5 dicembre 2020

L'Inter vince 3-1 contro il Bologna grazie alle reti di Lukaku e alla doppietta di Hakimi, con i neroazzurri a 5 lunghezze dal Milan capolista e rivelazione di quella prima parte di torneo, a pochi giorni dalla sfida decisiva contro lo Shakhtar Donetsk per il passaggio del turno agli ottavi di finale della Champions League (con tutte le conseguenze di quel mancato accesso che ancora oggi danno forza a chi non riconosce il merito). Naturalmente, però, quando si tratta della squadra neroazzurra, il risultato del campo passa sempre in secondo piano. Dobbiamo sempre discutere di altro, sempre sminuire i successi, sempre trovare qualsivoglia appiglio per amplificare le situazioni. Certo, quello che è accaduto in un sabato sera pre-natalizio in Emilia-Romagna non poteva non attrarre le attenzioni. Christian Eriksen, uno dei più grandi talenti della sua generazione, mette piede sul terreno di gioco in pieno recupero subentrando a Sanchez, quasi come fosse un ragazzino della Primavera che assaggia il campo per una manciata di minuti. Quasi come una sostituzione buttata lì per perdere tempo in attesa del fischio finale. La sua faccia sconsolata ha fatto il giro del web, mettendo stavolta tutti d'accordo, contiani e anticontiani: il fuoriclasse danese non merita un trattamento del genere. Quella notte pareva essere la fatidica goccia che fa traboccare il vaso e le sirene di mercato hanno suonato ad altissimo volume: a gennaio, l'ex Spurs sarebbe andato lontano da Milano.

26 gennaio 2021


Un anno prima del derby di Coppa Italia, quando mascherine e gel igienizzanti non erano entrati nella nostra quotidianità, l'arrivo del calciatore dal Tottenham era stato benedetto come uno dei migliori colpi di sempre; 365 giorni dopo, quella magia pareva essere svanita. Almeno fino a quel momento. La punizione splendida, dalla "sua" mattonella, decide la stracittadina, segnando in modo indelebile l'andamento del campionato, a posteriori: da quell'istante, infatti, il Diavolo andrà in caduta libera, mentre i neroazzurri infileranno 11 vittorie consecutive, che porteranno la squadra ad allungare le mani verso il tricolore. Per lui, però, quella rete non è stata solamente decisiva per l'approdo alle semifinali della coppa nazionale, ma è stato il trampolino per ritagliarsi un ruolo sempre più decisivo nello scacchiere interista. E lo ha fatto.

1° maggio 2021

Nel giorno della Festa del Lavoro, un grande professionista del pallone ha sbloccato la contesa contro il Crotone, ufficialmente retrocesso in cadetteria. Una gara tesa. Il pallone "scotta", aveva ammonito il condottiero salentino. A questo punto del torneo, quando ormai manca solo l'aritmetica, i nervi rischiano di saltare, la lucidità salta, la stanchezza cresce. Ed è in quei momenti che il top player tira fuori il coniglio dal cilindro. Lo ha fatto ancora una volta lui, iscrivendo il suo nome nella lista dei marcatori di questo straordinario Scudetto e dando il via al conto alla rovescia che separa la squadra dall'agognato successo. Un trionfo di squadra, che ha visto tutti protagonisti, ma che nel suo caso ha un sapore ancora più gustoso. Un gol che lo proietta tra i grandi di questo finale di stagione.

Eriksen: semplicemente un fuoriclasse


La parola viene spesso utilizzata a sproposito. Sfido chiunque a dire che non sia un titolo accostabile a Christian. Non solo per le giocate, per l'ordine, per il fare la cosa giusta una volta maturata la condizione e acquisita la fiducia. Sul campo, lo conoscevamo già. E molto bene. Quello che Eriksen ha fatto in questo anno e mezzo di Inter è stato diverso. Lui è un campione riconosciuto a livello internazionale. Ha avuto bisogno di ambientarsi, ha avuto necessità di prendersi i suoi tempi. Ha subito quel cambio senza protestare mai, senza aizzare le folle, senza sentirsi preso di mira. Ha ignorato tutto e tutti, ha continuato sulla sua strada e ha trovato la sua dimensione, diventando un riferimento. Le sue geometrie, i suoi movimenti e i suoi tagli illuminanti hanno cambiato volto al collettivo, dando quel pizzico di imprevedibilità sulla trequarti che mancava. E ora, anche lui, come i suoi compagni, come il suo tecnico, come lo staff, come la dirigenza, come la società e come tutti noi, attende il tricolore.

Anche qui sulla piattaforma in molti si erano affrettati a commentare a sproposito. Ricordo qualcuno galvanizzato dalla vittoria nel derby di andata. Eriksen, invece, ha invertito la sua rotta personale e ha dato il contributo decisivo per ribaltare le gerarchie e riportare l’Inter a fregiarsi del titolo di Campione d’Italia, per la diciannovesima volta nella sua storia. Cosa commenteranno adesso? Ma lo sapete già… crisi societaria, campionato farlocco e altre sciocchezze varie. La verità, però, è solo una: che l'Inter, tra poche ore o al limite sabato sera, sarà di nuovo ed ufficialmente davanti a tutti. Ed Eriksen sarà meritatamente in prima fila. Come è giusto che sia.

Indaco32