Era il 1896, per la precisione il giorno dei santi in Italia, c'era un gruppo di studenti del liceo classico “Massimo D'Azeglio” di Torino, che usavano riunirsi presso una panchina di corso Re Umberto, vicino alla loro scuola. Quella panchina era il loro ritrovo dopo scuola dove si giocava al Foot-ball. I ragazzi avevano acquistato un pallone, e un bel giorno mentre erano intenti a giocare, uno di loro si fermò esclamando: "Ragazzi, ma perchè non fondiamo una squadra di calcio?". Quando la parola venne pronunciata ci fù il silenzio totale, al quanto uno di loro gli disse: "E come si fa?", così l'ideatore prendendo un pezzo di foglio strappandolo sul fondo del libro, cominciò a scrivere: "Allora, quanti siamo presenti? 5? Ok, noi saremo i fondatori della squadra, ma per giocare ne servirebbero almeno 11, quindi avete degli amici? Ok, portateli al campo della scuola, poi li decideremo quelli che possono andare bene oppure no". Così i ragazzi giornalmente aggiornavano la situaizione: "Siamo a quota otto, ce ne mancano tre, soprattutto un portiere". Così si arrivò a completare gli 11 che avrebbero giocato. La sede non esisteva, ma per loro il punto di ritrovo nella panchina comune era dove i fondatori si sarebbero incontrati. Uno di loro allora disse: "Ok, ma il nome della squadra quale sarà?". Così, tra i tanti nomi proposti, che sembravano non alla portata di un gruppo, uno dei fondatori disse: "Mi piacerebbe chiamarla Gioventù. Perchè noi siamo un gruppo di ragazzi, quindi credo sia perfetto", ma un altro rispose: "Si, ma serve qualcosa di speciale. E se la chiamassimo traducendo in latino? Juventus?". Un coro unanime si alzò: "E' perfetto!", ma qualcuno gli fece notare che davanti il nome ci sarebbe dovuto stare un qualcosa che faceva pensare ad una squadra di calcio. Alla fine vennero scritti in alcuni biglietti cosa poteva precedere il nome Juventus. Alla pesca uscì 'Sport-Club'. Il nome non andava proprio a genio per tutti, anche perchè ben prima di partecipare alla pesca, i foglietti erano stati letti, e quest'ultimo sembrava quello che destava meno ammirazione, ma venne estratto a sorte e quindi non poteva essere contestato. Nel 1° Novembre 1897 venne fondata la Sport-Club Juventus. La sede doveva avere un posto migliore della panchina-ritrovo, così i fratelli Canfari che offrirono il retrobottega della loro officina ciclistica in Corso Re Umberto 42, dove ebbe luogo la prima riunione, da Sport-Club Juventus dei vari soci. Ma se il nome era presente, mancava un presidente, che all'unanimità fu scelto: Eugenio Canfari. Nel 1898 invece la nuova sede si spostò in Via Montevecchio a Torino, in una scuderia di Via Panini, dove al suo interno si trovavano 4 camere, una tettoia e una soffitta e acqua potabile, al costo di 6 Lire al mese, ma la situazione fu molto critica, infatti vennero sfrattatiti per il non raggingimento di pagamento regolare. Pochi mesi dopo, grazie anche a varie persone benestanti che entrarono in società, nonchè di giocatori la S. C. Juventus, rialzò il capo, con una sede tutta nuova in via Piazzi 4. Stavolta la tranquillità sembrava essere entrata nel gruppo di soci, presidenza passava di fratello in fratello da Eugenio a Enrico Canfari con segretario cassiere Enrico Piero Molinatti. La S.C Juventus in Piazza d'Armi in zona Crocetta, svolgeva delle partite tra i vari soci del club. La squadra come prima divisa scelse una camicia rosa con una cravatta nera, con pantaloni alla Zuava (ampi, arricciati, e rimboccati sotto le ginocchia). Il club venne affiliato alla Federazione Italiana del Foot-Ball (nota come Federazione Italiana Giuoco Calcio - FIGC) nel 1900, partecipando così nel Campionato Federale dello stesso anno. La prima rosa della S. C. Juventus comprendeva 13 calciatori per lo più padri fondatori del club. Il Portiere, Beniamino Nicola, che era un medico studente all'università di Torino. I difensori, Ferdinando Chiapirone, che dopo le 4 gare giocate dal club, decise di lasciare il calcio. Compiuti i diciassette anni, si iscrisse alla Scuola di applicazione, proseguendo la tradizione familiare di alti ufficiali dell'Esercito e diventando, successivamente, generale di cavalleria. Ugo Rolandi che restò in bianconero fino al 1904 anni, giocando 8 partite. Francesco Daprà,  che a causa della folta barba, venne soprannominato "pitecia", perchè a detta di un suo professore somigliama ad una scimmia, per l'appunto la 'piteca'. Non venne mai impiegato nella prima squadra, mentre aveva avuto l'opportunità di giocare nella così detta squadra riserve, nel ruolo di terzino. Poi lasciò il club e si laureò in farmacia all'università di Torino e partecipò alla Grande Guerra a partire dal primo giugno del 1917, in qualità di tenente medico di complemento. Carlo Ferrero, terzino con tre presenze, lasciò il calcio dopo la prima stagione. Poi i centrocampisti: Alfredo Armano, mediano, 5 gare nella Juventus, uno dei padri fondatori, decide dopo appena due stagioni di lasciare il calcio. Nel 1907 decide di intraprendere la carriera di arbitro. Nel 1948 in occasione del 50º anniversario della F.I.G.C. fu insignito del titolo di pioniere del calcio italianoGioacchino Armano​​​​, ​​​fratello di Alfredo, rimase ben 13 anni alla S.C. Juventus, anche lui come il fratello era un padre fondatore del club, di ruolo mediano, giocò ben 24 gare, mettendo a segno 2 reti in carriera, vincendo anche il primo scudetto nel 1905. Nel 1907 decide di lasciare il calcio, nel 1907 diviene un dirigente sportivo del club, divenendo il nono presidente del club fino al 1918, nella piena Guerra 1915-1918. Guido Botto, fu un centrocampista, che non prese mai parte a nessuna gara, nel quale rimase fino al 1902. In ultimo gli attaccanti; Alberto Barberis, altro padre fondatore, rimase fino al 1912, 25 gare senza aver mai segnato. Vinse il campionato con la Juventus nel 1905. Lavora per pagarsi gli studi presso la ditta di Alfredo Dick, presidente della Juventus dal 1905 al 1906. Cosa che rimane nella storia, e che nel 1906 Dick chiede a Barberis di seguirlo nella sua nuova avventura, avendo fondato il Torino, ma il giocatore si rifiutò e venne licenziato dal posto di lavoro. Domenico Donna, altro socio fondatore, che giocava come attaccante della Juventus e studiava per diventare avvocato, nel quale si laureò poco dopo. Il giocatore stesso disse un giorno in una breve intervista "La Juventus ha dieci giocatori. E poi ha Donna", come battuta, per dire che oltre agli uomini che giocavano in campo aveva anche una Donna, per l'appunto lui, in modo scherzoso. L'attaccante rimase nella Juventus fino al 1910, scudettato nel 1905, poi passò alla seconda squadra per terminare la carriera. Luigi Gibezzi,​​​​​​​ uno dei padri fondatori del club, fino al 1904 nel club torinese, 13 partite giocate e un gol. Laureato in ingegneria, al termine della carriera agonistica entra nei ranghi dirigenziali della Juventus. Carlo Vittorio Varetti​​​​​​​, altro padre fondatore, 25 presenze e 2 reti, nel 1907 si ritira dal calcio giocato e divenne presidente della Juventus in sostituzione di Alfredo Dick dimissionario, fino al 1910. Partecipò alla guerra 15-18 come ufficiale del Genio Zappatori. Laureato in al termine della guerra fu inserito nel Ministero della giustizia raggiungendo la carica di Ispettore generale. Fu inoltre membro del Consiglio superiore dei lavori pubblici e capo di Gabinetto presso il Ministero delle comunicazioni. Persona, che aiutava le carceri ad essere meno lucubri, progettando molte innovazioni per migliorare le condizioni igeniche. Appassionato di Storia della Scienza, divenne membro della Società italiana di storia delle scienze mediche e naturali. Luigi Curti, presente nella prima rosa, non mise mai piede in campo, con le sue 0 presenze, era uno dei soci, e venne inserito nella rosa nel 1912-1913. La sua carriera da di oltre 13 anni non ebbe mai un inizio parlando di campo, soltanto una fine. Questi furuno i giocatori che fecero parte della primissima Juventus, la S.C. Juventus per la precisione. Spero che questo piccolo ritornare agli albori di un club glorioso italiano, inventando i dialoghi, anche perchè le uniche cose certe erano soltando dei studenti e della panchina, ma nessuno ha mai immaginato le parole o le frasi che alla fine hanno portato e visto la nascita della S.C. Juventus poi diventuta Juventus per tutto il Mondo.