Si parla tanto in queste ore di Novak Djokovic, il suo nome è sulle pagine di tutti i giornali e siti di informazione; ma cosa è accaduto realmente al campione di tennis?
Ad accendere la miccia della polemica è stato l’annuncio della sua partenza per gli Australian Open con la significativa dichiarazione di essere in possesso di un’esenzione medica speciale. In questo modo, infatti, il tennista sarebbe potuto entrare in Australia, aggirando l’obbligo vaccinale imposto dal governo.
Tuttavia, atterrato mercoledì sera sul suolo australiano, Djokovic è stato respinto alla frontiera e il suo visto cancellato. Secondo la Guardia di frontiera, durante l’interrogatorio non avrebbe fornito prove sufficienti per validare la sua esenzione al vaccino anti-Covid, perciò è stato invitato a lasciare l'Australia.
Successivamente, nonostante le sue richieste di trasferimento, il campione è stato isolato al Park Hotel di Melbourne, insieme ad altre persone che come lui non hanno i documenti in regola per restare in Australia e lì dovrà aspettare la decisione di lunedì 10 gennaio sul ricorso presentato dai suoi legali.
Gli avvocati, infatti, sono passati al contrattacco e cercando di ribaltare l’annullamento del visto per entrare in Australia hanno depositato un documento importante in tribunale a Melbourne. In esso si legge che Novak Djokovic avrebbe contratto il Covid lo scorso 16 dicembre ed è per tale motivo che avrebbe ottenuto l’esenzione dall’effettuare il vaccino per entrare in Australia.

Eppure, ci sono ben due elementi che sembrerebbero contraddire la tesi formulata dai legali.
Anzitutto, nella lettera inviata il 7 dicembre da Tennis Australia ai tennisti, il termine ultimo per presentare la richiesta di esenzione medica era il 10 dicembre, nonché sei giorni prima della positività di Djokovic certificata dagli avvocati. In quei giorni, però, il governo aveva già informato l'organizzazione dell'Australian Open che un precedente contagio non sarebbe stato sufficiente per garantire l'ingresso in Australia da non vaccinati.
E ci sono poi delle immagini, presenti anche sui profili social ufficiali dello stesso Novak, che lo ritraggono in numerosi eventi pubblici a cui ha preso parte proprio tra il 16 e il 17 dicembre: dalla cerimonia di consegna del francobollo che il servizio postale serbo gli ha dedicato ad una tavola rotonda al Novak Tennis Center. Inoltre, proprio qui, Djokovic, il 17 dicembre, ha premiato alcuni giovani talenti a cui si è concesso per diverse foto ricordo con il trofeo in mano. Tutte realizzate rigorosamente senza mascherina.

Per risolvere il giallo, non ci resta che aspettare lunedì 10 gennaio, giorno in cui verrà comunicato il verdetto definitivo, o sulla permanenza di Novak Djokovic in Australia e quindi sulla conseguente partecipazione all’Australian Open, o sulla sua espulsione dal Paese.