Una premessa è doverosa: non sono un cosiddetto avvocato del diavolo. Non sono qui per difendere l'attuale proprietà o dirigenza del Milan. Non sono qui neanche per demonizzarla, però.

Cosa sappiamo del Milan? Che da quasi 10 anni (8 anni per la precisione) è una squadra assolutamente non competitiva
secondo l'immagine che ha abituato a fornire ai tifosi e agli addetti ai lavori. Esattamente è nella lontana estate del 2012 che è partito il disfacimento dell'ultima immagine di un Milan temuto e ammirato, "in Italia, in Europa, nel Mondo" (diceva qualcuno...). Cosa accadde? Che 8 titolari su 11 diedero l'addio: Ibrahimovic e Thiago Silva per soldi (giustamente: il "per soldi" non possiede un tono accusativo), Nesta, Seedorf, Inzaghi, Van Bommel, Zambrotta, Gattuso per "fine carriera" (per non parlare di Pirlo l'anno precedente) Nessun problema: erano giocatori logorati dagli anni calcati sui campi da calcio e che difficilmente sarebbero riusciti a tenere botta ad altissimi livelli per altre numerosi stagioni (tranne Pirlo evidentemente, dato che la sua presenza ha fatto fare il salto di qualità alla Juve facendole vincere, al suo primo anno, lo scudetto dopo due stagioni passate al settimo posto). Il problema non fu quindi dei giocatori. Il problema, in realtà, del disfacimento di cui appena accennato, fu di chi, in primo luogo, non provò minimanente, nel tempo, a cercare le valide alternative: il tempo passa per tutti ed è di difficile comprensione che non si sia mai pensato a come sostituire dei campioni, cercando, nel corso delle estati e delle stagioni, dei talenti da far crescere sotto l'ala di quegli stessi campioni "in declino" per avere così, un giorno, dei validi giocatori ormai pronti (accenno volentieri a Pogba insieme a Pirlo o Bentancur insieme a Pjanic, senza uscire dai confini nazionali per prendere altri riferimenti...). In secondo luogo, il problema fu di chi non provò minimamente a convincere almeno due di quei campioni (Gattuso e Seedorf? O Nesta e Inzaghi?) a rimanere per due o massimo tre anni e far parte di un programma di "restyling" del corso rossonero.

Entrambe queste scelte NON strategiche, unite alla totale noncuranza del proprio settore giovanile (che sarebbe stato utile per generare quelle plusvalenze in stile Inter che, magari, non ti avrebbero fatto cacciare dall'Europa League e avrebbero così coperto quei buchi di bilancio sempre spaventosi in una gestione familiare di una società di calcio), sono pervenute tutte da un'unica fonte: il Cav. Silvio Berlusconi. Il quale cav., probabilmente non si rese conto subito che, indipendentemente che ci sia una famiglia o un fondo sovrano di arabi, il modo di fare calcio era cambiato rispetto ai roboanti e ruggenti anni '90 del calcio italiano. Non bastava più fare 5 anni da star, piombare nell'oblio per altri 5 anni, per poi vomitare soldi e ritornare alle stelle per altri 5 anni. I famosi "cicli" del calcio, in realtà, non esistono proprio da una decina d'anni a questa parte. Il calcio è un'azienda come e più delle altre e gli investimenti devono essere costanti e duraturi. Strategici. Volti a creare più fatturato possibile finchè possibile. Certo, poi esistono gli acquisti sbagliati sul fronte del risultato sportivo: per uno o due anni non vinci così lo scudetto o magari non superi gli ottavi di Champions. Ma sei una presenza costante nei piani alti del metaforico palazzo dell'azienda chiamata Calcio. Altrimenti sei tagliato fuori. Come uno di quei golf club o yacht club di snob o quelle confraternite di borghesi: se puzzi di poveraccio, sei tagliato fuori. In realtà è più la legge del mercato che funziona così: in realtà non è tanto importante essere l'azienda leader, continuando il paragone con il resto del mondo economico. L'importante è essere TRA i leader, se si vuole usare un metodo grafico di facile impatto come se si stesse guardando una Forrester Wave o un Gartner Magic Quadrant. Quindi non è tanto importante vincere i trofei ormai. L'importante è partecipare a quelli importanti.

Citando velocemente Scaroni, attuale presidente del Milan: "Baratterei uno scudetto e 4 anni di Europa League, per 5 anni sempre quarto in classifica e sempre qualificato in Champions League". Ma questo concetto, forse, Berlusconi non lo capì, perchè invece di assemblare una squadra da scudetto nel 2010-2011, avrebbe dovuto costruire una squadra da quarto posto per i successivi cinque anni e insistere per la costruzione di uno stadio, che avrebbe reso più appetibile il prodotto Milan a compratori più seri di quelli che poi si presentarono. Ma anche la presunta campagna di promozione dello stadio e dell'investitore thailandese Bee, presumibilmente per accaparrarsi abbonamenti, tifosi e compiacenza, fu oggettivamente una mossa da pubblicitario degli anni '80. Dopo il 2012 cosa è successo? Che per 5 anni, per l'appunto, il Milan è stato gestito come negli anni '90: senza programma a lungo termine, con giocatori pagati poco o zero, cedendo i ragazzini per pagare l'ingaggio dei bolliti (vedi Cristante a 5 milioni per pagare un anno l'ingaggio di Essien)... tanto poi ad un certo punto si vomitano soldi e si comprano i campioni, giusto? Eh no! Perchè Fininvest decide in quegli anni di chiudere i rubinetti, vuoi per i processi finanziari che erano in corso vuoi per il fatto che il Milan era una sanguisuga per le casse di un'azienda che i figli non avrebbero voluto ereditare definitivamente un giorno sull'orlo del collasso finanziaro. Infine il famigerato fair-play finanziario. Piccola parentesi sul FFP: è un meccanismo sbagliato così com'è... se si vuole creare competitività continua. E' un meccanismo perfetto se si vuole creare una elite ristretta. Un golf club per snob o una confraternita dell'alta borghesia, insomma.

In quei 5 anni (dal 2012 al 2017), non c'è mai stato un reale lavoro di scouting e di potenziamento del settore giovanile, lasciato sempre più in balia di se stesso. Poi, nel 2017, sotto le fortissime pressioni della dott.ssa Berlusconi Marina, si è deciso in fretta e furia di mollare la patata bollente all'ultimo presunto investitore rimasto nella lunga lista presente e che, man mano, guardando i conti e gli assets entrambi deficitari, ha sempre visto più defezioni. Sia chiaro: si sta notando che non si fa alcuna "dietrologia" o "complottismo" parlando di "fondi neri", "rientro di capitali esteri", "prestanomi" e via dicendo.. .queste sono chiacchere da bar che non devono e non possono essere oggetto di alcuna analisi fintanto che non vengono verificate e certificate pubblicamente. Nel 2017, con al comando il famigerato investitore straniero tanto desiderato dai tifosi, parte la campagna "Quarto Posto" (che sembra più il nome di un'operazione militare da marines). Il duo Fassone e Mirabelli cerca di impegnarsi per costruire una squadra da quarto posto, acquistando 8 presunti titolari (Kessie, Calhanoglu, Andre Silva, Kalinic, Conti, Rodriguez, Biglia, Bonucci) e tre presunte alternative (Borini, Musacchio, A. Donnarumma) che si sarebbero aggiunte a quei titolari delle stagioni precedenti, declassati a ruolo di comprimari. Il motto #PACF (Passiamo Alle Cose Formali) fece sognare tutti i tifosi. Compreso, ammetto, il sottoscritto.

Risultato? La campagna "Quarto Posto" si è trasformata, nel corso della stagione, nella campagna "Perlomeno in Europa League...". Giocatori inutili (Calhanoglu, Bonucci, Kalinic, Andre Silva) per il progetto di allora e per le idee dell'allenatore (sorvolo sul concetto di "allenatore" rappresentato dalla figura di Montella). Ma utili per essere figurine e ragazzi immagine. Ah! Dimenticavo: nella primavera 2017, una certa realtà ha fiutato l'affare pensando, più o meno, una cosa così: "So benissimo che, presto o tardi, la figura oscura che sta acquisendo il Milan non ha le possibilità finanziarie e di know-how per sostenere l'impegno imprenditoriale. Presto così un terzo del valore e, quando il debitore nonchè compratore scoppierà, perchè scoppierà, io mi prendo una realtà economica sicuramente difficile, ma con del potenziale, a un terzo del valore che il venditore (Berlusconi/Fininvest) ha fornito". Questa realtà si chiamava Elliott. Cosa succede dopo il 2017, ovvero nel 2018? I debiti sono alle stelle, il parco dirigenziale ha fallito gli obiettivi, la commissione di controllo (ovvero il FFP) ha i suoi occhi addosso... risultato? Società VIRTUALMENTE FALLITA! La banca (Elliott) fa valere l'ipoteca e chiude il suo affare, ma rileva una squadra fallita come, anzi peggio, del Milan di Farina nel 1986.

Nel 2018, però, riprende il cinema: riparte la campagna "Quarto Posto". Prendiamo Higuain per questo. Risultato? La campagna "Quarto Posto" si trasforma, nuovamente, nella campagna "Perlomeno in Europa League...". L'allenatore, nel frattempo, è cambiato. Si chiama Gattuso. E alla fine stava davvero dando linfa al programma "Quarto Posto". Fino all'80mo minuto dell'ultima partita di campionato, il Milan era in Champions League. Ma come questo? Con una squadra fatta per ottenere quel risultato? No! Solamente grazie a una prova di orgoglio e grinta, in una squadra che giocava di rimessa e contropiede e chiusure difensive. E, soprattutto, grazie ai grandissimi demeriti degli altri: la Roma sempre coi suoi problemi di identità. L'Atalanta non era l'Atalanta di questi ultimi due anni. La Lazio che aveva avuto una flessione e così via... Tanto che El Comandante en Jefe Gattuso, alla fine, si rivolge alla società attuale (che è ancora in costruzione e a malapena ha fatto in tempo a capire dove si stava trovando) e dice: "Se mi volete e se volete raggiungere nel 2019/2020 il quarto posto ho bisogno di giocatori come Ribery, che è parametro zero, come De Rossi, che è parametro zero, come Everton del Brasile: una scommessa da 40 milioni di euro". La società risponde no! Perchè? Perchè De Rossi e Ribery vero che sono a parametro zero, ma hanno un ingaggio fuori portata e il Milan ha sempre e comunque gli occhi del FFP addosso (tra l'altro, alla fine di quella stagione, il Milan verrà espulso dalla partecipazione all'Europa League 2019/2020 proprio per le sanzioni del FFP). Il Milan con loro magari può raggiungere il quarto posto quell'anno... ma molto probabilmente ripiombare nel 5°, 6°, 7° gli anni successivi. Perchè poi dovrò tagliare il loro ingaggio in quanto non ho altre entrate, come ad esempio, sponsor di rilievo, stadio di proprietà, merchandising mondiale... A proposito di sponsor: poco prima della dipartita della proprietà e della dirigenza rappresentative di Li Yonghong, la Adidas capisce l'andazzo e rompe unilateralmente l'accordo come sponsor tecnico. Il Milan è costretto a rifugarsi nella Puma che però non è un'azienda stupida (a differenza, evidentemente e guardando i fatti, del Milan berlusconiano del periodo compreso tra il 2010 e il 2017) e riduce la quota fissa, aumentando la quota variabile legata ai risultati sportivi. Mica scemi.

Gattuso allora, sentendo il no della proprietà, se ne va. Anche Leonardo se ne va. Si parlava di screzi tra Leonardo e Gattuso: in realtà fecero comunella in quell'estate. Leonardo si diceva che non sopportava l'appena rientrante figliol prodigo Maldini e che avessero visioni differenti. Probabile. Più probabile, forse, che in realtà il Milan aveva a libro paga due dirigenti che facevano la stessa cosa e doveva sceglierne uno. Scelse Maldini. Perchè? Non si sa bene ufficialmente. Per l'immagine forse: visto il fallimento nel raggiungimento di un piazzamento in Champions e la cattiva pubblicità di squalo speculatore che Elliott stava assumendo sempre più nelle menti dei tifosi, perdere anche l'uomo simbolo tanto richiesto dai tifosi stessi avrebbe creato forse non pochi problemi. E gli abbonamenti fanno parte di uno di quei miseri introiti che le società di calcio italiano possiedono per stare a galla. Parte l'ultima campagna acquisti: Leao, Duarte, Hernandez, Bennacer, Krunic. Giocatori giovanissimi. Non da Champions League. Viene scelto un allenatore. Giampaolo. Perchè lui? Perchè di scuola sacchiana, perchè fa giocare le squadre col possesso palla. Nessuno si domandò come mai un allenatore che ha tra le mani l'ultimo capocannoniere del campionato di allora (Quagliarella) sia arrivato poi al nono posto.

Siamo nel 2019. Ultimo mercato. Primo di Maldini e di, sentite un po', un certo Boban. Bandiere del Milan degli anni d'oro. Gente che ne sa. Le voci sul fatto che servono giocatori di esperienza rimbalzano sempre di più: prima tra i bar, poi sui giornali... Boban e Maldini un po' danno ragione a queste voci: "Serve un mix forse", pronunciano ogni tanto sommessamente. Ma per cosa? Per raggiungere il quarto posto magari. Ed eccola qui. La campagna "Quarto Posto" che riprende piede per il terzo anno di seguito. In realtà i problemi che si sono poi presentati non sono tanto legati ai giocatori di esperienza, ma a un allenatore che non ha assolutamente capito il momento storico: ha messo un trequartista mezz'ala (Calhanoglu). Ha messo una mezz'ala, trequartista (Suso). Ha messo un terzino/esterno centrocampista centrale (Borini). Ha messo un'ala, seconda punta (Castillejo). Ha messo due centrali di centrocampo uno come mezz'ala (Kessie) e uno come vertice basso di un centrocampo a rombo (Bennacer). Risultato? Per un mese intero di campionato nessuno sa fare niente. Non sa cosa fare col pallone tra i piedi e non sa trovare nessun compagno perchè quel compagno non sa dove si trova Ora, io dico, ti puoi permettere di voler insistere sulla tua idea di gioco... ma se hai una squadra di campioni o, perlomeno, che già si conosce da anni. Lo stesso Sarri, che sperava di entrare a gamba tesa alla Juve chiedendo a Cristiano Ronaldo & co. di giocare come il Napoli di Mertens & co., si è reso conto, nel tempo, che Pjanic non è Jorginho. Matuidi non è Allan. Ronaldo non è Mertens. Douglas Costa non è Callejon. Dybala non è Insigne. Con due differenze sostanziali: la presenza di campioni, che risolvono le rogne (la cosiddetta qualità dei singoli che fa la differenza tra una squadra buona e una squadra eccellente) e, in più, il fatto che i giocatori di quella squadra, bene o male, si conoscono da anni.

La cosa peggiore di Giampaolo è che non arrivò in corso d'opera come subentrato o negli ultimi giorni di agosto poco prima che iniziasse il campionato... arrivò a Giugno, con buona parte della squadra già pronta (nessun preliminare di Europa League, nessuna competizione per le nazionali e non un mercato rivoluzionario) e, sostanzialmente, in tre mesi circa non ha capito nulla della squadra che aveva di fronte. A ottobre è meglio correre ai ripari: ormai la stagione è già compromessa, si cerca di salvare il salvabile. La squadra letteralmente non segue il proprio allenatore. La prestazione nel derby di andata contro l'Inter ne è l'emblema: la squadra giocava a braccio. Passo la palla al primo compagno libero che trovo, problemi suoi. Lui farà lo stesso e così via. Il fatto è che Giampaolo fu preso perchè portasse un'idea di calcio non basata su grinta e atletismo e contropiede che, alla lunga, nel campionato, paghi a livello di approccio alle diverse partite con diversi avversari e a livello di tenuta atletica. Fu preso per "dominare il gioco" perchè così fanno le squadre che puntano... al "Quarto Posto". E le squadre che puntano al "Quarto Posto" hanno un mix di giocatori di esperienza e di giovani. Lo dice apertamente Boban adesso. Lo segue a ruota, ma più pacatamente, Maldini. A ottobre arriva Pioli che: avvalora la tesi dei giocatori di esperienza (arrivano a gennaio Ibrahimovic e Kjaer), dice che non ha senso tenere uno come Piatek senza una squadra che sappia giocare a memoria e palla bassa fino ad arrivare palla al piede a due passi dalla linea di porta, e in ultimo dice che "questa squadra ha un problema di testa. I giocatori non si conoscono e non sanno cosa fare". Insomma: ha ereditato una situazione disastrosa non tanto per il fattore tecnico, ma per il fattore strategico. Giampaolo fu preso per dominare gli avversari sul piano del gioco. Peccato che i giocatori non si parlassero tra di loro sul campo.

Pioli fa fatica, è normale: fa numerosi passi falsi. La proprietà inizia già a pensare all'estate. Vuole nel 2020/2021 il "Quarto Posto". Poi arriva il lockdown. Fino a poco prima si era intravisto, però, qualcosa di buono. I giocatori iniziano a capirsi. I giocatori iniziano a giocare nel loro ruolo. Chi se ne frega se Kessie e Calhanoglu potrebbero avere le qualità per fare anche le mezz'ali. Chi se ne frega se Bennacer potrebbe essere il Pirlo del futuro o Castillejo diventare un giorno come Henry. Kessie ha 24 anni. Calhanoglu ne ha 26. Bennacer 23 e Castillejo 25. Cristiano Ronaldo ha iniziato a fare la prima punta non prima dei 28 anni. Perchè Giampaolo doveva chiedere a Piatek di fare il lavoro di centro-boa? "Ha le qualità per farlo". Sì, ma se nel frattempo che lui impara, tu hai gli altri 10 giocatori che sanno fare il loro lavoro e lo fanno bene e coprono con una pezza i buchi fatti dal giocatore in pieno "training on the job". Stesso discorso doveva valere per Suso.

Arriva, si diceva, il lockdown. Si riprende dopo tre mesi. Il Milan è una squadra apparentemente trasformata. Gioco, azioni, gol a raffica, pochi gol subiti, divertimento. Le cause che si cercano sono tante: il lavoro della preparazione di Pioli? O più probabilmente l'assenza di pubblico? O forse il fatto che la maggior parte delle altre squadre viaggia a ritmi bassissimi o è collassata per chissà quale ragione? Sarebbe bello capirlo, per capire se i risultati contro Roma (senza identità ancora), Lazio (squadra poi rivelatasi collassata), Juve (vinta in 6 minuti di black-out con 3 gol su disastri difensivi e riaperta con un rigore che era giusto per le regole, ma ridicolo per il senso del gioco) sono un fuoco di paglia legato al periodo o davvero un qualcosa di costruito. Ma poco cambia. Perchè anche se questo non dovesse essere l'aspetto del Milan che in 10 partite ha viaggiato a ritmo scudetto, non è quello che c'è bisogno adesso. C'è bisogno di prendere più cose buone possibili. Questo vuol dire "andare con calma".

Il Milan era 14°. Adesso è 5°. La stagione non è finita: forse sarà settimo o sesto. Ma è sicuro in Europa League. E alla fine della stagione che cosa si avrà? Un allenatore che è quasi un anno che conosce i giocatori e i giocatori conoscono lui. Una rosa che è arrivata in Europa League ed è effettivamente da Europa League. Cosa fare allora? Ennesimo cambio di allenatore, per di più straniero, con la stagione che deve partire a settembre dopo una stagione finita ad agosto? Che vorrà portare idee nuove? Le sue idee, giustamente. Cambiare dirigenti ancora? Cercare di prendere gli scarti delle squadre di elite in prestito o a parametro 0 per rilanciare la campagna "Quarto Posto"? E' tre anni che si lancia la campagna "Quarto Posto" ereditando una squadra, tre anni fa, che non era una squadra. Azioni raffazzonate, cambi di allenatore, di dirigenti, di società... tutto per inseguire il "Quarto Posto". E intanto, in questi tre anni, i giocatori sono cambiati, ma neanche poì così tanto. Si sono parlati nello spogliatoio e fuori da Milanello... ma non si sono mai parlati in campo. Un anno, mentre sono sul campo, in partita di Serie A, mi giro e vedo il mio compagno alla mia destra. L'anno dopo, mentre sono sul campo, in una partita di Serie A, mi giro convinto di trovare il mio compagno sempre sulla mia destra. No. Invece è davanti a me.

In questi tre anni sono state aggiunte pedine fuorvianti e inutili, per inseguire il "Quarto Posto". Allora, l'anno prossimo, con lo stesso allenatore, speriamo con la stessa dirigenza, sperando con gli stessi giocatori, invece di lanciare la campagna "Quarto Posto" lanciamo la campagna "Consolidiamo il gruppo". Perchè questa è stata la vera campagna a partire da ottobre 2019. In realtà la campagna della società e dei tifosi era sempre la "Perlomeno in Europa League...". Solo Pioli diceva "Consolidiamo il gruppo". L'anno prossimo sarà ancora Europa League. DEVE essere ancora Europa League. E forse anche l'anno dopo. Per prendere un esempio: non bisognerebbe correre dietro a uno scarto del Real Madrid che, la storia insegna, un attaccante non è come un difensore o un centrocampista: se perde la rotta, è difficile che la riprenda. Successe a Shevchenko. Successe a Higuain. Un attaccante deve rimanere "in bolla". Non discuto le qualità di Jovic. Ma preferisco rinnovare a Ibrahimovic un anno e intanto cercarne un altro. Piuttosto, i 50 milioni di Jovic, investili in un difensore che dia manforte a Kjaer e Romagnoli e sappia sostituirli. Investili in un centrocampista in grado di sostituire Bennacer quando va in diffida. Investili in un'alternativa a Kessie per farlo rifiatare e, soprattutto, a un terzino destro titolare che sappia creare un'alternativa di gioco sulle fasce, per non giocare sempre sul solito Hernandez.

Mantieni l'allenatore che hai, che i giocatori rispettano. Non sarà un vincente. Ma non ne hai bisogno adesso. Ricorda sempre, caro milanista, che è vero che non sei competitivo da più di 8 anni. Ma ricordi il Milan di Berlusconi dal 2012 al 2017 di cui si è parlato? Ricordi la campagna d'immagine di Mirabelli e Fassone? Ricordi il Milan fallito finanziariamente e umiliato con l'esclusione dall'Europa League? Se togli quegli anni di sciacallaggi vari dei vari soggetti che si sono alternati (Berlusconi, Li, Fassone,...) ti rendi conto che non sono molti gli anni avuti a disposizione per ripartire: solo due! E se pensi che l'Inter di Conte è arrivata dopo circa 7 anni di oblio... allora forse è meglio mettersi l'anima in pace e capire che quando si chiede "PROGRAMMAZIONE" a gran voce, bisogna sapere di cosa si sta parlando e non farsi prendere dalle emozioni e dalla frustrazione.

Forse, caro milanista, un uomo come Arnault potrebbe risolvere tutto. Perchè lui riuscirebbe a convincere uno come Klopp a venire ad allenare una squadra in Europa League. Perchè lui avrebbe i soldi per portare gente come Mbappè, Neymar, Kroos. Peccato che, non è chiaro forse, non sono i soldi che possiedi. Ma i soldi che tu fai con quello che hai e con quello che presenti. E Arnault, come qualunque altro imprenditore sulla terra, sa benissimo che non può iniettare soldi fintanto che quello che il FFP guarda è il bilancio del Milan. Non di Arnault. Del Milan. E il bilancio del Milan ti parla di 100 milioni solo in stipendi. E di un fatturato di poco più di 200 milioni. Con la differenza ci devi la fare campagna acquisti, pagare l'affitto dello stadio, sostenere i vari costi di gestione, pagare l'iscrizione ai tornei... Perchè non sono più gli anni '90 del Milan di Berlusconi, dell'Inter di Moratti... Sono gli anni in cui bisogna sfilarsi dalla mente quei ricordi sì bellissimi, ma pur sempre ricordi. Ma soprattutto ricordi anacronistici. Di un tempo che non c'è più. Come quei ricordi, della serie, "che belli i tempi quando ti dovevi alzare e girare la manopola della televisione per cambiare canale... e c'era solo la RAI". Bello. Bellissimo. Ma anche nostalgico e malinconico. Allora prima si impara a vivere nel mondo di oggi, invece di richiamare il mondo ormai sparito di un tempo ormai lontano (nel mondo di oggi, che corre alla velocità della luce con i suoi cambiamenti, 10 anni sono come 10 secoli), prima si gode delle gioie piccole del momento e prima arriveranno le gioie grandi del futuro. Ma bisogna lasciare il tempo di lavorare alle stesse persone.