"E arrivò alla Juventus"

Questo verso viene estratto dal libro "Chi è Maurizio Sarri"?

Si parla di un bambino nato a Napoli e cresciuto a Castro (provincia di Bergamo) e successivamente a Faella (frazione del comune di Castelfranco Piandiscò, nella provincia di Arezzo) con il sogno di allenare, ma stranamente di non giocare al calcio come la maggior parte dei bambini. Ma più il tempo passa e più non riesce a seguire in tutto e per tutto quel sogno, cresce e studia, poi trova un posto in banca e gira l'Europa (Inghilterra, Germania, Svizzara e Lussemburgo). Dopo il tanto girare ritorna nella sua Faella dove comincia ad allenare in modo serio, dopo la breve esperienza allo Stia in seconda Categoria Toscana. Il suo lavoro lo costringe a vedere poco i campi, la domenica però si va in panchina a seguire quei ragazzi. Maurizio Sarri però lo ha stampato nella mente: "Un giorno la mia vita cambierà. Sono certo che il mondo si accorgerà di me". Detto fatto, nel triennio 1991-1993 allena la  Faellese dove sfiora la promozione, poi si trasferisce nelle tre stagioni successive 1993-1996 al Cavriglia che in quell'anno gioca nella Promozione sempre in Toscana, dove si piazza al quarto posto al primo tentativo (1993-1994) molto distante per punti dalle prime tre, poi la stagione 1994-1995 s'impone piazzandosi al secondo posto e corrispettiva promozione in Eccellenza .Sarri cresce e il suo gioco comincia a divertire quella decina di tifosi che si appropiqua ogni fine settimana fuori dai campi dove gioca il Cavriglia. La stagione 1995-1996 però mette a dura prova la squadra e l'allenatore, vista la differenza di organico con il resto delle squadre presenti e il Cavriglia retrocede in Promozione. Per Sarri è arivato il mometo di cambiare di nuovo. E' il 1996 e arriva una chiamata al tecnico da parte dell'Antella sempre nella Promozione Toscana: la stagione si rivela un autentico miracolo, la squadra arriva al secondo posto e viene promossa al campionato di Eccellenza. Sarri impone il suo gioco a quei ragazzi che si dividono come lui tra un lavoro redditizio e una squadra di calcio per passione. Nella stagione 1997-1998 per il tecnico si ripresenta, dopo appena una stagione fallimentare, una nuova sfida, quella di salvare l'Antella e ci riesce, la squadra si piazza al 12° posto con due punti sopra la zona retrocessione. Questo risultato porta una nuova squadra sulle sue tracce, e nella stagione 1998-1999 si trasferisce al Valdema (Firenze) che gioca sempre in Eccellenza: la stagione termina con un settimo posto, un piazzamento che lo soddisfa a metà. Nella stagione 1999-2000 Sarri decide ancora una volta di cambiare squadra e passa al Tegoleto (Arezzo), ma vede il suo vecchio club (Valdema) che è arrivato secondo e forse un po' di maretta c'è; lui con il suo Tegoleto non riesce a piazzarsi al di sopra del 11° posto, sempre con due punti che lo salvano dalla retrocessione.

Nella stagione 2000-2001 Maurizio Sarri prende una decisione che forse poteva essere un harakiri. Infatti decide di lasciare il posto di lavoro in banca e dedicarsi per tutto il tempo al calcio. Questa notizia porta scompiglio, visto che lasciare un posto che serve per tirare la carretta e dedicarsi ad uno che non è stipendiato è molto difficile da pensare, la famiglia lo appoggia in ogni sua decisione. Arriva la chiamata del Sansovino (2000-2003). Quindi il 2000-2001 parte bene e finisce alla grande, primo posto con otto punti sulla seconda, il suo Sansovino è promosso in Serie D e per Sarri è la prima volta fuori le porte toscane. Il Sansovino è inserito nel girone che comprende le squadre del Lazio e Toscana, si piazza ad un sorpredente sesto posto. La stagione seguente (2001-2002) è una bolgia di emozioni: il Sansovino di Maurizio Sarri fa scuola e dopo scuola a molte squadre accreditate alla promozione e si piazza al secondo posto in classifica, a fine stagione per i vari problemi di squadre della serie C2 il Sansovino viene promosso di diritto al campionato superiore, ma c'è anche il primo trofeo della sua storia, la Coppa Italia della Serie D. Stagione 2002-2003: Sarri è uno sconosciuto nella categoria ed è pronto a mettere del suo per scombinare anche la quarta serie. Il Sansovino però si presenta con 15 elementi e non stupisce come Sarri sperava ,ma si piazza ad un 12° posto che li mantiene nella categoria. Sarri però lascia il Sansovino e nella stagione successiva (2003-2004) viene chiamato a campionato in corso ad allenare la Sangiovannese sempre in Serie C2 e trasforma una squadra che staziona a mezza classifica ad un secondo posto finale dietro al Grosseto distante 2 punti. La Sangiovannese è promossa in Serie C1 battendo il Gualdo nella finale play-off. Maurizio Sarri si comincia a far notare, tante proposte tra la Serie C1 e la Serie D, lui resta alla Sangiovannese anche nella stagione 2004-2005. La squadra da il 110% ma davanti si trova squadre molto più forti, Cremonese e Mantova su tutte, e si piazza all'ottavo posto, che è un'ottima posizione se calcoliamo che è una neo-promossa.

Maurizio Sarri a fine stagione decide di lasciare il club, grazie anche ad una chiamata importante, quella del Pescara. La squadra abruzzese retrocessa in C1 è stata ripescata in Serie B per vari problemi di altre società e Maurizio Sarri è stata la prima scelta del presidente Dante Paterna, che vede nel tecnico la rinascita del club. Sarri quindi scala ancora una volta le classifiche e si porta ad un passo dal sogno. Pescara è una piazza importante, ma non naviga nell'oro e Sarri deve arroccare quel che resta della rosa, riuscendo a portare ad un miracoloso 11° posto finale il club abbruzzese. Sarri lascia il Pescara a fine stagione. Ad ottobre arriva la chiamata dalla sua Toscana che lo fa emozionare. L'Arezzo neo-promosso in Serie B (2006-2007) e allenato da Antonio Conte naviga in brutte acque, Sarri rileva Conte alla decima giornata, ma dopo appena 18 partite (4 vittorie, 8 pareggi, 6 sconfitte) nelle quali ha avuto tre grandi risultati (vittoria in casa dell'Hellas Verona e pareggi con Juventus e Napoli in trasferta) viene sollevato dall'incarico e riportato Antonio Conte sulla panchina aretina. L'Arezzo a fine stagione retrocede in Serie C1 con l'ultimo posto in classifica.Maurizio Sarri si trova per più di mezza stagione senza panchina, poi in estate arriva la chiamata dell'Avellino, neo-promosso in Serie B. Sarri torna quindi in terra campana dopo più di 50 anni, ma stavolta da uomo e allenatore. L'Avellino appena approdato non ha le risorse per costruire una squadra di livello e chiede a Sarri di tentare il miracolo.Il tecnico: si cimenta e studia il modo di far coesistere quel gruppo di ragazzi, ma poco prima di iniziare il campionato si dimette. Per il tecnico c'è un anno sabbatico, nessuno lo chiama e sembra che quel sogno pian piano stia svanendo...

Stagione 2008-2009: in casa Sarri squilla il telefono, dall'altra parte della cornetta c'è Piero Arvedi, presidente dell'Hellas Verona. La squadra veneta gioca in Serie C1, quindi per Sarri c'è un passo indietro, il progetto però piace al tecnico napoletano. La squadra però non spicca il volo, resta sempre nei bassi fondi della classifica, salvandosi soltanto nei play-out. Sarri a fine stagione lascia il Verona e si ritrova senza una panchina per l'inizio della nuova stagione; viene chiamato dal Perugia (che staziona sempre in Serie C1), il tecnico dopo un discreto avvio e un filotto di sette partite utili nei turni successivi non riesce tuttavia a tornare alla vittoria. In seguito alla sconfitta di Gallipoli del 15 febbraio 2009 (1-4) viene esonerato dal presidente Covarelli. Per tutto il 2009 e metà 2010 non ci sono offerte, Sarri sembra essere uscito dai radar del calcio di categoria, tutto sembra presagire ad un ritorno alle categorie minori. Sul finire della stagione arriva la chiamata del Grosseto in Serie B, la squadra allenata fino a quel momento da Elio Gustinetti naviga in zona play-off, Sarri però non riesce a fare bene, anzi la squadra ha dei risultati altalenanti e non riesce nell'intento. Maurizio Sarri però non è deciso a rinunciare a quel grande sogno: allenare una grande squadra. Per il momento però deve scendere ancora una volta di categoria. Stagione 2010-2011: a bussare in casa Sarri è l'Alessandria che gioca in Lega Pro (C1), la situazione non è rosea ,il tecnico è chiamato a fare un campionato medio-basso, cercando una salvezza quasi insperata già da inizio stagione. Tutto cambia quando a fine stagione l'Alessandria viene retrocessa per illecito sportivo e Sarri si ritrova a dover trovare una altra panchina.

La stagione 2011-2012 parte con la chiamata del Sorrento in Lega Pro (C1). La stagione sembra andare per il verso giusto, la squadra risponde bene agli insegnamenti di Sarri e si piazza tra le prime quattro, poi gli vengono afflitti due punti di penalizzazione, che non gli vietano i play-off persi contro il Carpi. Ed ecco che si riaffaccia la Serie B, stavolta si ritorna in Toscana, per la precisione ad Empoli (2012-2013), dove il presidente Fabrizio Corsi decide di puntare forte su quel tecnico che faceva delle sue tesi una questione maniacale. Sarri trova un ambiente di 'casa' quel toscano che a lui piace tanto e che lo riporta all'inizio della carriera di allenatore. Sarri ha una rosa buona, decide di puntare su un misto tra esperti e giovani da lanciare. L'Empoli viene da una stagione non proprio esaltante, 18° posto in Serie B e con tre cambi di panchina in stagione. Tutto ora è nelle mai del tecnico tosco-napoletano. La squadra all'inzio fatica molti ad entrare negli schemi del tecnic o,nelle prime 10 giornate 1 vittoria, 4 pareggi e 5 sconfitte. Per Sarri sembra sempre più un'utopia restare su quella panchina, i tifosi si aspettano da un momento all'altro il suo esonero. Ma il presidente Corsi corre ai ripari e difende la posizione del tecnico. Sarri quindi torna a lavorare tranquillamente e questo dà i suoi frutti, anche se le sconfitte interne fanno parecchio rumore. Sarri in allenamento comincia a mettere i puntini sulle 'I', stravolge tutto e reimposta la rosa da zero. L'Empoli torna in campo la settimana successiva e comincia la sua scalata, sale e vince, sale e il gioco di Maurizio Sarri piace, così tanto che alcune squadre della Serie A si interessano a lui, ma il presidente Corsi rifiuta ogni proposta. L'Empoli afine stagione si piazza al 4° posto finale ed entra nei play-off dove batte il Novara nel doppio incontro, ma si arrende nel derby toscano contro il Livorno. Sarri si vede sfuggire quel treno, ma non si abbatte e accetta di restare ad Empoli rifiutando tante proposte di club più blasonati. Lui ha solo una cosa in testa: portare l'Empoli in Serie A. La stagione 2013-2014 sembra quella della consacrazione, la squadra costruita sotto indicazione del tecnico vola ,vola per tutto il campionato, il gioco diventa virale, Sarri è l'artefice di questo campionato studiato nei minimi dettagli. L'Empoli si piazza al secondo posto finale e va direttamente in Serie A.

Sarri non sta più nella pelle, a 54 anni riesce ad arrivare in Serie A. Tardi? Sì, ma non per lui. Il presidente Corsi chiede al tecnico di fare la sua scelta, certo su Sarri ci sono molti club, alcuni di grosso calibro, ma il tecnico non vuole spostarsi da Empoli, vuole sfruttare quella squadra al 101% e vedere dove può arrivare. La sua creatura è pronta ad imbattersi nel campionato più difficile della nazione e uno dei più difficili al Mondo. Stagione 2014-2015: la società riesce a portare a Sarri molti giocatori in prestito e svincolati tra i più famosi: Tiberio Guarente (svincolato dal Siviglia), Diego Laxalt (Inter, prestito), Matías Vecino (Fiorentina, prestito), Simone Verdi (Torino, prestito rinnovato), e il riscattato Massimo Maccarone, oltre a puntare ancora una volta sulla difesa Lorenzo Tonelli e Daniele Rugani. La stagione parte con una consapevolezza, quella di fare il possibile per salvare l'Empoli,anche se le difficoltà sono tantissime e le squadre presenti tutte più attrezzate del club toscano e nelle prime dieci giornate il divario si vede eccome: 1 vittoria ,4 pareggi e 5 sconfitte. Da notare il pari con il Milan essendo avanti di 2 reti a 0 nei primi 21 minuti di gioco. L'Empoli staziona in fondo alla classifica a braccetto con il Parma e il Cesena. Tutto sembra compromettersi prima della metà della stagione. Poi succede qualcosa, l'Empoli risale la china, va addirittura a sfiorare l'impresa al San Paolo contro il Napoli dove si fa rimontare due reti da 0-2 del primo tempo al 2-2 finale, impone un pari al Castellani all'Inter e alla Roma all'Olimpico, nel mezzo tante partite altalenanti. L'Empoli acquista credibilità,anche grazie alle avversarie di classifica che soffrono parecchio .Il ritorno rivede l'Empoli ancora che impone il pari al Milan, e batosta il Napoli per 4-2 al Castellani, tanto che qualcuno qualche anno dopo disse: "Il presidente De Laurentiis si è innamorato del gioco di Sarri dopo quelle due partite". L'Empoli a fine stagione si piazza al 15° posto e si è salvato in anticipo,ma quel tecnico ha stregato tutti... De Laurentiis in primis.

Poi la storia che prosegue la sappiamo tutti... Napoli, Chelsea e il tetto d'Europa e ora la Juventus. Sarri è riuscito ad arrivare dove voleva ad allenare la squadra più forte d'Italia.Il sogno che quel bambino napoletano con l'accento toscano è riuscito in 29 anni di carriera tra gavetta e la vittoria in Europa.