Lo Spezia di Thiago Motta ha fatto soffrire il Milan, ma ha mostrato un calcio molto dispendioso e, non a caso, il finale è stato dei rossoneri, come pochi giorni fa era stato della Juventus. Nel primo tempo, i giocatori spezzini avevano fatto muro a centrocampo, inseguendo poi come furie i giocatori milanisti, quando varcavano la linea centrale ed entravano nel loro territorio. Qui la caccia all'uomo dava l'impressione di tenere poco conto delle zone, quasi fosse un ritorno alla marcatura a uomo. L'inseguimento, poi. proseguiva fino all'area di rigore a ridosso dei 4-5 uomini in linea che proteggevano Zoet. Passato in svantaggio, lo Spezia ha iniziato a pressare altissimo con 4-5, a volte anche 6, giocatori. La squadra restava, comunque, lunga, perché la linea di difesa non seguiva il movimento dei compagni in pressing e perciò, quando il Milan superava la pressione alta degli avversari, alcuni di quelli che erano avanzati dovevano recuperare correndo a perdifiato. Alla fine, come pochi giorni fa la Juventus, il Milan si è ritrovato a vincere con merito, pur avendo sudato le proverbiali 7 camicie. Il gioco di Motta è interessante e difficile da fronteggiare, come tutte le formule che prevedono molto movimento, ma non sono certo che il tecnico dello Spezia arrivi al Cenone di Natale per mangiare i dolci tipici di La Spezia. A lungo andare, il peso delle sconfitte sulla classifica potrebbe sentirsi.

Premesso quanto sopra, quantomeno per spiegare le difficoltà del Milan, diciamo subito che i rossoneri giostravano con un uomo in meno, Giroud, e con uno visibilmente affaticato, il pur generoso Rebic. Il risultato era che  il Milan si rivelava del tutto nullo in avanti per 45 minuti e in questa nullità lo Spezia riusciva a chiudere la prima fase aggredendo con 3 uomini la difesa di un Milan comprensibilmente sbilanciato. Il primo tempo era quasi finito, quando Giroud, letteralmente groggy, si ritrovava perso a centrocampo come uno smemorato che vaga  alla ricerca dei ricordi, mentre avrebbe dovuto essere 20 metri più avanti. Imbamolato, il francese lasciava la palla agli avversari che andavano verso la porta. Ne seguiva un batti e ribatti in area di rigore da cardiopalmo, ma Gyasi e Nzola non riuscivano a concludere. Era decisivo Kalulu che, sul tentativo di dribbling di Nzola, guardava il pallone e  non le gambe dell'avversario quando questi tentava in tunnel. Il ragazzo francese, con grande freddezza, serrava le leve e chiudeva il varco. Le vittorie si costruiscono anche su episodi favorevoli come questi, perché andare al riposo in svantaggio, con l'Atletico Madrid incombente per martedì, avrebbe potuto compromettere, quantomeno, le speranze di vittoria.

Il secondo tassello per la vittoria veniva dalle scelte di Pioli nell'intervallo. Aveva avuto una logica l'impiego di Giroud, reduce da alcuni giorni di Covid prima e da una fastidiosa lombalgia poi. Campione del mondo in carica e vincitore recente della Champions col Chelsea, Giroud è una risorsa rossonera, più del misterioso Ibra attuale, per cui andava e va recuperato. Visto il rendimento disastroso del centravanti nei peimi 45', in realtà, Pioli è subito corso ai ripari, rischiando il giovane Pellegri. Rebic, come detto, aveva mostrato di essere spento ed è stato prontamente sostituito da Leao, cui era stato concesso un po' di turn-over.

Rivitalizzato, il Milan andava in gol, quando Kalulu sulla fascia destra si esibiva in un traversone bello teso. Come da manuale, Pellegri si precipitava sul primo palo, mentre sul secondo si proiettava Daniel Maldini che incornava con forza e piegava le mani a Zoet.

Non mi ero dimenticato di Daniel Maldini, che ieri ha giocato dal 1° minuto. Il nipote di Cesare e figlio di Paolo giostrava a destra, in posizione di mezz'ala di raccordo fra attacco a centrocampo, una posizione speculare rispetto a quella di Chala, che di solito era schierato sulla mezza sinistra. In un certo senso, la sua posizione era quella di Saelemaekers nell'ultima mezz'ora contro il Venezia. Dopo un paio di giocate ad effetto, frutto di comprensibile entusiasmo, Maldini diventava più sobrio e meno appariscente, ma restava comunque efficace e dava vita a una prestazione che, fino al gol, sarebbe stata considerata positiva. La rete aggiungeva alla performance anche le stimmate richieste del copione per essere ricordata. Poco dopo il gol, poi, il ragazzo si faceva ammonire in maniera ingenua, un po' per una certa stanchezza e un po' per l'eccessivo entusiasmo. Pioli lo sostituiva con Bennacer. Tuttavia, ora lasciate in pace questo ragazzo, consideratelo un giocatore come tutti gli altri e lasciate che faccia la sua carriera, visto che ha i mezzi per farne una lusinghiera. L'importante è che sia impiegato con un minimo di continuità, in maniera da perfezionare la capacità di stare sul prato nel calcio degli adulti.

Il Milan avrebbe potuto chiudere la partita in 3 occasioni. Una magia di Leao finiva sul palo, mentre un sinistro dello stesso giocatore, seppure deviato, era apparso sbilenco. Kessie, abbastanza spento, ma comunque utile, non aveva la reattività per concludere in rete un batti e ribatti favorevole. Un errore a porta sguarnita di Maggiore metteva in allarme il Milan, che subiva il gol per un tiro di Verde deviato in rete da Tonali. La sfortuna, però, non poteva essere chiamata in causa, visto che da alcuni minuti i rossoneri stavano soffrendo il miglior momento dello Spezia in tutti i 90'.

Il Milan reagiva, ma si capiva che occorreva inventarsi qualcosa. Pioli metteva il terzo tassello per la vittoria e mandava in campo la terza punta, il falco dell'area di rigore Diaz. Per fargli posto, toglieva Kessie, che aveva faticato molto e ormai non ne aveva più. Mai mossa fu più azzeccata. Su un'azione personale dalla mancina di Saelemaekers, giocatore offensivo adattato in mediana, Pellegri ripeteva il movimento felice del primo gol, portandosi sul primo palo come da manuale. Toglieva così un uomo dal groppone di Diaz che, da vero rapace del gol, prendeva i soliti 1-2 metri al marcatore e, proprio come come contro il Venezia, giustiziava i generosi avversari. Lo Spezia non ne aveva più e la partita finiva qui.

Il pareggio fra Inter e Atalanta ha sottratto a entrambe un punto fra i 3 in palio, situazione ideale per i rossoneri. Il Diavolo non sfarfalleggia come altre squadre, ma ha una certa continuità di risultati, che nei gironi all'italiana conta molto. Il Napoli, peraltro, regolerà i suoi avversari in scioltezza e si confermerà capolista. Siamo ancora all'inizio, comunque, e quindi ciò che conta, almeno per il momento, è l'essere nel gruppo che si stacca per i primi 4 posti. In tal senso, rossoneri sembrano esserci a ogni effetto, per il di più si vedrà in seguito, eventualmente.