Il caso (o caos) biglietti-Juve ha scatenato l'ennesimo putiferio calcistico (e non) nel nostro paese. Ovviamente ci si divide su base etnica (leggi: tifo) e non su un problema strutturale che è esistito da sempre e che nessuno ha avuto l'ardire di porre in quarantena. 

Il presente articolo non ha la funzione di analizzare il cancro presente nelle curve degli stadi italiani, a quello eventualmente ci penserà l'inchiesta di Report, ma di mettere al centro dell'attenzione la vera radice di tutti i mali da cui tutto discende: lo Stato di (non) diritto in Italia.

Una democrazia compiuta e matura dovrebbe tutelare i diritti individuali e collettivi attraverso l'istruzione all'osservanza degli stessi e l'applicazione della legge. Qualora i diritti di un individuo o un gruppo vengano violati devono essere ripristinati attraverso l'operato delle forze dell'ordine sul territorio e un procedimento giudiziario che identifichi le responsabilità e i colpevoli comminando una sanzione adeguata e rendendola attuativa. Quando questo procedimento fallisce, decade anche lo Stato di diritto.
In uno Stato di diritto il potere effettivo deve essere detenuto dal governo e dalle sue diramazioni regionali e locali. Quando il potere effettivo è detenuto da altri attori privati, lo Stato di diritto ha fallito.

Se il potere effettivo, capillare, totalitario è detenuto dalle cosche sparse su tutto il territorio nazionale e se le istituzioni sovrane d'Italia non sono in grado di far rispettare lo Stato di diritto viene spontanea una domanda: CHI ristabilirà lo Stato di diritto?

E' evidente che la pantomima istituzionale italiana sia focalizzata sullo spread, i migranti e la manovra. Non una parola sulle cosche. Non una. Come se fosse la normalità. Come se fosse parte del sistema. CHI voglia ristabilire lo Stato di diritto non potrà farlo tramite i canali formali ormai in cancrena, ma dovrà farselo da sé, sempre che ne abbia le risorse e la volontà. E questo ci riporta a un'epoca pre-hobbesiana, o pre-statale se preferite, quando le faide erano regolate privatamente perché non esisteva un'istituzione centralizzata in grado di risolverle. Il fallimento dello Stato di diritto porta inevitabilmente al fallimento dello Stato in quanto tale.

Cambiare sistema non è impossibile. Ma un cambiamento che non sia accomodante si porta dietro di sé una scia di sangue. E alle volte è un male necessario.