Questo è il periodo dell’anno in cui “puoi sognare di più”. Almeno così recita l’ormai nota canzone “A Natale puoi” di Bebe. In un battito di ciglia e, come spesso accade senza neanche accorgersene, l’estate se n’è andata. La calda stagione è volata via silenziosa come a non volere disturbare, ma è sempre così. Incombe prorompente nei mesi di giugno, luglio e agosto mentre scivola in modo assolutamente discreto lasciando spazio al gelido inverno. Nella sua prima fase, però, questo è riscaldato dall’atmosfera, che giustamente è definita magica, del Natale. Anche chi solitamente è più “freddo” verso certe ricorrenze non riesce a rimanere distaccato rispetto a questi momenti. Li può amare o meno, ma non gli è consentito restarne indifferente perché la nostra cultura porta veramente a un coinvolgimento totale al quale è quasi inutile sfuggire. Non mi riferisco al consumismo o altre tematiche etiche delle quali non voglio minimamente trattare. Il discorso è relativo al sentimento e alle caratteristiche intrinseche del Natale. Anche le più esterne e banali fanno parte della sua essenza e sono estremamente attrattive per l’animo. I sensi si accorgono di questo periodo dell’anno senza l’uso della ragione perché emana profumi diversi e avvolge le persone come una calda coperta in una notte glaciale.

Pure il calcio ha dovuto inchinarsi di fronte alla ricorrenza e mi pare possa essere giusto così. Rinunceremo al noto “Boxing Day” e ce ne faremo una ragione. Da quanto sopra scritto si evince come non ci si riferisca esclusivamente a un discorso religioso. Per il Cristiano, il Natale è una delle ricorrenze più importanti dell’anno. E’, però, ormai entrata a far parte della nostra cultura generale. Questo periodo è diventato “sacro” anche per chi si definisce laico. E’ un momento nel quale stare vicino a chi si desidera. Sono giorni di un’intimità infinita e disunire le persone che si sentono molto legate, proprio in questo frangente, diventa azione difficile. Nonostante i lauti guadagni è giusto non privare di tale possibilità nemmeno i giocatori senza dimenticare che non sono solo questi a creare il prodotto e, concedendo loro una tale chance, la si garantisce anche a tutto il mondo del calcio. Purtroppo, vi sono professioni che non hanno altra opportunità se non quella di turnarsi pure in questo periodo. Almeno chi può evitarlo, lo faccia. Senza voler trattare di razzismo o di quanto accaduto durante Inter-Napoli dell’ultimo 26 dicembre, che sarebbe potuto succedere in ogni momento del calendario, mi sembra che l’esperimento di stampo prettamente anglosassone di giocare durante le festività sia giustamente riposto in soffitta. Forse economicamente aveva fatto colpo, ma appare troppo distante dalla nostra cultura. Non si scordi poi che in Inghilterra scendono in campo nel periodo natalizio, ma non si fermano nemmeno più tardi. Ricordo di avere già trattato l’argomento qualche tempo fa, ma vi chiedo: “Preferiste vedere la Vostra squadra del cuore durante il citato momento dell’anno in cui siete già occupati da tanti impegni, oppure gradite poter disporre di un simile privilegio quando si è tornati alla normale routine?”. Penso non vi siano molti dubbi e la risposta ricada sulla seconda opzione. In sostanza, “si santifichino le feste” lasciando totale spazio alle altre persone con cui si intende trascorrere questo tempo che sembra uscire dal normale calendario. Se non si riesce a resistere senza il pallone, la Premier League è sempre disponibile.

Ammesso questo, l’atmosfera dicembrina sta entrando nel vivo e il tifoso juventino può essere già ampiamente concentrato su di essa. Per lui è un Natale davvero particolare e insolito. Erano parecchi anni che non si trovava a vivere una situazione simile. Siamo alla metà di novembre e può iniziare ad addobbare l’albero senza grosse remore o timori. La sua amata squadra è già agli ottavi di Champions. Non è poco. Fidatevi. E’ inutile nascondersi dietro un dito. Giustamente Sarri e la società sabauda cercano di spostare il focus altrove e di allontanare pensieri che potrebbero risultare soltanto controproducenti, ma la Coppa è “l’ossessione” dei tifosi della Vecchia Signora. Sono anni che questi vivono le partite di campionato con grande serenità e divertimento mentre affrontano le gare internazionali con ansia e timore. Quando la Juve è in vantaggio bramano la fine del match come il concludersi di un incubo. Nel momento in cui la loro compagine è sotto nel punteggio si lasciano cadere nel più tremendo sconforto. Sembra quasi innegabile che sia così e questo pare possa trasferirsi anche nella squadra come se fossero 2 corpi che si trasmettono un virus letale. La Champions è una chimera. Conte ha riportato la Vecchia Signora sul trono d’Italia, Allegri l’ha guidata tra le grandi d’Europa e tutti ricorderanno quel fantastico 2014-2015 in cui i piemontesi sfiorarono un triplete assolutamente impronosticabile. Sarri potrebbe concludere l’opera. Ora è prematuro e ingiusto lasciarsi sfuggire qualsiasi giudizio anticipato, ma il primo passo è stato compiuto. La Vecchia Signora si è qualificata agli ottavi con 2 turni di anticipo. Questo è tipico delle big, delle compagini che sono abituate a disputare la competizione su livelli eccelsi. Allo stato dell’arte, la compagnia ne conta 3 e i nomi sono davvero impressionanti. Oltre ai bianconeri, infatti, hanno già strappato il pass per il turno successivo di Coppa esclusivamente Bayern Monaco e Psg. Con la consapevolezza di essere forti, i piemontesi potranno godersi gli ultimi 2 impegni del girone per cercare di centrare un primo posto che potrebbe agevolare il sorteggio. Tra circa 2 settimane, a Torino, arriverà l’Atletico Madrid che dovrebbe essere privo di Diego Costa. Basterà un pareggio inferiore al 2-2 per garantirsi il raggiungimento anche del citato obiettivo. Nell’ultimo turno, invece, gli uomini di Sarri saranno di scena a Leverkusen contro il Bayer. Incredibile, ma vero. Prima di Natale, lo scoglio principale da superare per il supporter juventino è datato 16 dicembre quando a Nyon conosceranno il nome dei loro prossimi avversari europei. Inutile negare che se l’urna svizzera non dovesse essere benevola, allora lentamente l’ansia tornerebbe a far breccia nella mente dei bianconeri “disturbando” le loro festività.

Per il resto non si può dire che “bene, anzi benissimo”. Anche questo campionato così combattuto non dovrebbe disturbare troppo il tifoso sabaudo. So che molti rappresentanti di quel gruppo non saranno d’accordo, ma la lotta con l’Inter è esaltante e ha una duplice funzione. Diverte e mantiene viva una squadra che altrimenti rischierebbe di arrovellarsi nella sua forza diventando più tenera quando deve affrontare avversarie internazionali. Questo duello interno la pone sempre sul pezzo. La esalta. I giocatori traggono giovamento e si caricano nella loro aumentata difficoltà. E’ paradossale, ma la Vecchia Signora dovrebbe ringraziare Conte per la decisione di vestirsi di nerazzurro. Analizzando i calendari, almeno sulla carta, la Juve potrebbe mettere fieno in cascina e giungere a Natale con un vantaggio leggermente aumentato. Prima della prossima sosta la squadra di Sarri dovrà vedersela, tra le altre, con Atalanta e Lazio. Entrambe le sfide saranno esterne su campi difficili. L’Inter, però, andrà all’Olimpico a sfidare il Torino e a Firenze. Ospiterà anche la Roma. Tutto questo dovrà essere sommato agli impegni che la Beneamata dovrà affrontare in Champions dove i lombardi occupano una posizione piuttosto critica nel girone e senza contare le differenze di potenziale nelle rose a disposizione del tecnico toscano e di quello salentino.

Attenzione però perché mentre addobba la sua casa con le decorazioni natalizie, il supporter bianconero dovrà pensare anche a un altro impegno prestigioso. Si parla della Supercoppa Italiana. Questa è in programma per il 22 dicembre a Riad in Arabia Saudita dove la Juve se la vedrà con la Lazio. La decisione di giocare a quelle latitudini ha destato qualche polemica per la gestione dei diritti umani adottata in tali zone. In ogni caso sembra che la Lega Calcio abbia ottenuto la possibilità di far entrare le donne allo stadio. Senza volersi addentrare in tale argomento, questa manifestazione risulta essere di estremo interesse per ambo le squadre. E’ una finale. E’ una gara secca e regala il primo trofeo della stagione. E’ molto importante, ma sovente viene un po’ snobbata dalla maggioranza dei tifosi. Per carità, non ci si vuole esporre a falsa retorica e affermare che per i supporter abbia il valore di altri tornei. Detto questo la sconfitta è sempre difficilmente digeribile sia per il pubblico che per la squadra. A tutto ciò si deve aggiungere che si tratta della sfida con cui si approccerà alla lunga sosta invernale. Meglio iniziare le vacanze con la serenità di una vittoria. Sembra paradossale pensare che, nelle sue 2 migliori stagioni di allegriana memoria, la Juve abbia perso la Supercoppa con brutte prestazioni proprio prima delle festività natalizie. Accadde nel 2014-2015 contro il Napoli di Higuain e nel 2016-2017 contro il Milan. La “mazzata” arrivò sempre ai calci di rigore. Vuoi vedere che è servita per caricare la squadra nella seconda parte di stagione… E’ chiaro che con questo non si vuole certo affermare che sia preferibile lasciarsi sfuggire il trofeo. Solo si cerca di estrarre sempre il lato positivo da ogni accadimento.

I tifosi juventini si apprestano, quindi, a vivere un Natale diverso che mischia sensazioni particolari. Prevale, però, la serenità. Regna la tranquillità di aver centrato un obiettivo importante con largo anticipo e ci si può far trasportare coccolati da questo soddisfacente risultato. La calma favorisce il recupero anche nei calciatori alcuni dei quali stanno affrontando la sosta per le nazionali con la preoccupazione di dover centrare la qualificazione all’Europeo. Non è così per gli italiani che, con il massimo impegno per queste gare, possono davvero allentare almeno in parte la tensione che li attanaglia. E’ un periodo realmente perfetto perché, senza l’incubo del passaggio del turno in Champions, il club bianconero disputerà gare importanti e difficili. Così potrà mantenere elevati i suoi standard, ma senza ossessioni particolari che succhiano tutte le loro energie scaricando completamente le pile. “A Natale puoi” e così, privi di ansie varie e con una sosta che coincide con le festività, il tifoso bianconero ha tutto il tempo per sognare fantasticando un maggio trionfale e magari un’estate che regali pure qualche gioia azzurra. Il tutto con la speranza che non si realizzi il detto di Charles Monroe Schulz: “A Natale son tutti più buoni. È il prima e il dopo che mi preoccupa”.