Quando un giocatore decide di cambiar squadra è solito dire che sia un bene per tutti separarsi e ripartire, con nuovi stimoli ed un portafoglio "rimpinzato" per tutti.
Questo dovrebbe essere, a parer di molti, anche lo scenario più conveniente per Lazio e Milinkovic Savic; il serbo merita, sicuramente, con tutto il rispetto per il club capitolino, una platea di livello superiore, ma di certo Lotito e Tare, i primi a credere il lui abbisognano, in ugual misura, di un tornaconto economico a nove cifre.

Parliamoci chiaro, queste telenovelas estive non piacciono ai tifosi che vedono pubblicate sui vari quotidiani e siti Internet settoriali notizie buone per un giorno e riciclate per l'altro; davvero una noia. I presidenti debbono tutelare i loro patrimoni è vero, ma alla fine bisognerà trarre un dado da parte dei  contendenti e quel dado indica sempre "cessione" alla fine del gioco, quasi a smentire le uguali percentuali e le relative probabilità del verificarsi di un evento matematico con due condizioni.

Lotito dunque, abilissimo in sede di trattative ma spesso stagnante, chiedere a Galliani per gentile conferma, dovrebbe vendere il serbo e permettere a quel fenomenale Tare di far quello che meglio gli riesce, ovvero vedere in anticipo del  talento nei piedi di perfetti o semi-sconosciuti ed acquistare forze fresche futuribili per una Lazio che deve ripartire e deve farlo con spregiudicatezza, qualità che è solita appartener alla gioventù, anche in ambito calcistico.

Con la cifra potenzialmente da incassare di 120 milioni di euro, la Lazio potrebbe davvero investire su una lunga lista di talenti già sul taccuino del ds albanese ed inoltre inserire qualche alternativa di livello per cercare l'accesso a quella Champions League sfuggita incredibilmente negli ultimi dieci minuti di Lazio-Inter.
I tifosi hanno già, ormai, destituito il fuoriclasse serbo dalla lista dei beniamini, reo di aver raggiunto un accordo con la Juventus e sulle famose radio romane non passa giorno che si invochi un'immediata cessione per il precedentemente tanto amato centrocampista.

"Acta est fabula" dunque, per usare una citazione latina tanto cara al Presidente; i giochi sono finiti tra Lazio e Milinkovic.
Che si lasci partire il futuro, il bene della Lazio è l'unica cosa che davvero conta.

Ad maiora.