Al termine di Milan-Roma, il tecnico del Milan aveva dichiarato di non capire come avesse fatto la sua squadra a non vincere una partita giocata così... bene. La colpa del pareggio era stata della disattenzione dei suoi giocatori. I marrani sicofanti avevano osato svilire la genialità delle intuizioni del loro allenatore con un atteggiamento non consono alla gravità del momento. Ingrati scriteriati! Avevano cotanto condottiero alla testa delle loro anonime schiere e non avevano fatto nulla per valorizzarne le idee prodigiose! Lugete o veneres cupidinesque!

Come avevo fatto notare nel precedente articolo, la maniera migliore per continuare a sbagliare è rifiutarsi di prendere atto di aver sbagliato. Non c'è nulla di male a sbagliare, infatti, perché tutti gli esseri umani sono fallibili. Il problema, però, è continuare a farlo contro ogni evidenza per dimostrare di avere ragione quando si ha torto. E ieri sera il tecnico rossonero ha riproposto le soluzioni del finale di Milan-Roma aggiungendoci, per buona misura, altre idee meravigliose.

A proposito, è stato un peccato che ieri non foste a casa mia. Quando è entrato Bayeye, ho chiesto ai miei figli, ormai ben più che ventenni, di guardare bene in faccia il giocatore granata, perché sarebbe stato lui a farci il servizio. Ed era un servizio che aleggiava su San Siro fin dall'inizio dei supplementari. Prima del gol, infatti, i granata avevano fatto ballare i rossoneri in diverse occasioni, soprattutto con Linetty, pur essendo in 10 a causa dell'espulsione di Djidji per somma di ammonizioni. Certo, il pallone lo ha messo dentro Adopo, ma la fuga solitaria di Bayeye alle spalle di Hernandez è stato il sigillo di Juric e delle sue scelte tattiche sul match. Juric aveva visto che Hernandez giocava ancora più avanzato di quanto lo fosse stato Dest in precedenza e gli ha piazzato alle spalle Bayeye. Basta un semplice Bayeye per vincere, se sai leggere tatticamente le partite. Entro limiti ragionevoli, puoi fare bene anche con quello che passa il convento, se sei in grado di usare le risorse che la società ti ha messo a disposizione. Purtroppo, ieri non eravate a casa mia, per cui dovrete fidarvi della mia parola. Lo avevo previsto ed è successo; sarebbe sato Bayeye a farci il servizio e, con sinistra puntualità, ce lo ha combinato!

E' stato evidente fin da subito che il tecnico del Milan era ancora prigioniero di Milan-Roma, in quanto riprendeva il filo dal punto in cui lo aveva lasciato: la difesa a 3. Non è blasfemia giocare con questo schema difensivo che, anzi, è oggi il più diffuso. Quando si sceglie, tuttavia, il modulo di difesa, lo si prova e riprova in estate, oliandone i meccanismi. E' durante la preparazione che c'è il tempo e ci sono le occasioni per mettere in cantiere una novità come quella. Anche perché la difesa a 3 può essere di vari tipi. Innanzitutto, c'è la versione con 3 centrali cui si aggiungono i due esterni di centrocampo, i quali scalano indietro se la squadra arretra. C'è poi quella in cui uno a turno fra i centrocampisti retrocede a completare la difesa. Peraltro, ieri sera, la difesa a 3 era una difesa a 3 in senso letterale, nella quale Kalulu e Tomori giocavano molto larghi con Gabbia esposto alle incursioni di Vlasic e Lukic, non a caso molto ravvicinati al centro. Dest era un centrocampista di fascia a tempo pieno.

Con questa specie di fisarmonica che tentava di proteggere Tatarusanu, nel primo tempo Lukic si è presentato solo davanti al portiere rossonero, che è riuscito a intercettare con la punta del piede.

Se non altro, e a parte questo spavento, l'assetto iniziale del pacchetto arretrato sembrava reggere con dignità. E poi, in fondo, ci si diceva che in Coppa Italia si può fare qualche esperimento. Non andava sottovalutato, però, il segnale sinistro di un Diavolo che ripartiva dal finale sciagurato di Milan-Roma.

Il vero errore, a sua volta figlio della colpa di Milan-Roma, è stato De Ketalaere nel ruolo di centravanti perennemente schierato spalle alla porta. Uno scempio nel quale il belga si è fatto vedere solo per una girata di testa su angolo, giocata che, tuttavia, avrebbe potuto fare anche se fosse stato posizionato in qualsiasi altro ruolo dello scacchiere. 

Lo scempio, poi, è stato aggravato dalla posizione di Pobega e Diaz. Quando avevo visto la formazione, avevo tirato un sospiro di sollievo, pensando a un Diaz schierato alla Raspadori con Pobega mezza ala. E invece, no, perché Pobega e Diaz si alternavano a turno nel ruolo di Raspadori, ma anche in quello di mezza ala. In questa maniera, Diaz si è spompato in ripiegamenti più consoni a Pobega, mentre Pobega non ha capito una volta (che fosse una) i movimenti senza palla di De Ketalaere. Questi non aveva uno spunto (che fosse uno) comprensibile per i due compagni alle spalle. Come avrebbe detto mia nonna, i coltelli non affilati cercavano di affettare il pane tosto.

Come si è già detto, gli esperimenti ci stanno in Coppa Italia. La sperimentazione, tuttavia, presuppone logica e raziocinio, altrimenti diventa la Carica della Cavalleria Leggera a Balaklava ovvero quella folle e inutile Carica dei 600 su cui fu girato un noto film d'epoca e che strappò a un generale francese l'affermazione: "Questa non è guerra!". Certi esperimenti non hanno nulla a che vedere col calcio.

Qualcuno potrebbe obiettare che il Milan aveva solo Giroud come centravanti della prima squadra abile e arruolato e De Ketalaere prima punta serviva a dare riposo proprio a Giroud. Ma allora, sperimentare per sperimentare, si poteva dare spazio a Lazetic, che sarà pure un diciannovenne immaturo, ma è del mestiere, nel senso che è un centravanti di ruolo. Invece, poiché il tecnico del Milan ha intravisto in De Keta le doti del centrattacco, voleva dimostrare di aver visto più lontano degli altri nell'individuare un nuovo Osimhen fra le fila rossonere. In tale guisa ha fatto fare al ragazzo ex-Brugge la figura del nuovo Blissett. La caduta da Osimhen a Blissett è stata davvero rovinosa!

La sconfitta, per giunta, è venuta in un match in cui due arrivi dell'ultimo mercato si sono fatti ben valere. Wrancx e Dest sono stati fisicamente vivi, tatticamente attenti e qualitativamente all'altezza, al punto che ci si può chiedere come mai nel momento topico si sia pensato di togliere proprio questi due per dare spazio ai titolari. Forse, Wrancx e Dest avrebbero dimostrato alla gente di valere il riscatto più di Brahim Diaz.

Già prima dell'espulsione di Djidji, erano entrati Leao e Messias al posto di Diaz e Saelemaekers. Ma con l'arrivo della superiorità numerica, il tecnico del Milan buttava dentro anche Giroud per Pobega (cosa che ci stava, visto l'uomo in più), Bennacer per Wrancx ed Hernandez per Gabbia. Nel secondo tempo supplementare, sarebbe entrato Calabria al posto di Dest.

In tutto questo c'era una fregatura che non era una fregatura qualsiasi, ma una fregatura magna, colossale: i titolari in panca erano mentalmente fuori partita, tranne Calabria (e, comunque, a lui basta sempre poco per concentrarsi). Non solo, ma Dest stava facendo una signora partita e poteva ben andare avanti, in quanto non aveva bisogno di turn-over. Wrancx, inoltre, era stato il migliore a ruota dello statunitense. Si cambiava per cambiare insomma. Per giunta si mandava ai nuovi il messaggio di non essere ritenuti parte del progetto, perché al momento di provare a vincere, si faceva ricorso alla vecchia guardia, indipendentemente dal rendimento di chi stava giocando... e con onore.

E poi, cribbiolina, c'era la ciliegina finale sulla torta. L'ingresso di Giroud, infatti, non liberava De Ketalaere nel suo ruolo naturale di incursore, ma lo costringeva a giocare lo stesso spalle alla porta allineato in avanti allo stesso Giroud. Il vicecampione del mondo, a sua volta, essendo ancora sotto shock per la sostituzione precoce nella finale mondiale, continuava a fare colpi di tacco senza senso come il più pivello dei pivellini che gioca nei pulcini a 5. Ma lui è Giroud e il tecnico, cuore matto, a Giroud perdona tutto quel che fa, come cantava Little Tony.

In tutto questo indegno e indecente porcaio, Juric faceva le sostituzioni giuste al momento giusto e non perdeva la calma quando veniva espulso Djidji, pur protestando come si fa sempre in questi casi. Il Torino è bravissimo nel rendere dense le porzioni di spazio in cui c'è, volta per volta, il pallone, per cui si è limitato a trasferire questa capacità nella sua area di rigore. Il tutto avveniva mentre il Milan vanificava la superiorità numerica, così come De Ketalaere veniva risucchiato, spalle alla porta, nelle sabbie mobili dell'area di rigore.

A meno di 10 minuti dalla fine dei supplementari, Juric puniva la conduzione tattica scriteriata del Milan, perché inseriva Bayeye, che si posizionava alle spalle di Hernandez, sempre in avanti come aveva giocato Dest. Con la superiorità numerica, la posizione avanzata di Theo era giustificata, ma entrato Bayeye non lo era più, perché l'ingresso di un uomo che macinava la fascia alle sue spalle era una bomba a orologeria. Quella che, di fatto, non aveva mai smesso di essere una difesa a 3 non veniva corretta, magari con l'arretramento dello stesso Theo sul nuovo entrato, che se ne andava bel bello e tranciava la metà campo milanista con un assist al bacio per Adopo.

Lazetic intristiva in panchina e, in campo, non avrebbe fatto peggio dei colpi di tacco velleitari di Giroud. Adli, possiamo esserne certi, in cuor suo godeva come un facocero nel non essere entrato. Con il suo ostracismo, l'allenatore del Diavolo ha evitato al giovane francese l'onta della sconfitta. Quando si dice che non sempre ci ti copre di popò ti fa un danno... .

Nel convulso finale, Milinkovic-Savic mostrava qualche limite tecnico, ma non ne sortiva nulla per un Milan che non aveva diritto al coup-de-theatre e il cui allenatore sarebbe stato esonerato in nottata, se il presidente fosse stato Zamparini o il compianto Costantino Rozzi. Ieri, l'allenatore della società AC Milan ha dimostrato di avere un numero eccessivo di idee sbagliate, senza essere capace di distinguerle da quelle buone. Per giunta si è dimostrato ondivago e incapace di decidersi in maniera netta fra sperimentazione e uso dei titolari. In ogni caso. non ha saputo sperimentare in maniera razionale

Il tecnico del Milan, in sostanza, ha dato la netta impressione di non leggere tatticamente le partite, come invece ha fatto Juric. Il tecnico rossonero è sembrato uno di quei filosofi che elaborano teorie in astratto, convinti nel loro immaginario speculativo, che sia la vile realtà a doversi adattare al loro genio. E alla fine ha portato tutti in ritiro, come se i giocatori fossero colpevoli di chi lo sa cosa, mentre dovrebbe fare un monumento almeno a chi ha tenuto in piedi un'improbabile assetto difensivo a 3, senza aprirsi troppo a fisarmonica.

Se avete avuto l'impressione che non abbia mai nominato il tecnico rossonero... be' avete colto nel segno. Qualcuno ha detto che dare un nome a qualcuno o qualcosa, significa conferire l'esistenza a quel qualcuno o a quella cosa. In questo momento, preferisco pensare che non esista un allenatore rossonero in carne e ossa e che la conduzione tecnica sia un'entità astratta.

Appuntamento al prossimo disastro e al prossimo ritiro punitivo, mentre ci chiediamo: come abbiamo fatto a perdere giocando così... bene?

Nella foto, Juric sembra avere la risposta e ci ghigna in faccia, com'è suo sacrosanto diritto.