Giunti a questo punto della stagione, occorre prendere atto, da una parte e incredibilmente, che la squadra bianconera è ancora in corsa su tutti gli obiettivi più rilevanti e, dall’altra, che le recenti sconfitte in serie hanno reso di plastica evidenza ciò che già sapevamo, ovvero che che la Juventus Sarriana non esiste.
O, forse, esiste, ma nel senso deteriore del termine, in quanto subiamo una quantità impressionante di reti e non abbiamo alcuna idea di gioco, che abbia un senso, per cui, per imporci, ricorriamo alle prodezze dei singoli (anzi del... singolo).

Tenuto conto di quanto sopra, potremmo comunque essere ancora in tempo per tentare di arginare quello che sembra profilarsi all’orizzonte come un vero fallimento stagionale, ovvero la consuntivazione della totale assenza di titoli, fermo restando che, onestamente, dobbiamo sin da ora riconoscere che, anche per quest’anno, la Champions non appare un trofeo alla portata, per cui sarebbe inutile coltivare illusioni, a prescindere dagli errori compiuti nel corso della stagione per quanto riguarda la formazione dell’attuale organico e la sua conduzione tecnica.

A parere dello scrivente, i punti dai quali ripartire per difendere lo scudetto (la Coppa Italia è, ovviamente, figlia di un Dio minore) sono tutto sommato semplici, ovvero ripristinare gli schemi delle passate stagioni, al fine di ridare equilibrio e fiducia ad una squadra che sembra aver smarrito i dettami, che l’hanno contraddistinta in questi ultimi anni, ovvero solidità difensiva e spirito di squadra.

Di seguito, elenco quelli che sarebbero i presupposti da porre alla base per l’unica Juve possibile.


Allenatore da mettere sotto “tutela”

L’esonero dell’allenatore è ovviamente inimmaginabile né tantomeno richiesto, in quanto l’unico tecnico in grado di sostituire Sarri sarebbe il suo predecessore e ciò non sarebbe configurabile per evidenti motivi. Ma, non necessariamente, per riprendere a giocare in un certo modo, è indispensabile dotarsi effettivamente di un tecnico. In particolare, la fortuna della Juventus è quella di poter contare, all’interno del proprio organico, di calciatori che hanno fatto la storia del club in questi anni, che conoscono a memoria il gioco praticato nelle ultime stagioni e che, ultimo ma non ultimo, sono ben consapevoli di cosa significhi spirito di squadra in una società come la Juventus e sono rispettati dal resto del gruppo proprio per questo.
Mi riferisco, ovviamente, a Gianluigi Buffon, Leonardo Bonucci, Andrea Barzagli e Giorgio Chiellini (la BBBC). Costoro dovrebbero far comprendere a Sarri quanto sia stato controproducente insistere su determinati schemi (difesa alta, marcatura a zona, centrocampo sguarnito, attacco isolato) e siccome il tecnico di origini partenopee non è certamente stupido, ho motivo di ritenere che comprenderebbe al volo (se non lo ha già capito con le ultime inguardabili prestazioni) l’esigenza di una “restaurazione”.

In tale scenario, dovrebbe essere consentito a Sarri di prendere comunque i soliti appunti in panchina, al fine di ingenerare la convinzione che a far giocare la squadra nel “nuovo” modo sia qualcosa che gli appartenga.


Applicazione di schemi che supportino la fase difensiva

Credo si possa tranquillamente affermare che, mai come quest’anno, lo spettatore, sugli spalti come davanti alla televisione, si sia reso conto di quanto fosse vulnerabile la Juventus in difesa. Si ha la sensazione costante che gli avversari possano segnare da un momento all’altro. Non è mai capitato in passato che la Juventus avesse di questi problemi. Anzi, il reparto difensivo è sempre stato considerato come nevralgico nell’impianto di gioco bianconero.

Alla luce di quanto sopra, non vedo perché non si possa tornare all’applicazione di un 352 o di un classico 442, abbandonando definitivamente le velleità del tridente offensivo con l'applicazione di un 433 che non ha gli interpreti giusti e tantomeno del 4312. Non possiamo applicare schemi sbilanciati in avanti, perché non abbiamo un centrocampo in grado di reggere gli spazi che vengono lasciati scoperti dai tre davanti.

Ovviamente, il 352 potrà essere proposto solo laddove Chiellini tornasse in piena efficienza fisica e mentale dopo l’infortunio. Se così fosse, una linea difensiva con Chiellini, Bonucci e De Ligt garantirebbe la necessaria copertura difensiva, supportata da un centrocampo a 5.
Per contro, anche il classico 442 potrebbe essere efficacemente proposto, fermo restando che a centrocampo occorrerà abbinare tecnica e corsa ed il materiale umano a disposizione non è il massimo, in termini di numerosità di elementi idonei allo scopo.

In avanti, il Ronaldo di quest’anno è semplicemente incredibile e non ha certo bisogno di schemi particolari per esprimersi (vedere la rete a Verona per intenderci), per cui – se il fisico del portoghese reggerà – sarà una garanzia. A fianco di CR7 si possono affiancare Dybala o Higuain, soprattutto se quest’ultimo sarà in grado di perdere 5 kg…perchè dopo un ottimo inizio si è nuovamente appesantito.


Il “nuovo” centrocampo

 La linea centrale della squadra è il reparto che ha deluso le aspettative in modo radicale. Gli acquisti di Rabiot e di Ramsey dovevano portare qualità tecnica, fisicità e corsa ma, allo stato dei fatti, si sono rivelati nettamente al di sotto delle attese. Personalmente, nutro ancora speranze per una “redenzione” da parte di Rabiot, che lascia sempre intravvedere un grande potenziale fisico e tecnico, ma che, nel contempo, appare quasi timoroso e ogni tanto compie delle ingenuità incredibili. Su Ramsey, il mio pensiero è senza appello. Lo imbarcherei sul primo cargo in partenza per il Regno Unito e lo rimanderei a far compagnia ad un altro gallese, che non ha lasciato traccia nella storia bianconera, Ian Rush.

Sono tre le caratteristiche che dovranno essere privilegiate a centrocampo: tecnica, corsa e capacità di interdizione. Arruolabili per tale scopo sono: Alex Sandro (se la squadra giocherà a 3 dietro), Rabiot, Pjanic, Bentancur, Cuadrado e Bernardeschi, con Matuidi e Khedira riserve.
In particolare, dopo aver visto la prestazione di Bernardeschi lo scorso anno, al ritorno contro l’Atletico Madrid (semplicemente formidabile), non posso pensare che il ragazzo non sia recuperabile a quei livelli di tecnica e di corsa. Forse, a questo punto, occorre agire sugli aspetti motivazionali e di fiducia.


L’impiego di Douglas Costa

A parte Cristiano Ronaldo, l’unico calciatore in grado di fare la differenza è proprio il nostro brasiliano in miniatura che, purtroppo, è però fisicamente inaffidabile. Allegri ne era ben consapevole e giustamente, quando Douglas Costa era abile ed arruolabile, lo schierava in panchina, asserendo, a ragion veduta, che, a partita in corso, DC11 è devastante (basti ricordare cosa combinò – da subentrato - lo scorso anno ad Amsterdam, quando, dopo un’azione fantastica, il suo tiro finì purtroppo sul palo e quest’anno in Russia, con un goal decisivo da antologia ad una manciata di secondi dalla fine).

Non riesco a comprendere per quale motivo Sarri, reso edotto della nota fragilità muscolare di DC11, abbia deciso di schierarlo dall’inizio, nonostante il fatto che il suo tipo di gioco, fatto di strappi continui ed accelerazioni istantanee, avrebbe aumentato esponenzialmente il rischio di problematiche muscolari, se praticato per 90 minuti.

Alla luce di ciò, occorre dosare come un alchimista l’impiego di Douglas Costa, facendolo subentrare – se serve - solo a partita in corso, per disputare al massimo 45 minuti.

Nel concludere, mi rendo ben conto che tutto quanto sopra rappresenta l’elucubrazione di un tifoso profondamente deluso e che, ovviamente, il tutto resterà lettera morta ma, almeno, per la durata della redazione di questo articolo, mi sono sentito più… allegro (ops…)...