Passano gli anni, le proprietà, gli amministratori delegati ed i direttori sportivi; quello che rimane sempre uguale è il senso di precarietà da settembre a giugno, perché ad agosto a chiacchierare siamo sempre da scudetto, anzi no da Champions.

E’ sufficiente leggere ovunque online o su carta: lo sbigottimento per le dichiarazioni del Leonardo di turno, per i silenzi di Gazidis, per la strategia di mercato nascosta in una cripta sul pianeta Urano (perché non esiste), i ricorsi al Tas che però non sono ricorsi ma forse tentativi di dialogo (ma per che cosa?), è ecumenico, diffuso, insopportabile.

Credo sia rimasto Suma con un manipolo di sognatori a credere in questa società, al progetto di rinascita che parte sempre in sesta e arriva a gennaio con le sgommate da Boeing 787, quelle delle frenate d’emergenza, con i “ci vuole tempo e pazienza” nonostante i non sognatori continuino a vedere macerie, il deserto, Higuain come colpo da maestro ad agosto e come scaricato a gennaio in modo dilettantesco, i Conti pronti da 40 giorni che però non giocano mai, i Montolivo (che non sopporto) che non gioca perché è meglio Calabria come regista che ci fa puntualmente beccare gol...

Il tifoso milanista non è più un sognatore, un aziendalista, un baciapile: è esausto. Il tifo milanista non ha più niente a che vedere con qualcosa di compatto, è una granata esplosa anni fa in mille frammenti, tutti imbufaliti, che pensano e scrivono ognuno la sua, ma che non possono fare a meno di tirare le somme prima o poi. Si chiami Berlusconi, Yonghong Li, Singer, il risultato è sempre lo stesso: non esiste più un settore giovanile (ultimo), ci passano davanti i Godin a zero e ci voltiamo dall’altra parte, Rodriguez è sempre sulla fascia sinistra, arriva a centrocampo e torna da Donnarumma, Abate resuscita ogni stagione, Kessie studia da Rui Costa ed è al sedicesimo anno fuori corso...

Noi siamo questa roba qua.

Basta! Chiariteci le idee che ci devastano, i pensieri cupi, diteci che non ve ne frega niente un’altra volta, che siete un’emanazione del Cavaliere, una costola del Monza, ma piantatela coi teatrini, oppure una banca d’affari che deve dar conto a speculatori senza pietà, ma abbiate rispetto per chi tira fuori centinaia di euro perché per lui siete LA passione!

Una volta in vita vostra andate davanti ai microfoni evitandoci le supercazzole e raccontate la verità! Le vostre quotazioni salirebbero a dismisura e i tifosi accetterebbero di seguire una squadra destinata ad un lungo ridimensionamento, ma non giocate a fare il top team perché non lo siete.