Chi si aspettava la classica partita tattica al termine di Inter-Juventus è rimasto sicuramente deluso.
Un match affascinante, improntato sulla fisicità e sulla voglia di far male all’avversario in ogni minuto; alla fine, però, è sempre la stessa storia. La Juventus di Maurizio Sarri sbanca Milano vincendo la prima battaglia stagionale, anche se la guerra cesserà a fine maggio, e di tempo ce ne è abbastanza per migliorare. Come diceva Roberto Mancini, un Derby d’Italia di inizio ottobre non può di certo essere decisivo per le sorti del campionato. Certo, non mancano   sicuramente le indicazioni, come la prestazione di Romelu Lukaku, sconcertante per tutti i tifosi presenti allo stadio. Nessun pallone recuperato, tanti intoppi davanti a De Ligt e Bonucci, ma soprattutto ripetuti tocchi arretrati che hanno agevolato parecchio l’esercito di Sarri. Troppo poco per un esborso economico del genere, che adesso farà riflettere e non poco ad Appiano Gentile.

IO VE LO DICEVO - Ho avuto la fortuna di appassionarmi al calcio a soli sette anni, quando iniziai ad amare la Premier League, nello specifico il Manchester United, allenato dal lord scozzese Sir Alex Ferguson. Poi, passano gli anni e anche i Red Devils cominciano a trascorrere periodi bui, colmi di una negatività eccessiva per il blasone del club. Gli anni dell’abbandono di Ferguson, ma soprattutto il periodo delle nuove promesse, tra le quali figurava Romelu Lukaku, arrivato dopo una discreta stagione all’Everton. Tanto entusiasmo ad Old Trafford, peccato che però le prestazioni del belga sono state assai deludenti, prive di qualità e carenti anche sotto l’aspetto fisico, essenziale nel campionato inglese. Inutile stare a dire che dopo l’esclusione di Icardi, al nome Romelu sobbalzai dalla sedia, perché avvertivo già un flop che presto sarebbe diventato realtà; tutti gli interisti erano esaltati, convinti di aver trovato il nuovo Vieri. Provai a dare la mia spiegazione, ma tutti mi attaccavano e allora decisi di aspettare, perché chi non conosce la Premier League non può di certo conoscere Romelu Lukaku.
Oggi, dopo il Derby d’Italia, vinto dalla Juventus, mi ricordo di tutti quei momenti passati ad ammirare la meraviglia di Old Trafford, rovinato dalla fisicità insensata dell’attaccante belga. Poi, a fine partita, ecco che i tifosi iniziano a mugugnare, interrogandosi sull’esborso economico fatto in estate.

Mi chiedo: perché non continuate a tenere le vostre posizioni, voi che lo avete osannato per circa tre mesi? Forse l’idea di averlo scippato alla Juve rendeva fiero il tifoso, ma nel momento in cui Mauro Icardi abbandona la scialuppa nerazzurra, era necessario intervenire per una punta di assoluto livello. Vero è che Conte lo ha sempre ammirato, ma questo inizio di stagione ha dimostrato che il vero pilastro di questa Inter è Stefano Sensi, arrivato dal Sassuolo e centrale nella manovra di Conte. Così come Lautaro, abile palla al piede e mai aiutato in attacco. Adesso si chiudono i verdetti e si aprono le sale di discussione, ma la sosta porterà inevitabilmente a riflettere, e con un avvio ottimo da parte della squadra di Conte, adesso l’unico involuto è Romelu Lukaku. Proprio quel Lukaku osannato, ma ridimensionato da chi, come me, conosce la Premier League e sa qualcosa in più degli altri tifosi da divano.