Continua il braccio di ferro tra Lega Serie A , FIGC e Governo. O meglio prosegue l'insensata ostinazione dei vertici calcistici nel voler ripartire a tutti i costi, senza confermare i protocolli sanitari indicati dal Ministero della Sanità.

Già il mondo del calcio professionistico aveva mostrato fin dall'inizio dell'emergenza Covid poca sensibilità. Ricordiamoci la vicenda di Juventus-Inter, quando il presidente dell'Inter Steven Zhang diede del "pagliaccio" al presidente di Lega Paolo Dal Pino, che non voleva far disputare il match a porte chiuse. L'evoluzione della situazione ha mostrato quale lungimiranza e buon senso abbia avuto la ferma reazione del presidente nerazzurro. Il quale sta ancora aspettando le scuse non solo da Dal Pino ma anche da giornalisti come Enrico Mentana, sempre pronti ad inchinarsi.

Alla vigilia dell'allentamento delle misure restrittive, le singole ordinanze regionali aumentano la confusione, ad esempio dopo oltre due mesi di stop per l'emergenza coronavirus, favoriti dall'ordinanza regionale dell'Emilia Romagna, capofila nell'anticipare a lunedì l'inizio della fase 2 del calcio, previsto per il 18 maggio nei piani del Governo Conte Bologna, Sassuolo e Parma arrivano con due settimane di allenamenti individuali in più alla ripresa rispetto alle prime avversarie, come l'Inter e la Juventus, che fra l'altro hanno  diversi calciatori all'estero. 

Il presidente dell'Associazione Italiana Allenatori, Renzo Ulivieri, è d'accordo con il ministro Spadafora "Dobbiamo attenerci alle disposizioni delle autorità sanitarie, non possiamo mettere a rischio la salute dei calciatori e di chi lavora intorno al mondo del calcio- spiega all'ANSA-"... in caso di stop non ci sarà nel modo più assoluto la morte del calcio italiano ".

Si sta ormai definendo il  vero obiettivo della Lega: che l'interruzione definitiva del campionato di serie A, sia decisa dal Governo, per ottenere il pagamento dei diritti tv, già ampiamente incassati e comunque allocati nei bilanci, visto che non è previsto nel contratto la causa di forza maggiore.