In principio fu Maldini poi pian piano è toccato proprio a tutti vedere i propri campioni lasciare la propria squadra ed appendere gli scarpini al chiodo, ma mai come quest'anno gli addii al calcio sono stati davvero tanti da De Rossi a Pellissier passando per Moretti. Figli di un altro calcio, mano legato ai soldi ma molto più legato alla maglia... la stessa per cui hanno combattuto fino all'ultima goccia di sudore per raggiungere gli obiettivi prefissati. 

Quello che però colpisce è l'atteggiamento delle società nei confronti dei propri leader e capitani, sarebbe troppo facile prendere l'esempio di De Rossi, Totti o Del Piero; l'addio che più di tutti colpisce è quello di Hamsik al Napoli passato quasi in secondo piano, non un ringraziamento, non un saluto fatto come si deve ai propri tifosi che magari si sarebbero dimostrati grazia a Marek per quello che ha fatto aiutando a scrivere la storia del Napoli e portandolo a livelli inimmaginabili. 

Magari gli addii di Totti, De Rossi e Del Piero sono stati si sforzati ma almeno le rispettive tifoserie (ed anche quelle avversarie) si sono dimostrate grate per quello che questi campioni hanno dato loro ed al calcio italiano negli anni passati a rincorrere una pallone. Quello che le società devono comprendere è che la riconoscenza va data a chi pur di restare nella propria squadra ha detto no a tante altre proposte più allettanti o è sceso in categorie inferiori, perché quella che indossavano per loro non erano semplici magliette ma una vera e propria seconda pelle.

Per questo magari nel calcio moderno dovremmo lasciare più spazio ai sentimenti e meno agli interessi economici o pseudo tali e dare a queste bandiere, le cui figure resteranno sempre di spicco nella storia del calcio, il giusto tributo.