Parafrasandolo il titolo di un famoso film, potremmo dire che "il curioso caso di Gabriel Barbosa" resta una trama ancora indecifrabile per tutti. Da fenomeno in patria ad assoluto bidone di lusso in Europa. Arrivato all'Inter nel 2016, per una cifra di oltre 30 milioni, il gioiellino carioca del momento, insieme a Gabriel Jesus (l'Inter prese evidentemente il Gabriel sbagliato), non ha mai vissuto momenti di gloria. Un solo gol in maglia nerazzurra, poi il prestito in Portogallo, al Benfica, dove non brilla certo per la sua vena realizzativa. Anche li una sola rete e un biglietto aereo di ritorno per Milano.

Poi la svolta: il Barbosa torna in Brasile, il tanto amato Brasile. E li diventa un altro. Un incrocio tra Pelè e Vavà, un misto tra Bebeto e Romario. Una fusione tra Mila e Shiro. Non sembra neanche lui. Insomma, se l'urlo di Chen terrorizzava l'occidente, il sinistro di Gabigol terrorizza il Sudamerica. Prima al Santos, dove realizza 18 gol in 35 partite, e ora in forza al Flamengo, che sta trascinando a suon di gol in Copa Libertadores. E si parla addirittura di un suo possibile ritorno in Europa, nel campionato russo.

Certo, verrebbe da dire che in Brasile, ma in tutto il Sudamerica in generale, le difese non è che siano proprio forgiate nel granito. Basti pensare che il buon Adriano (si si l'Imperatore, proprio lui) nella stagione 2009/2010 mise a segno la bellezza di 19 gol in 32 partite, sempre con la maglia del Flamengo. Ed era già un giocatore praticamente finito. Ma allora qual è il vero Gabigol? Semplicemente questo. Un giocatore emotivo, forse anche un po' troppo "pompato" al suo arrivo in Italia, che lontano da casa non riesce ad esprimersi, dando l'impressione di non essere quasi nemmeno un giocatore di calcio, ma che quando rimette piede nei confini amici entra in modalità "on" e allora diventa incontenibile. 

Però si sa, gli anni passano per tutti, e magari per il misterioso Barbosa sono serviti a maturare, calcisticamente parlando e non. E via col tifoso che lo rivorrebbe in maglia nerazzurra per una seconda opportunità. E forse chissà, non avrebbe tutti i torti.