, a parlare di “coperta troppo corta”, quindi ora vi potreste chiedere:

Perchè Inzaghi parlò di coperta corta? Giustamente, aggiungo!

Charles Proteus Steinmetz una volta disse << Non esistono domande inutili [...]  solo inutili risposte>>. Lungi dal darvi una inutile risposta, poichè questa è la domanda più giusta da farsi! Dopo due anni in cui il tecnico piacentino si era confermato, facendo scordare molto velocemente la scottante delusione per il mancato arrivo di Bielsa, Simone deve iniziare a confrontarsi, non solo, con le aspettative della dirigenza, ma anche, con la visione del presidente Lotito evidentemente differente dalla sua. Mentre da una parte il patron della lazio auspicava l’approdo nella massima competizione europea, il suo tecnico restava erroneamente cauto; dico erroneamente perché le sue dichiarazioni furono <<entrare in Champions è dura, abbiamo 4 corazzate davanti (Juventus, Inter, Milan, Roma) e la coperta è corta>>. DIchiarazioni erronee da fare soprattutto perchè si manda un messaggio molto negativo alla squadra di totale inadeguatezza della rosa e che per continuare a crescere serviva ben altro. La domanda che stiamo affrontando, ripeto, è quella giusta perché ci si ricorderà che la rosa di due anni fa non differiva troppo nei nomi e nella qualità; in difesa non c’era Acerbi ma De Vrij potendo dire che il livello non varia, il centrocampo conta soltanto l’assenza di Lazzari, mentre in attacco a dar manforte ad Immobile c’era F. Anderson. Quindi la rosa di allora per 8/11 era la stessa di oggi. A fronte di un 11 titolare sostanzialmente simile, lo sguardo dell’allenatore andava giustamente sulla panchina, la quale, nei periodi di maggior dispendio energetico, avrebbe dovuto sostenere i titolari impedendo una flessione nel rendimento. 

Allora cosa è cambiato da due anni fa ad oggi?

Ovviamente vi potreste essere fatti anche questa domanda, leggendo la prima parte, ma passo subito a spiegare. Stiamo parlando di due stagioni quasi agli antipodi, perché due anni fa la Lazio arrivò fino ai quarti di EL, puntò, come al solito sulla Coppa Italia, e aveva, ovviamente, anche le partite di campionato. Il risultato fu che, a fronte di quasi 56 partite, giocarono, più o meno, 12/13 giocatori, con la conseguenza che alcuni arrivarono privi di forze allo sprint finale, Immobile salto alcune partite per infortunio e si perse l'accesso alla Champions all'ultima giornata.

Quest’anno la situazione è molto differente; fuori dall'EL e dalla Coppa Italia la squadra romana deve fare i conti solo con le fatiche di campionato, ma nonostante un 11 titolare migliorato da due anni fa, sia sul mercato (Lazzari ed Acerbi) che alla maturazione di molti giocatori, ad alcuni ancora non convince questa rosa, convinti che non si ancora sufficiente.

Perchè non è così?

Arriviamo così a quella che è la domanda più importante e nocciolo del ragionamento! Devo dire che io stesso, qualche dubbio lo nutrivo, ma differente! Dubbi che non riguardavano la profondità della panchina o la sua qualità, bensì il distacco che c’era tra la panchina  i titolari. Se si facesse male Luis ALberto, ad esempio, giocherebbe uno tra Parolo e Cataldi, che per quanto stimi, non sono di certo il “mago”. Ma a fronte di un solo impegno ho visto svanire ogni mio dubbio, soprattutto perchè parliamo di giocatori che negli anni passati non hanno mai avuto infortuni tali da far temere. Tuttavia l’eliminazione dalle coppe non ha convinto ancora tutti sull’adeguatezza della rosa!

L’obiettivo è importante, non lo nego, e sicuramente la Lazio non è partita per vincere lo scudetto, ma ora che si trova lì forse può trarne addirittura giovamento inserendosi nella scia della Juventus aumentando la distanza sul quarto posto e tenendo sempre alta l’attenzione e l’entusiasmo. 

Sì, ma cosa c’entra la panchina della Lazio in tutto questo?

Appartenere al campionato italiano significa che per vincere lo scudetto devi fare una stagione straordinaria, se a questo aggiungiamo la Juventus che, (non vogliatemene tifosi Juventini) nonostante sia la peggiore da otto anni a questa parte, guida ancora il campionato fa capire come per vincere lo scudetto serva andare oltre lo straordinario. La Lazio a questa sfida si presenta con il miglior centrocampo d'Italia, il miglior attaccante e una delle migliori difese. Ma la cosa da sottolineare in assoluto sono state quelle vittorie, che si sono perse nella lunghissima striscia positiva della Lazio, dove questa ha vinto grazie alle sue riserve!

Non serve nominare Caicedo, che sebbene abbia giocato ad altissimi livelli, resta una riserva e che con 8 gol e 2 assist rappresenta il miglior attaccante di riserva della serie A avendo segna, addirittura, più di Higuain. Ma non scordiamoci quanto pesano questi otto gol arrivati dalla riserva della Lazio: uno di questi arriva in un Sassuolo - Lazio, la partita, molto brutta devo dire, è bloccata sul punteggio di uno pari, quando, poco prima dello scadere, Caicedo fa rotolare in rete la palla regalando tre punti preziosissimi alla Lazio. Quello più bello contro la Juventus in casa, che sigla la fine della partita. Ma ricordiamo soprattutto le reti di Parma e Cagliari, forse le reti più pesanti.

Dall’attacco ci trasferiamo al centrocampo, il punto più forte e per questo il più delicato, in quanto la panchina vede Cataldi, Parolo, Marusic e Jony. Ma anche qui, dobbiamo sottolineare l’importanza di questi giocatori. Possiamo partire da Cataldi che oggi sigla il terzo gol contro il Genoa ma anche quello contro la Juventus in Supercoppa, scoprendosi micidiale su calcio piazzato; ma io vorrei ricordare la partita più importante ovvero Lazio-Atalanta, perchè segna l’inizio della svolta per la Lazio. Sotto 3 a 0 al primo tempo, Inzaghi manda in campo il talento romano che sarà uno degli artefici della rimonta, evitando alla Lazio una pesante sconfitta non solo sul campo, ma anche in classifica, in quanto se l'Atalanta avesse vinto sarebbe andata quarta a +8 sulla Lazio. Potremmo citare anche la stessa Supercoppa, quando sul risultato di 1 a 1 Inzaghi toglie Luis ALberto e Leiva, per Cataldi e Parolo; il primo segnerà la punizione del 3 a 1, mentre il secondo fornirà l’assist del 2 a 1 a Lulic. 

Per quanto riguarda gli esterni vorrei citare in particolare la partita in casa con L’Inter, forse la più delicata che viene affrontata senza i due esterni titolari: Lulic e Lazzari. Al loro posto Marusic e Jony. I tifosi laziali ancora avevano negli occhi il gol di D’Ambrosio all’andata segnato a causa di un errore dell’esterno spagnolo, ma il campo darà ragione ad inzaghi. Jony sebbene ancora non convinca al massimo, si dimostra molto utile facendo rimpiangere poco Lulic. Per finire con la partita di oggi dove, oltre agli esterni inzaghi deve rinunciare a Luiz Felipe e Acerbi, i due pilastri della difesa laziale, quindi con 5 titolari in meno (anche Correa). Risultato? La Lazio vince, al pari di Parma ( dove giocò senza Savic, Correa, Lulic e Radu) e continua a convincere, chissà se stavolta...tutti!?

Quindi com’è questa coperta: lunga o corta?

Ripensando a come venne affrontata la stagione di due anni fa, puntando su ogni competizione la mia idea concorda con quella del mister: la rosa era troppo corta.

Se dobbiamo guardare alla stagione attuale della Lazio, ovvero alle partite che deve affrontare, la sua rosa è adeguata perché può contare su 5/6 buoni giocatori che all’occorrenza, non solo, sostituiranno la prima scelta mancante, ma rappresenteranno anche ottime possibilità a partita in corso.