Il derby per qualunque tifoso è il match dell'anno. I derby sono qualcosa di sacro in tutti le parti del mondo da Milano a Rio, da Manchester a Buenos Aires, non c'è nessuna parola per definire la stra cittadina, perché il derby é il derby. Questa partita ha anche dei significati sociali e politici, ma ahimè in alcuni casi la bellezza di un derby può improvvisamente sparire come nel caso del derby di Milano. 

Il derby viene reso speciale dai giocatori in campo e dalle personalità fuori. Il Milan non ha più Nereo Rocco o Arrigo Sacchi e l'Inter non ha più Helenio Herrera o Josè Mourinho, Spalletti e Montella non sono degni dei loro predecessori, ma anche in campo c'è tanta povertà sia a livello di carisma che di tecnica.
Dove sono Maldini, Van Basten, Shevchenko e Gattuso per il Milan? Dove sono Zanetti, Milito, Ronaldo e Cordoba per l'Inter? Ora ci dobbiamo accontentare dei finti capitani come Bonucci e Icardi o di Perisic e André Silva. Ma cosa ancora peggiore, non ci saranno i presidenti in tribuna non ci sono più Berlusconi e Moratti a darsi battaglia in tribuna e a rappresentare i primi tifosi di entrambi club e domenica sera in tribuna non ci saranno neanche i presidenti.
Ma il derby è caratterizzato anche da grandi personalità come Adriano Galliani o Peppino Prisco, quando segnava il Milan l'esultanza di Galliani era incontenibile e la sua faccia diventata color peperone, per non parlare dell'avvocato nerazzuro (un uomo che ho amato in modo incommensurabile), loro rappresentavano l'Inter e il Milan. 

Il derby non è solo la partita in campo (quest'anno di bassisimo livello tecnico) ma anche fuori, ma uomini freddi e disinteressati come Zhang o Lì e allenatori come Montella stanno trasformando il derby in una semplice partita come tutte le altre.
Domenica sera vedremo, ma quale derby?