Corre verso i trent’anni consecutivi di SerieA, da trent’anni sempre con la stessa proprietà, l’Udinese calcio è una società che negli anni si è consolidata in Italia conquistando rispetto, stima e autorevolezza.
I friulani hanno una casa del calcio, stadio Friuli, diventato Dacia Arena, nonostante mille polemiche, che è un gioiellino, uno dei pochi stadi italiani ammodernati, una storia alle spalle di grande emozioni ma anche di passione e fatica.
Gli ultimi anni dell’Udinese sono stati difficili, non si può negare la realtà, la massima serie è stata mantenuta conquistando la salvezza anche sul filo del rasoio, per arrivare alla stagione di quest’anno dove l’Udinese ha posto le basi per un futuro ritorno in Europa, se si continua su questa strada.
Ha avuto il coraggio di portare sulla panchina per due volte il secondo allenatore, Gotti, un signore, rispettato e amato dalla tifoseria, e Cioffi, che, con incredulità, nonostante la fiducia riservata, ha deciso di prendere una strada diversa che porta a Verona.
Iniziano ad accostarsi alla piazza friulana importanti nomi, come quello del maestro Pirlo, che qui potrebbe sicuramente riscattarsi, come quello di Inzaghi, ed altri ancora.

Bisogna riflettere su quanto accaduto sul caso Cioffi, bisogna sempre ascoltare entrambe le campane, mai tirar sentenze sul sentito dire, ognuno ha le proprie ambizioni, ma quando una società investe su un secondo allenatore, portandolo, a suo rischio, a guidare da primo allenatore una squadra che doveva conquistare la salvezza e migliorarsi rispetto alle ultime stagioni, e che ha fatto decisamente bene, nulla da dire su ciò, e poi decide di separarsi da Udine, delle domande bisogna farsele nel calcio di oggi.

Certo è che Udine vuole ritornare ad affermarsi nella parta che conta della classifica, ha tutte le potenzialità per farlo, in un campionato dove si spera possano nel tempo trovare i giocatori italiani sempre maggior spazio, magari a partire proprio dal vecchio stadio Friuli, invertendo quella rotta che è stata intrapresa negli ultimi anni con percentuali di giocatori stranieri enormi e l'esclusione dell'Italia da due edizioni consecutive dei Mondiali sembra non aver insegnato un cavolo, anche se bisogna dire che proprio da Udine sembra arrivare un segnale positivo. Con il monfalconese, classe 2006, Simone Pafundi, convocato da Mancini e fatto debuttare dall'Udinese in Serie A.
Vedremo quello che sarà e verrà, ma l’unica certezza è che l’Udinese merita rispetto e non ingratitudine.