Se pensi che un giorno quella squadra era sconosciuta, che giocava nel borghetto del suo paese, poche persone passavano e qualcuno si fermava a guardare quei dieci ragazzini che tiravano calci ad un pallone. Sì perchè il calcio da quelle parti aveva già un grande squadra. Quindi chi era di quella città o era di quella grande squadra, oppure tifava oltre il confine della regione.
Ma come sempre quei bambini continuavano a giocare, quel campo non aveva delle porte, non aveva delle panchine, era un pezzo di terra dove costruivano il loro divertimento. Da li a pochi mesi, un signore anziano si avvicinò ai bambini e gli disse " Ma voi cosa volete fare da grandi ? ", i bambini risposero in coro " I calciatori ". Così l'anziano ogni giorno andava in quel campo a vederli giocare, poi pian piano insegnò loro il modo giusto per calciare un pallone. I bambini un giorno tornarono al campo e trovarono delle porte da calcio fatte con dei vecchi legni e delle sedie come fossero panchine. La felicità di quei bambini restò negli occhi dell'anziano signore, che passava ogni giorno, si siedeva per riposare e guardava quei giovani correre dietro a quel pallone. I giorni passavano e quel campetto ogni giorno aveva qualcosa in più, un giorno le reti delle porte, un giorno una panchina, un giorno la recinsione. I bambini continuavano a chiedersi chi era questo benefattore, ma da bambini una volta entrati in campo dimenticavano tutto, quello che loro volevano era correre dietro ad un pallone. Un giorno l'anziano entrò nel campo e disse a quei bambini " Ma voi siete sicuri che volete diventare dei veri calciatori ? " i bambini sicuri risposero " Si !!! ", allora sorridendo continuo a sedersi su quella panchina. Passarono i mesi e ogni giorno i bambini erano lì, così come l'anziano che cominciava a sentire il peso degli anni, si accompagnava da un bastone, un vecchio pezzo di legno trovato per le strade. Un giorno i  bambini trovarono al campo, un ragazzo che li chiamò a se, appena avvicinati le disse " Ragazzi se volete imparare a giocare al calcio, io vi aiuterò ad allenarvi ", i bambini da quel giorno seguirono il loro maestro, ma avevano sempre un'occhio su quell'anziano che dava loro delle lozioni di calcio, continuavano sempre a pensare, perchè quel signore anziano era sempre al campo, intanto i giorni passavano...
Un giorno i bambini diventati adolescenti, tornarono al campo per allenarsi, il campo nel tempo aveva avuto delle migliorie, infatti erano stati costruiti gli spogliatoi, avevano avuto in regalo degli scarpini e una sacca piena di palloni anche se si chiedevano chi fosse stato a regalarglieli. Il campetto di un tempo non c'era più, adesso c'era un campo curato nei minimi dettagli. Pian piano cominciarono ad arrivare altri adolescenti, tutti volevano diventare calciatori. L'allenatore nel frattempo sceglieva quelli che potevano andare e quelli che non erano portati gli dava una buona parola per mandarli via. L'anziano sempre più in difficoltà si spingeva, si trascinava con fatica per andarli a vedere.
Un giorno uno dei ragazzi si avvicinò all'anziano, i due parlarono come fossero un nonno ed un nipote, ma quella sofferenza nell'anziano si vedeva ad occhio nudo. Quella squadretta costruita diventò a breve una società di calcio, dove i ragazzi ricevevano tute e tutto l'occorrente per allenarsi e giocare. La squadra in breve tempo venne inserita in un campionato regionale, la gente che prima passava e andava via, la domenica si fermava a vedere quei ragazzi in campo, anzi per loro quella squadra era diventata come un credo. L'anziano era sempre in fuori dal campo a sostenere quei giovani, che prima di entrare in campo lo andavano a salutare. Le settimane passarono e i ragazzi crescevano come calciatori, la squadra giocava in un campionato molto difficile, ma la presenza di quell'anziano li portava a lottare per dare una soddisfazione a quel signore che li sosteneva. Ma un giorno, prima dell'inizio della partita, i ragazzi si guardarono intorno, ma dell'anziano signore non v'era traccia, forse sarebbe arrivato più tardi. I ragazzi entrarono in campo e giocarono la partita più importante, quella per vincere il campionato. La squadra vinse la partita e di consegunza il campionato, ma al termine quei dieci ragazzi invece di festeggiare, si voltarono verso l'esterno del campo, ma nessuno di loro riuscì a vedere quell'anziano che oramai per loro era diventato come una guida.
Quell'anziano non si vide più, sembrava essere scomparso nel nulla, come a dire " Vi ho dato tutto quello che sognavate " : Il Calcio. I ragazzi provarono in tutti i modi a scoprire chi era e chi fosse quell'anziano signore, ma tra una richiesta e l'altra non trovarono mai la verità. C'era chi lo scambiava per un barbone, c'era chi lo scambiava per un matto.

Dopo tanti anni quei ragazzi diventati uomini, alcuni facendo del calcio il loro lavoro, altri no. Vennero a scoprire la verità, quell'anziano signore che aveva aiutato loro ad avere un sogno, non era scomparso nel nulla, ma era deceduto pochi giorni prima di quella partita, era molto malato anche se le sue ultime parole dette a quel ragazzo in allenamento rimasero come un testamento. Così per commemorare quell'anziano un giorno i ragazzi in una festa di piazza, salirono tutti e dieci sul palco e quel ragazzo che aveva parlato per ultimo con l'anziano disse " Ricordo ancora quel giorno, era molto stanco, non riusciva nemmeno a parlare. Ricordo che con un filo di voce tra un affanno e l'altro mi disse: Nessuno sa chi sono io, anzi nessuno di loro, visto che un tempo ero uno stimato allenatore, mentre ora solo un povero vecchio a cui nessuno da retta. Sono stato dimenticato perchè il potere mi ha tolto di mezzo.
Ma questo non farà di me un nemico del calcio, anzi...Fin quando avrò fiato il mio sogno è quello di vedere dei ragazzi inseguire un sogno, perchè il sogno qualche volta può diventare realtà. Basta volerlo ". Quel giorno venne apposta una targa sull'entrata del campo da calcio e quei ragazzi oggi vanno a vedere i loro figli che come loro da bambini inseguono un sogno chiamato calcio.