Tutti pazzi per Pafundi, ma con l'Udinese ha giocato solo 9 minuti! Non è uno scherzo. Da chi lo paragona a Messi, ad inizio carriera, a Mancini che dice prima Pafundi e poi tutto il resto. Ma solo 9 minuti giocati in Serie A. 800 minuti invece tra primavera e coppa primavera. Non è che con la Nazionale di Mancini sia andata poi bene. Ha giocato un solo minuto. Ma tutti pazzi per il ragazzo monfalconese. E l'Udinese fa bene a tenerselo stretto il ragazzo da poco diciassettenne e farebbe bene a dare anche minutaggio al ragazzo.
In Premier League sono più coraggiosi, avrebbero osato senza tanti pensieri, se il talento visto da Mancini fosse realmente corrispondente alle cose da campo. Udine è l'ambiente ideale per crescere, senza pressioni, giocando a calcio, e non sarebbe male se si iniziasse a cercare qualche talento italiano in più. Tre portieri italiani, Pafundi e Udogie che andrà a giocare in Premier, Musina, anche lui come Udogie con la doppia nazionalità e poi? In linea con una Serie A dominata dagli stranieri. Le quote azzurre nel calcio italiano devono essere una necessità e se non si arriva per volontà, si deve arrivare per legge. Perchè poi inutile frignare se la Nazionale arranca, se non facciamo i Mondiali per due edizioni consecutive o se in Champions ci arriviamo con una manciata di giocatori italiani. 
È innegabile che è un problema noto, è innegabile che non si sta facendo un bel niente per invertire la tendenza, è innegabile che la Serie A continua ad essere proiettata verso giocatori stranieri a cui si deve dire grazie per rendere il nostro calcio competitivo ma si deve capire perchè continuiamo a non fare nulla come sistema calcio. Come se in un Paese di 60 milioni non ci fossero giocatori, come un Paese che si crede il fondatore del calcio insieme all'Inghilterra, fosse più facile trovare l'ago nel pagliaio che giocatori da far crescere e portare nella massima serie. Il problema è di business, rende di più il giocatore straniero, che quello nostrano. Giocatori come Pafundi si augura possano moltiplicarsi, ma sarebbe bene vederli anche giocare per capire quanto sono effettivamente talentuosi, perchè la primavera è una cosa, gli allenamenti altra cosa e il calcio agonistico di SerieA altra roba, altro mondo, altra dimensione.

Siamo forse troppo paternalisti a volte, non sappiamo più osare, si preferisce dare fiducia a giocatori sulla via del tramonto e pensione, come Ibra, miti assoluti del calcio, che a nascenti giocatori, eppure il tempo passa per tutti e le occasioni perse non si ripeteranno più. L'Udinese si tenga stretto questo giocatore di cui tanto si parla, amato in FVG, ma la speranza è che si possa passare spesso dalle chiacchiere al campo giocato... nella speranza che i giocatori italiani non vadano in estinzione come i dinosauri!