Nell'estate del 2015, quando mezza Europa seguiva la sua situazione al Marsiglia, quasi tutti si erano dati per sconfitti a favore del Lione, prima potenza francese pre exploit PSG, che si sarebbe assicurato uno dei giocatori più forti della Ligue 1.

Invece, a sorpresa, il ragazzone di Martigues, decise di prendere un aereo e di continuare la propria carriera al Tigres UANL, club della prima divisione messicana, che rappresenta la città di San Nicolàs de la Garza.
In quel momento storico, a dirla tutta, non si era ancora abituati a trasferimenti geograficamente tanto impegnativi, considerando il passaggio di Giovinco al Toronto un capriccio milionario e quello di grandi big, vicini al viale del tramonto, un modo per portare a casa gli ultimi faraonici contratti.

Caso diverso si verificò con Beckham, colui il quale ha concretamente aperto una'utostrada tra il football europeo ed il soccer a stelle e strisce.
Il francese, invece, evitando tutta la classica trafila di frasi scontate, banali, convenevoli vari, si è presentato ai suoi nuovi tifosi con la faccia di chi era realmente voglioso di fare la differenza; il suo apporto, in effetti, è stato notevole: nell'ultimo anno solare, ha portato a casa un torneo di Apertura ed è giunto in finale di Clausura, finendo ko col Guadalajara, dimostrando di essere la vera anima della squadra. Ad inizio 2017, infatti, in uno dei suoi pochi momenti no, la formazione non ha più giocato come sapeva, rischiando di perdere le primissime posizioni.
E i soldi? Tanti, tantissimi, ma nulla a che vedere con i milioni che girano in altri campionati. Dal canto suo, con ogni probabilità, sarà stato in grado di fiutare l'affare per altri aspetti (sponsor, bonus vari) ma è innegabile che, al di là del valore del torneo o di un singolo trofeo, la spinta di una tifoseria calda come quella del Tigres (dietro, per media presenze allo stadio, solo a tre o quattro club al mondo) sia già un buon motivo per scendere in campo ogni settimana e giocare come se in palio ci fossero Ligue 1, Champions o EL.

Il 23 luglio si riparte: match casalingo col Puebla; Gignac è carico e pronto, col suo 10 sulle spalle, esultanze stravaganti varie e quel viso da Giroud (si somigliano tantissimo) felice, baciato dal sole e dai 40000 dell'Universitario in festa.

Un vero messicano. D'oltralpe.