Quando Benitez sostituì Mourinho nell'ormai lontano 2010, trovò ad attenderlo in nerazzurro lo spettro del suo predecessore, José Mourinho.
Un fantasma terribile, non solo per i successi conseguiti (vedi Triplete), ma anche per il rapporto affettivo costruito coi giocatori dell'Inter. Benitez, per giunta, commise anche l'errore di far percepire ai suoi l'irritazione per tutto l'affetto che nutrivano nei confronti del predecessore, con il quale non aveva affatto buoni rapporti. Il risultato fu che, pur avendo sempre lavorato bene ovunque, l'allenatore spagnolo ebbe difficoltà nel corso della prima parte della stagione, tranne nel Campionato del Mondo per Club, che vinse. Ho sempre avuto l'impressione che l'improvvisa resurrezione sia stata dovuta al fatto che la vittoria in quel Campionato del Mondo interessasse molto anche ai giocatori, oltre che a lui e alla società.

E' difficile per un professionista, anche bravo, scontrarsi con un'eredità difficile.
E anche Giampaolo, mi sembra, si ritrova a fronteggiare il suo bravo fantasmino, quello di Gennaro Gattuso detto Rino. Questi è una bandiera del Milan di Ancelotti, molto ben visto dagli ultrà e, cosa che non guasta, da qualche giornalista di riferimento che, facendo opinione, conferisce a Rino il prestigio di chi è supportato dalla critica. Non solo, la squadra è rimasta legata al tecnico dell'anno scorso, forse perché non li costringeva a sedute atletiche più pesanti di tanto, da come si deduce dalle partenze sprint, seguite dal mese e mezzo di crollo alla fine di ogni girone del campionato scorso.

Rispetto a Benitez col fantasma di Mourinho, Giampaolo non si è sentito irritato dallo spettro di Gattuso, ma ne è stato spaventato. Ne è stato terrorizzato al punto da mettere in piedi una preparazione estiva dagli effetti eccentrici: squadra veloce a luglio e imbalsamata alla partenza del campionato. Non solo, ha coccolato al di là di ogni decenza alcuni giocatori dell'anno scorso.

La squadra, inoltre, con la Fiorentina è apparsa, non solo irrigidita dalla preparazione, ma addirittura sull'orlo di un autentico esaurimento nervoso, testimoniato dalla mattana di Musacchio.
L'unico che è sembrato al di sopra di tutto è stato Leao, scanzonato ragazzino portoghese, le cui gambe sono state messe a punto al Rennes e che, arrivato da poco, di Gattuso e dei suoi metodi non sa nulla. Alla sua età oltretutto, come tutti sappiamo, vivi sulle ali dell'entusiasmo e, se ti chiedono di fare 4 sedute di allenamento, le fai.

Ora, da quel che leggo, in settimana Giampaolo ha dimezzato il lavoro atletico, ma 6 giorni di lavoro leggero saranno bastate a sciogliere le gambe dei suoi? E poi a questo punto si pone un altro problema sul quale nessuno potrà pronunciarsi fino alle h: 23 di questa sera.
C'è da chiedersi, cioè, se i suoi uomini avranno voglia di giocare per lui, dimenticando il fantasma di Gattuso che aleggia inquietante per i corridoi di Milanello. Non c'è il rischio che in loro prevalga il richiamo della foresta, l'urlo di Rino Gattuso da Tropea che echeggia per i boschi delle Prealpi?

Perchè signori, non prendiamoci per i fondelli, se salta Giampaolo, non c'è che il nome di Gattuso, rispetto al quale quelli di Ranieri e Garcia appaiono dei paraventi.